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La nostra speranza è Gesù il Signore


Giovanni Cap. 14 - 1,32"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.   Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto;   quando sarò andato e vi avrò preparato un posto,ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.  E del luogo dove io vado, voi conoscete la via".  Gli disse Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai ecome possiamo conoscere la via?".  Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscetee lo avete veduto".  Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padree il Padre è in me? Le parole che io vi dico,non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me;se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me,compirà le opere che io compioe ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò,perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatoreperché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce.Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete,perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama.Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui".Gli disse Giuda, non l'Iscariota: "Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?".  Gli rispose Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.  Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia,ma del Padre che mi ha mandato.  Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.  Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.  Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.  Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.  Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui". 
LA SPERANZA  Dopo la fede dovremmo fare qualche accenno alla seconda virtù teologale (cioè che ha Dio per oggetto diretto):la speranza, ossia il desiderio di giungere a Dio, di possederLo eternamente; la confidenza efiducia che, nella Sua bontà e misericordia, Egli ci trarrà a sé, dopo questa breve e faticosa prova terrena. Se possiamo esprimerci così,la speranza teologaleè la fede che si fa desiderio e quasipregustazione delle realtà future. La speranza è "attesa"di quella eredità che Dio ha preparato per noi suoi figli,attesa dei beni escatologici. S. Paolo scrive (1 Cor. 2, 9):. E S. Giovanni (1 Giov. 3, 2): .La speranza ha, perciò, come oggetto ciò che non si vede, ma che noi, tuttavia, come dice S. Paolo, "attendiamo con perseveranza" (Rm. 8, 25),sapendo dalla fede che esso procurerà una felicità immensa. La speranza teologale è un dono gratuito di Dio, un cammino gioioso, pur tra le inevitabili prove della vita, verso la luce e l'amore eterno.  La speranza è talmente essenziale a noi cristiani, alla nostra identità specifica che, a differenza dei pagani di ogni tempo, possiamo essere definiti come coloro che "hanno speranza". Detto questo è facile dedurre la funzione essenziale di questa virtù teologale nella nostra vita cristiana e spirituale, specialmente in questo tempo di appiattimento materialistico e di crisi esistenziali tra giovani ed anziani. La speranza genera, infatti, una ricca varietà di comportamenti indispensabili allo sviluppo della vita divina in noi, cioè alla santità. Vediamone qualcuno:   La fiducia Non in noi stessi, ma nella promessa divina, cui ci affidiamo totalmente, superando ogni dubbio ed incertezza, ogni preoccupazione, ogni paura, ogni angoscia. Persino e soprattutto, la paura di fronte alla morte. Il cristiano dotato di speranza è una persona perennemente serena e che diffonde serenità attornoa sé, come avveniva in modo stupendo nei santi. S. Francesco: "Iacta super Dominum curam tuam, et ipse te enutriet; non dabit in aeternum fluctuationem iusto"    La pazienza Come quella dell'agricoltore, il quale "aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra" (Giac. 5, 8). Pazienza necessaria a tutti, specialmente in certe circostanze dolorose della vita. Pensiamo a certe lunghe e strazianti malattie,a certi travagli familiari, a certi rovesci di fortuna e chi più ne ha, più ne metta, dato che nella vita la croce, prima o poi, in un modo o nell'altro, non manca a nessuno. Persino l'inferno, se ci fosse speranza di uscirne, non sarebbe più inferno...   Il coraggio E quanto ce ne vuole per affrontare le battaglie della vita! Il coraggio anche, di testimoniareempre il Vangelo, anche quando costa...   La gioia La speranza teologale è ben più di una ipotesi nebulosa, per cui talvolta si sente gente che dice: "Mah, speriamo che dopo la morte ci sia qualcosa..." con una espressione titubante e quasi rassegnata che non sia così... La speranza cristiana è gioiosa certezza della gloria futura e ci fa vivere la vita nel tempo come radiosa vigilia di un giorno senza tramonto nel trionfo di Cristo Risorto, che ci attende nella Sua gloria. Sentiamo l'apostolo Pietro: (1 Pt. 1, 3 segg.).Il cristiano e la gioia sono tutt'uno, perché nessuno più di un vero cristiano ha una certezza più grandiosa e più sicura. Nulla è più antitetico e contro testimoniante alla vita cristiana che il pessimismo, la malinconia, la musoneria, la sfiducia...Un cristiano triste - è stato detto - è un triste cristiano... Basterebbe ricordare, tra i tantissimi testi biblici a questoriguardo, ciò che esclama S. Paolo: (2 Cor. 7, 4).  La preghiera Sarebbe impossibile pregare, se non avessimo almeno un briciolo di speranza.Anche le preghiere che nascono dai cuori più provati, già nell'Antico Testamento (vedasi Giobbe 3 o qualche salmo),manifestano la fiducia di un intervento di Dio, attendono ansiosamente una Sua risposta.Naturalmente più cresce la fiducia, la speranza, più la preghiera aumenta la sua efficacia, come dimostrano molti episodi evangelici.    La speranza cristiana genera anche opere d'amore. Anche in situazioni umane disperate (carcerati, incurabili, pazzi, moribondi ecc.)il cristiano spera contro ogni speranza, ancorandosi in Dio ed agendo in conseguenza. Perciò anche le strutture della società terrena possono essere toccate dalla novità e dalla forza della speranza cristiana.  L'elenco degli atteggiamenti umani e cristiani sostenuti dalla virtù teologale della speranza potrebbe continuare, ma anche solo i pochi accenni fatti sono sufficienti a persuaderci che grande forza questa virtù costituisca per la nostra vita cristiana. Facendoci tendere con forza alla realtà futura, ai beni che non passano, la speranza teologale rende sciolto e decisoil nostro cammino verso l'Amore, verso la santità. Essa aumenta le nostre energie, il nostro slancio nel fare il bene. Se nel mondo si fanno spesso sforzi disperati, si affrontano lotte e fatiche di ogni genere per raggiungere risultati materiali(e come tali mai totalmente soddisfacenti),quanto più noi cristiani, sorretti dalla certezza dell'intervento di Dio e della vittoria finale, potremo impegnarci in cose belle e sante, anche quando trascendono le nostre deboli forze...I Santi, uomini e donne della speranza, ci sono splendidi esempi in materia: basti pensare cosa è riuscita ad operare quella piccola donna rugosa che fu M. Teresa, a livello mondiale, e come lei e prima di lei, un D. Bosco, un D. Orione, un Cottolengo e mille altri. E cosa riusciremmo ad operare noi, nel nostro piccolo, se ci nutrissimo di più di speranza. Non presuntuosi, perché ben sappiamo che tutto dipende da Dio e senza di Lui non possiamo fare nulla di buono; ma neppure scoraggiati e, tanto meno, disperati. Il vero cristiano non si preoccupa troppo delle avversità terrene, ma cammina deciso e spedito verso i beni futuri. Non si disinteressa delle cose della terra,ma neppure vi ci si lascia invischiare e trattenere. Nessuno è impegnato come lui, ma nello stesso tempo libero come lui, perché il suo cuore è colmo di fiducia in Dio e il suo sguardo spazia su orizzonti che trascendono la scena del mondo presente. Sappiamo anche che nei gradi più alti la speranza cristianadiventa spirito d'abbandono in Dio. Ci sentiamo come piccoli bambini nelle Sue braccia di Padre, ci lasciamo portare da Lui dovunque a Lui piaccia, diventiamo strumenti docili del Suo amore. E' "la piccola via" praticata ed insegnata dalla piccola Santa di Lisieux, Teresina del Bambin Gesù, che ha condotto verso i vertici dell'amore e dell'offerta di sé, centinaia di migliaia di anime. E su questa via si vive amando e si muore cantando. Per questo S. Francesco, giullare di Dio, era solito ripetere: , e così esortava i suoi frati:E vivendo con questa incrollabile speranza, morì cantando. Scrive di lui il suo primo biografo, fra Tommaso da Celano: E' quello che auguro a me e a voi, perché possiamo tutti cooperare a ridare speranza e certezza ad un mondo sbandato e demotivato e spesso disperato e deluso dinanzi ai suoi idoli materialistici, perché soltanto il nostro Dio è il Dio della speranza, in Cristo Gesù morto e risorto per noi!http://www.rocciadisalvezza.it/scritti/fra_umile/LA_SPERANZA.htm