Blog
Un blog creato da paceebene_2009 il 10/09/2009

Sali con me....

la strada è lunga la via è stretta la verità è difficile da mettere in pratica

 
 

 

Croce Gloriosa

Inno alla vita

La vita è un'opportunità,coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine,assaporala. 
La vita è un sogno,fanne realtà.

La vita è una sfida, affrontala. 
La vita è un dovere, compilo. 
La vita è un gioco, giocalo. 
La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo. 
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.
La via è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala. 
La vita è un'avventura, rischiala.

La vita è la vita, difendila.

Madre Teresa di Calcutta

 

madre teresa

 

AREA PERSONALE

 

VIAGGIARE È

Andare verso la Ricerca di sè.

Come una goccia cadendo, 

mentre si alza amplia e modifica il Tutto,

così la Conoscenza del Singolo amplia

e modifica la conoscenza di Tutti.

 

 

 

 

 

 

TROVA IL TEMPO

dalla Liturgia delle ore:

L'ora nona ci chiama
alla lode di Dio:
adoriamo cantando
l'uno e trino Signore.

San Pietro che in quest'ora
salì al tempio a pregare,
rafforzi i nostri passi
sulla via della fede.

Uniamoci agli apostoli
nella lode perenne
e camminiamo insieme
sulle orme di Cristo.

Ascolta, Padre altissimo,
tu che regni in eterno,
con il Figlio e lo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

 

La nostra speranza è Gesù il Signore

Post n°40 pubblicato il 14 Maggio 2010 da paceebene_2009
 
Foto di paceebene_2009

Giovanni Cap. 14 - 1,32

"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 

 Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; 

 quando sarò andato e vi avrò preparato un posto,ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.  E del luogo dove io vado, voi conoscete la via".  Gli disse Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai ecome possiamo conoscere la via?".  Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscetee lo avete veduto".  Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padree il Padre è in me? Le parole che io vi dico,non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me;se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me,compirà le opere che io compioe ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò,perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatoreperché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce.Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete,perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama.Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui".Gli disse Giuda, non l'Iscariota: "Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?".  Gli rispose Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.  Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia,ma del Padre che mi ha mandato.  Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.  Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.  Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.  Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.  Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui". 


La saperanza, i santi

LA SPERANZA  Dopo la fede dovremmo fare qualche accenno alla seconda virtù teologale

(cioè che ha Dio per oggetto diretto):la speranza, ossia il desiderio di giungere a Dio,

di possederLo eternamente; la confidenza efiducia che, nella Sua bontà e misericordia, 

Egli ci trarrà a sé, dopo questa breve e faticosa prova terrena. Se possiamo esprimerci così,

la speranza teologaleè la fede che si fa desiderio e quasipregustazione delle realtà future.

La speranza è "attesa"di quella eredità che Dio ha preparato per noi suoi figli,

attesa dei beni escatologici. S. Paolo scrive (1 Cor. 2, 9):. E S. Giovanni (1 Giov. 3, 2): .

La speranza ha, perciò, come oggetto ciò che non si vede, ma che noi, tuttavia,

come dice S. Paolo, "attendiamo con perseveranza" (Rm. 8, 25),sapendo dalla fede

che esso procurerà una felicità immensa. La speranza teologale è un dono gratuito

di Dio, un cammino gioioso, pur tra le inevitabili prove della vita, verso la luce e

l'amore eterno.  La speranza è talmente essenziale a noi cristiani, alla nostra identità

specifica che, a differenza dei pagani di ogni tempo, possiamo essere definiti come

coloro che "hanno speranza". Detto questo è facile dedurre la funzione essenziale di

questa virtù teologale nella nostra vita cristiana e spirituale, specialmente in questo

tempo di appiattimento materialistico e di crisi esistenziali tra giovani ed anziani. 

La speranza genera, infatti, una ricca varietà di comportamenti indispensabili allo sviluppo

della vita divina in noi, cioè alla santità. Vediamone qualcuno:   La fiducia Non in noi stessi,

ma nella promessa divina, cui ci affidiamo totalmente, superando ogni dubbio ed incertezza,

ogni preoccupazione, ogni paura, ogni angoscia. Persino e soprattutto, la paura di fronte alla morte.

Il cristiano dotato di speranza è una persona perennemente serena e che diffonde serenità attorno

a sé, come avveniva in modo stupendo nei santi. S. Francesco: "Iacta super Dominum curam tuam, et ipse te enutriet; non dabit in aeternum fluctuationem iusto" 

   La pazienza Come quella dell'agricoltore, il quale "aspetta pazientemente il

prezioso frutto della terra" (Giac. 5, 8). Pazienza necessaria a tutti, specialmente in certe circostanze dolorose della vita. Pensiamo a certe lunghe e strazianti malattie,

a certi travagli familiari, a certi rovesci di fortuna e chi più ne ha, più ne metta, dato che nella vita la croce, prima o poi, in un modo o nell'altro, non manca a nessuno. Persino l'inferno,

se ci fosse speranza di uscirne, non sarebbe più inferno...   Il coraggio E quanto ce

ne vuole per affrontare le battaglie della vita! Il coraggio anche, di testimoniare

empre il Vangelo, anche quando costa...   La gioia La speranza teologale è ben più

di una ipotesi nebulosa, per cui talvolta si sente gente che dice: "Mah, speriamo che dopo la morte

ci sia qualcosa..." con una espressione titubante e quasi rassegnata che non sia così...

La speranza cristiana è gioiosa certezza della gloria futura e ci fa vivere la vita nel

tempo come radiosa vigilia di un giorno senza tramonto nel trionfo di Cristo Risorto,

che ci attende nella Sua gloria. Sentiamo l'apostolo Pietro: (1 Pt. 1, 3 segg.).Il cristiano e

la gioia sono tutt'uno, perché nessuno più di un vero cristiano ha una certezza più

grandiosa e più sicura. Nulla è più antitetico e contro testimoniante alla vita cristiana che

il pessimismo, la malinconia, la musoneria, la sfiducia...Un cristiano triste - è stato detto - è un triste cristiano... Basterebbe ricordare, tra i tantissimi testi biblici a questo

riguardo, ciò che esclama S. Paolo: (2 Cor. 7, 4).  La preghiera Sarebbe impossibile

pregare, se non avessimo almeno un briciolo di speranza.Anche le preghiere che

nascono dai cuori più provati, già nell'Antico Testamento (vedasi Giobbe 3 o qualche salmo),

manifestano la fiducia di un intervento di Dio, attendono ansiosamente una Sua risposta.

Naturalmente più cresce la fiducia, la speranza, più la preghiera aumenta

la sua efficacia, come dimostrano molti episodi evangelici.  

  La speranza cristiana genera anche opere d'amore. Anche in situazioni umane disperate (carcerati, incurabili, pazzi, moribondi ecc.)il cristiano

spera contro ogni speranza, ancorandosi in Dio ed agendo in conseguenza. Perciò anche

le strutture della società terrena possono essere toccate dalla novità e dalla forza

della speranza cristiana.  L'elenco degli atteggiamenti umani e cristiani sostenuti

dalla virtù teologale della speranza potrebbe continuare, ma anche solo i pochi

accenni fatti sono sufficienti a persuaderci che grande forza questa virtù

costituisca per la nostra vita cristiana. Facendoci tendere con forza alla

realtà futura, ai beni che non passano, la speranza teologale rende sciolto e deciso

il nostro cammino verso l'Amore, verso la santità. Essa aumenta le nostre energie,

il nostro slancio nel fare il bene. Se nel mondo si fanno spesso sforzi disperati,

si affrontano lotte e fatiche di ogni genere per raggiungere risultati materiali

(e come tali mai totalmente soddisfacenti),quanto più noi cristiani,

sorretti dalla certezza dell'intervento di Dio e della vittoria finale,

potremo impegnarci in cose belle e sante, anche quando trascendono

le nostre deboli forze...I Santi, uomini e donne della speranza, ci sono

splendidi esempi in materia: basti pensare cosa è riuscita ad operare

quella piccola donna rugosa che fu M. Teresa, a livello mondiale, e

come lei e prima di lei, un D. Bosco, un D. Orione, un Cottolengo e mille altri.

E cosa riusciremmo ad operare noi, nel nostro piccolo, se ci nutrissimo di più di speranza.

Non presuntuosi, perché ben sappiamo che tutto dipende da Dio e

senza di Lui non possiamo fare nulla di buono; ma neppure scoraggiati e,

tanto meno, disperati. Il vero cristiano non si preoccupa troppo delle avversità terrene,

ma cammina deciso e spedito verso i beni futuri. Non si disinteressa delle cose della terra,

ma neppure vi ci si lascia invischiare e trattenere. Nessuno è impegnato come lui, ma nello stesso

tempo libero come lui, perché il suo cuore è colmo di fiducia in Dio e il suo sguardo spazia su orizzonti

che trascendono la scena del mondo presente. Sappiamo anche che nei gradi più alti la speranza cristiana

diventa spirito d'abbandono in Dio. Ci sentiamo come piccoli bambini nelle Sue braccia di Padre, ci lasciamo

portare da Lui dovunque a Lui piaccia, diventiamo strumenti docili del Suo amore. E' "la piccola via" praticata

ed insegnata dalla piccola Santa di Lisieux, Teresina del Bambin Gesù, che ha condotto verso i vertici dell'amore

e dell'offerta di sé, centinaia di migliaia di anime. E su questa via si vive amando e si muore cantando. Per questo S. Francesco, giullare di Dio, era solito ripetere: , e così esortava i suoi frati:E vivendo con questa incrollabile speranza, morì cantando. Scrive di lui il suo primo biografo, fra Tommaso da Celano: E' quello che auguro a me e a voi, perché possiamo tutti cooperare a ridare speranza e certezza ad un mondo sbandato e demotivato e spesso disperato e deluso dinanzi ai suoi idoli materialistici, perché soltanto il nostro Dio è il Dio della speranza, in Cristo Gesù morto e risorto per noi!

http://www.rocciadisalvezza.it/scritti/fra_umile/LA_SPERANZA.htm

 

 
 
 

L'Apostasia

Post n°39 pubblicato il 13 Maggio 2010 da paceebene_2009
 
Tag: fede
Foto di paceebene_2009

Estratti dalla recente intervista con
Padre Nicholas Gruner, S.T.L., S.T.D. (Cand.)Cos’è l’Apostasia?

In quest’epoca di Apostasia, sin dal 1960, stiamo vivendo nel periodo del Terzo Segreto, ed il Cardinale Ciappi ci dice che il Terzo Segreto stesso ci avverte dell’Apostasia. Apostasia è un termine greco che significa “ribellione”. Uno studioso delle Scritture mi fece notare che la grande apostasia predetta appunto nelle Scritture consisterà in una diffusa decadenza nella convinzione nella Fede Cattolica, così come nel rifiuto di vivere da buoni Cattolici. Tutti gli esseri razionali seguono prima la ragione: ragione giusta o ragione sbagliata. Le persone, nella maggior parte dei casi, seguono ciò che i loro pensieri dicono loro di vedere, proprio come noi guardiamo dove andiamo con i nostri occhi. Quando ci decidiamo a fare qualcosa, prima di tutto la pianifichiamo; prendiamo una decisione – questo è dove voglio andare, questo è cosa voglio fare – e poi la seguiamo.

Perciò, avere una falsa dottrina al posto della vera Fede conduce all’Apostasia. Ma qualcuno potrebbe dire, “Ma io sono una brava persona, non capisco tutta questa roba di dottrina, io credo in quel che credo. Se saremo brave persone, andremo in Cielo. A che ci servono tutti questi piccoli punti dottrinali?”

In risposta, ricordate che Nostro Signore disse a Pilato, “Per questo motivo io sono venuto al mondo per testimoniare la verità.” Il punto è che Nostro Signore morì come testimone della verità. Perciò la verità è importante. La dottrina, e cioè la verità rivelata da Dio, è importante.  

Perchè  la gente della nostra epoca sta cadendo nell’Apostasia? Perché non hanno amato la verità. Così Dio Stesso sta mandando un’influenza ingannatrice tra le persone, perché esse non amano la verità. (Tess. 2 2:10) La verità è un valore primario. Se non amiamo la verità, allora ogni altra cosa che facciamo non conta nulla. Dobbiamo amare la verità. Dobbiamo cercare la verità.

Conoscere la verità

Come conosciamo la verità? Come Cattolici, conosciamo la verità per ciò che la Chiesa Cattolica ha definito infallibilmente. Se qualcuno contraddice una definizione infallibile, in tutta onestà non può dire di essere un vero Cattolico, sebbene possa essere ignorante perché non conosce nemmeno l’“ABC” del Cattolicesimo.

San Paolo stesso disse: “Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema! (Gal. 1:8) E cioè, che sia maledetto, che vada all’inferno, non abbiate niente a che fare con lui.

Ovviamente, l’insegnamento di una dottrina diversa da quella che venne insegnata da Cristo attraverso gli Apostoli è un male per voi. San Paolo vi maledice all’inferno per questo. Ora, certamente San Paolo, così come io stesso, spererebbe che vi pentiste, che cambiaste la vostra dottrina, e tornaste indietro alla conoscenza e all’insegnamento della verità. Ma se non lo faceste, allora il vostro destino sarebbe di essere contro Dio, di essere contro ciò verso cui Dio è favorevole, e di essere contro Gesù Cristo. Cristo morì sulla croce per darci la verità, e voi state calpestando tutto ciò, dicendo che la verità non ha importanza. È per questo motivo che la Chiesa Cattolica insegna infallibilmente che gli eretici e coloro che rifiutano di accettare la verità andranno all’inferno per sempre, se non si pentono.  

L’annientamento della Fede è peggiore 
dell’annientamento delle nazioni

Il Vescovo Amaral, l’ex vescovo di Fatima, dopo aver consultato Suor Luciaa proposito del Terzo Segreto, disse che esso non riguardava missili Balistici intercontinentali, bensì la Fede. Cosa significa quindi l’annientamento delle nazioni? L’annientamento fisico è qualcosa di terribile e non intendo minimizzarlo, ma non lo si può neanche paragonare alla perdita eterna delle anime.

Se un Paese, per esempio, viene annientato da un attacco missilistico, certamente le persone muoiono di una morte orribile; ma se sono in uno stato di grazia, vanno in Paradiso ed hanno raggiunto il loro destino per tutta l’eternità. D’altro canto, se esse hanno commesso apostasia, e cioè se coloro che hanno ricevuto il battesimo ed hanno accettato Cristo Lo hanno in seguito negato, hanno poi rifiutato il Suo insegnamento, dicendo che non ha importanza, allora la loro anima andrà all’inferno per tutta l’eternità.

L’apostasia di una nazione, quindi, è di gran lunga peggiore dell’annientamento di una nazione. E l’apostasia di un continente è peggiore dell’apostasia di una nazione. Il Terzo Segreto parla di intere nazioni che commettono apostasia e perdono la Fede. Ho lavorato per 28 anni al fine di salvare le nazioni dall’annientamento; ma molto di più: per la salvezza delle anime, affinché non commettessero apostasia.

Gesù disse di Giuda che per lui sarebbe stato meglio non essere mai nato. Tradire Cristo è qualcosa di terribile, e voi state tradendo Cristo mentre insegnate una falsa dottrina, in quanto siete consapevoli per tutto il tempo del fatto che non state insegnando la dottrina della Chiesa. È un tradimento terribile. Certamente i peccati personali sono terribili ed il problema è che questo corrompe i loro cuori, e dopo un po’ essi cadranno più facilmente nell’eresia e nella falsa dottrina, e verranno utilizzati con maggior facilità per promuovere l’opera del diavolo.

Un dovere solenne

Ricorderete che l’attacco a Pearl Harbor avrebbe potuto essere evitato se il Comandante in Carica non avesse tenuto nascoste le informazioni che avvertivano dell’attacco pianificato. È sbagliato. Gli uomini e le donne avevano il diritto di sapere, così da avere almeno una chance di combattere per salvarsi la vita.

Considerate, allora, quanto sia peggiore per il Comandante in Carica della Chiesa Cattolica, il Santo Padre, non rendere pubbliche le informazione di cui è venuto in possesso dal Paradiso a proposito dei piani del diavolo per rubare le nostre anime. A loro volta, i suoi vescovi, dato che sono a capo di una diocesi, hanno una responsabilità divina, assegnata loro da Dio Stesso, di prendersi cura delle anime di quel territorio. Il Papa ed i vescovi devono rispondere a Dio per quelle anime. È dovere del Papa nei confronti di quei vescovi quello di fornire loro tali informazioni, in modo che essi stessi possano passarle ai loro funzionari principali, i parroci. Allo stesso modo, ciascun parroco è personalmente responsabile della salvezza delle anime nella propria parrocchia. Perciò, se il Comandante in Carica possiede informazioni che possano aiutare a salvare quelle anime nelle parrocchie, e non fornisce queste informazioni, allora è negligente verso il suo dovere di salvare quelle anime.

 

 
 
 

P. Charles De Foucauld _ Dio nella nostra vita

Post n°38 pubblicato il 11 Maggio 2010 da paceebene_2009
 

 

[Signore Gesù] per me, per mostrarmi il tuo amore, per mostrarmi l’orrore del peccato che vuoi espiare con tali supplizi, per indurmi a non commettere più peccati che ti son costati così cari, per insegnarmi  il  coraggio  e  per additarmi il cammino del martirio, per darmi l’esempio di questa sofferenza che è la dimostrazione della virtù, dell’amore e del coraggio, e senza la quale non si entra in cielo;

per me, per farti amare da me nel vedere ciò che soffri per amor mio;

per me, per trascinarmi al tuo seguito, su questa via del dolore che distaccandomi dal mondo m’attacca a Dio;

per me, per mostrarmi il disprezzo che bisogna avere verso tutti i beni terreni, dal momento che un Dio, il quale ha scelto per parte sua ciò che sulla terra è il più perfetto, ha scelto tali dolori;

per me, per farmi vedere che cosa sono gli uomini e che cosa è Dio, quanto quelli sono ingiusti e crudeli, quanto questo è buono e amoroso;

per me, per distaccarmi dagli uomini che fanno soffrire e per attaccarmi a Dio che soffre per me;

per me, per ispirarmi un profondissimo dolore per le mie colpe, che costano al mio Beneamato tanti tormenti;

per me, per intenerire il mio cuore e far scorrer dai miei occhi torrenti di lacrime, nel vedere il mio Beneamato, infinitamente amabile, divinamente vero, bello e buono, che mi ama infinitamente e che aguzzini vociferanti e imprecanti, con la bestemmia e l’ingiuria sulla bocca, battono e battono con  colpi  sempre  più  fitti,  coprendo di contusioni il suo dorso, le spalle, le reni, i fianchi, le braccia, il petto, rendendolo in un istante tutto livido e, poi un minuto dopo, facendone sgorgare il sangue.

"Amiamo Dio, perché ci ha amati per primo". La Passione, il Calvario, è una suprema dichiarazione d’amore.

Non è per redimerci che tu hai sofferto tanto, Gesù! Il più piccolo dei tuoi atti ha un valore infinito, poiché è l’atto d’un Dio, e sarebbe stato sufficiente, anzi sovrabbondante, per redimere mille mondi, tutti i mondi possibili.

È per santificarci, per portarci, per spingerci ad amarti liberamente, poiché l’amore è il mezzo potente per attirare l’amore, poiché amare è il mezzo più potente per farsi amare... e poiché soffrire per chi si ama è il mezzo più invincibile per dimostrare che si ama... e più le sofferenze sono grandi, più la prova è convincente, più l’amore di cui si dà dimostrazione è profondo.

Mio Dio, quanto ci ami, tu che per noi hai voluto essere sprofondato in quest’abisso di sofferenze e di disprezzo, tu che in tal modo hai voluto darci tante lezioni, ma innanzitutto, soprattutto, hai voluto dimostrarci il tuo amore, quest’amore inaudito grazie al quale il Padre ha dato il suo unico Figlio, e l’ha dato in mezzo a tali sofferenze e tali umiliazioni allo scopo di indurci, con la vista, con la certezza di un sì immenso amore, dimostrato e dichiarato in maniera così toccante e commovente, allo scopo d’indurci con ciò ad amare Dio a nostra volta, ad amare l’Essere così amabile che ci ama tanto. Amiamo Dio, poiché egli ci ha amati per primo.

Il santo Vangelo ci dice: "Gli diede nome Gesù". Gesù vuol dire Salvatore: il salvatore è colui che dona la salute, il Cielo, il possesso di Dio attraverso la conoscenza e l’amore. Nostro Signore ha voluto che il suo stesso nome gridasse, cantasse il suo immenso amore per noi: perché amare vuol dire volere il bene; volere un bene immenso è amare immensamente; il nome di Salvatore grida che Dio ci vuole un bene immenso, infinito; l’eterno possesso di lui stesso ci ripete ad ogni momento che Dio ci ama infinitamente, immensamente.

Attraverso il suo nome, Gesù ci lascia intravedere che egli, divin Salvatore,  verserà  tutto il suo sangue per dare il paradiso agli uomini;  ci chiede zelo per le anime e sacrificio fino al martirio; ci dice che lui, il nostro Amato, è venuto sulla terra "per servire le anime lavorando per la loro salute e dare la sua vita per la salvezza di molti", e ci invita a imitarlo consacrando la nostra vita alla stessa opera ed offrendo per essa il nostro sangue.

Egli ci ha dato l’esempio: vita nascosta (Nazareth), vita solitaria (i quaranta giorni di deserto), vita pubblica (i tre anni di predicazione). Queste tre vite sono ugualmente perfette, poiché Gesù, sempre ugualmente perfetto in ogni periodo della sua vita, sempre Dio, le ha condotte tutte e tre. Esse sono ugualmente perfette in se stesse, ma per noi non è ugualmente perfetto l’abbracciare l’una o l’altra; è indispensabile abbracciare quella in cui Dio ci vuole.

Gesù si offre per essere il compagno di tutte le ore. E questo non ci basta? Lasceremo il Creatore per andare alle creature?

Si, Gesù basta: là dove Egli è, niente manca.

Adoriamo, baciamo, amiamo, lodiamo ogni parola del nostro Diletto.

Sarebbe troppo dolce sentire che amiamo Gesù, che siamo amati da lui e che siamo contenti della sua felicità: se sentissimo ciò, la terra sarebbe un paradiso. Contentiamoci di volere e di sapere con più merito e meno dolcezza.

La volontà dell’Amato, qualunque essa sia, deve essere non solo preferita, ma adorata, amata e benedetta senza limiti: bisogna adorarla come il Diletto stesso, ed amarla come lui smisuratamente.

Teniamo, senza tregua, lo sguardo rivolto all’immenso amore di Dio per noi, questo amore che egli ha fatto sopportare per ognuno di noi tante sofferenze, e che gli rende così dolce, piacevole e naturale farci le grazie più grandi. Si può compiangere colui che fa la volontà di Nostro Signore? Vi è forse qualcosa di più dolce al mondo che fare la volontà di colui che si ama? E se, nell’eseguirla, si trova qualche sofferenza, allora la dolcezza è raddoppiata!...

L’amore consiste nel permutare tutti i beni con tutti i dolori, per amore del Signore. L’amore consiste non nel sentire che si ama, ma nel voler amare; quando si vuol amare, si ama; quando si vuol amare sopra ogni cosa, si ama sopra ogni cosa.

Se accade che si soccomba a una tentazione, è perché l’amore è troppo debole, non perché esso non c’è: bisogna piangere, come san Pietro, pentirsi, come san Pietro, umiliarsi, come lui, ma sempre come lui dire tre volte: "Io ti amo, io ti amo, tu sai che malgrado le mie debolezze e i miei peccati io ti amo".

L’amore che Gesù ha per noi, egli ce l’ha dimostrato abbastanza perché noi possiamo crederci senza sentirlo; sentire che noi l’amiamo e ch’egli ci ama, sarebbe il paradiso; il paradiso, salvo rari momenti e rare eccezioni, non è per quaggiù.

Narriamoci spesso la duplice storia delle grazie che Dio ci ha fatto personalmente dopo la nostra nascita, e delle nostre infedeltà; vi troveremo - soprattutto noi che abbiamo vissuto per molto tempo lontani da Dio - le prove più sicure e più commoventi del suo amore per noi, come anche, purtroppo, le prove sì numerose della nostra miseria. C’è motivo per immergerci in una fiducia senza limiti del suo amore (egli ci ama perché è buono, non perché noi siamo buoni, le madri non amano forse i loro figli traviati?) e motivo per sprofondarci nell’umiltà e nella diffidenza verso di noi.

L’ora meglio impiegata della nostra vita è quella in qui maggiormente amiamo Gesù. Ricordarsi soltanto di Gesù, pensare soltanto a Gesù, considerando un guadagno qualsiasi perdita con la quale riusciamo a dare in noi maggior posto al pensiero e alla conoscenza di Gesù, al cui confronto tutto il resto è nulla.

Di che parleremmo noi, non di Colui che è la nostra vita, per il quale respiriamo, per il quale solo noi vogliamo vivere, al quale apparteniamo senza limiti e senza riserve, corpo, anima, mente, cuore... ? Tutto è di lui, tutto è per lui! È com’egli è divinamente buono a permettere che delle formiche come noi lo amino!

[Il 1° dicembre 1916, giorno della sua cruenta morte, Charles de Foucauld così scriveva a sua cugina Maria de Bondy:]

Come è vero, non ameremo mai abbastanza; ma il buon Dio che sa con che fango ci ha impastati, e che ci ama più di quanto una mamma può amare suo figlio, il buon Dio che non può morire, ci ha detto che non respingerà chi andrà da Lui...

 

 

 
 
 

Il Cuore Immacolato di Maria dono di Dio all'umanità

Post n°37 pubblicato il 03 Maggio 2010 da paceebene_2009
Foto di paceebene_2009

 

 

Il Signore nella perfezione del Creato ci ha dato il dono del tempo. Il tempo è il punto centrale della nostra vita. Nel tempo l'uomo è entrato con la disubbidienza a Dio. Si è tracciato così il limite della sua vita terrena. Limite in ogni sua manifestazione delle sue opere. Limite anche come tempo fisico attraverso lo svolgersi del cambiamento climatico e della natura. E' davvero meraviglioso questo scambio vitale e dipendente che l'uomo ha con il creato. Un reciproco donarsi, un reciproco contraccambiarsi. Ecco cosa siamo: un dono nel dono, una ricchezza nella ricchezza. Opera meravigliosa di Dio, perfetta e gratuita, un'invito all'amore, al rispetto, alla meditazione di si tanta meraviglia donata alla sua creatura: l'uomo. L'uomo cellula dell'Amore di Dio creato per restare in comunione reciproca col Suo Creatore, erede di un Amore senza fine. Creato dall'Amore per l'Amore. Il tempo di Dio non è equivalente al tempo dell'uomo. L'uomo quindi pur avendo conseguito il limite del tempo, Dio gli ha concesso il tempo ricco di grazia per la sua vita terrena. Così gli ha dato di vivere la sua esistenza attraverso la manifestazione delle varie diversità di climi nei luoghi sparsi in tutto il pianeta. Gli ha donato la meraviglia del cielo e dello spazio con la stupefacente coltre di stelle e di pianeti. Ma tutto immerso nel limite di quel tempo a lui assegnato e e con un termine. Lo spazio che ci viene dato, serve per meditare quale dono sia l'esistenza umana. Attraverso i cambiamenti climatici definiamo la diversità delle stagioni, così l'uomo ha definito il ciclo climatico in stagioni. A volte ci pare di vivere la nostra vita proprio come fossero passaggi caratteristici di stagioni.  Se ci pensiamo bene, ci accorgiamo che la nostra esistenza non  conosce solo le stagioni climatiche ma ha vissuto anche interiormente le stagioni dello spirito. Questo perché la nostra crescita spirituale incomincia già prima che la nostra ragione prenda l'uso dell'intelletto. La maturità spirituale non si scopre in contemporanea di quella razionale, ma anche in questo stato di essere i tempi sono diversi: razionalità, spiritualità. Prendere coscienza di quello che siamo avviene sempre in tempi diversi. Qui incominciano le nostre stagioni. Il cammino dell'uomo è costellato di mistero e seppur dotato di intelligenza, ciò che ha reso più difficile la comprensione è la conoscenza di se stessi e del suo stato interiore che lo lega inspiegabilmente al Suo Creatore. Ecco il nostro tempo, il tempo che non curiamo mai abbastanza,  riservato a curare  il legame infinito ed eterno con Dio. Ecco le stagioni, le stagioni sono quelle strade che si attraversano per crescere, scoprire e scegliere la vera strada che vogliamo alla fine percorrere. Le stagioni sono il cammino dello spirito attraverso la quotidianità della nostra vita, dove gli stimoli e le corrispondenze ci portano a fare di noi persone diverse per imparare e trasmettere. 

Questo è il tempo di Maria, il mese di maggio, quale offerta da parte nostra in modo speciale per pregare il santo rosario, rispondendo a Lei che desidera da noi questo regalo. Noi rispondiamo secondo le nostre forze spirituali e fisiche.  Questo è il momento che ognuno di noi può coltivare per la propria crescita e per aiutare i suoi fratelli nel mondo.

Il mese di maggio è quel mese primaverile dove le piogge lasciano il posto timidamente al sole per far sbocciare le rose e dare alla natura di scaldarsi e risvegliarsi ol fiorire dei  prati e delle colline, dove i cinguettio degli uccelli è festoso e tutto si riveste di gioia. Così anche il cuore dell'uomo si apre a Dio e sceglie il Fiore più bello da offrirGli la preghiera attraverso il Cuore Immacolato di Maria. Il mese di maggio è il mese della luce e del colore e del profumo dei fiori che riempiono la terra, anche il contadino è felice perché la natura si sta preparando la raccolto verso l'estate. Così anche noi accogliamo la Vergine Maria col santo rosario perché ci conceda di essere accolti dalla grazia di Dio. Lei è la nostra Guida Spirituale, con Lei possiamo camminare sulla strada giusta verso la meta del Paradiso. Ecco ciò che deve essere il nostro fine, frutto del nostro seminare su questa vita: l'Eternità per tutti i fratelli del mondo insieme.

 

Ave stella del mare, 
madre gloriosa di Dio, 
Vergine sempre, Maria,
porta felice del cielo. 
"L'ave» del messo celeste 
reca l'annunzio di Dio, 
muta la sorte di Eva, 
reca al mondo la pace. 
Spezza i legami agli oppressi, 
rendi la luce ai ciechi, 
scaccia da noi ogni male, 

chiedi per noi ogni bene.
Mostrati Madre per tutti, 
porta la nostra preghiera, 
Cristo l'accolga benigno, 
lui che si è fatto tuo Figlio. 
Vergine santa fra tutte, 
dolce regina del cielo, 
rendi innocenti i tuoi figli, 
umili e puri di cuore. 
Donaci giorni di pace, 
veglia sul nostro cammino,  
fa che vediamo il tuo Figlio, 
pieni di gioia nel cielo. 
Gloria all'altissimo Padre, 
Gloria al Cristo Signore, 
Gloria allo Spirito Santo, 
l'inno di fede e di amore. 
Amen.

 

 
 
 

In questo tempo.................

Post n°36 pubblicato il 08 Aprile 2010 da paceebene_2009

Stiamo vivendo il tempo Pasquale. Un tempo in cui è necessario riprendere quella parte di noi che pare stia sfuggendo velocemente, come se la priorità quotidiana del vivere materiale, fatto di azioni pur sempre buone, necessarie, ma che per pigrizia del nostro stare all'ascolto della Parola di Dio, sia  un rimandare a domani e  sia prolungato a data da destinarsi. Ogni giorno che passa è sempre un avvicinarsi all'incontro con il Signore, ogni attimo rimandato è un allontanare da noi il pensiero di fermarsi e stare in silenzio e mettersi in preghiera per preparare l'incontro con Gesù. Cosa succede nella nostra vita? Cosa ci spinge a non sentire il desiderio di incontrarsi con Gesù? Torno indietro e vedo il percorso fatto, mi pare di aver camminato per una strada che pareva lunga e difficile. Guardo a ritroso nel mio cuore, vedo e ascolto. Mi accorgo che il tempo trascorso,  è solo passato un' attimo fà. Ed tutto un vuoto. L'affanno del vivere mi trascina via e lo spirito stanco è debole. Il cuore e la mente insieme appaiono confusi e storditi, la strada percorsa sino adesso è stata fatta all'insegna dell'illusione del vivere  superficiale. Ed ora sono qui. Guardo me, la persona che è in me, la mia anima che chiede aiuto per andare a dissetarsi e rifugiarsi nel silenzio della pace. Mi accorgo improvvisamente che la solitudine ha vissuto in me pur circondata da una moltitudine di persone. Oggi è tempo di Pasqua, tutti festeggiamo la Pasqua. Quale Pasqua? Ogni anno si ripete un'avvenimento? Quale avvenimento? Mi fermo un'attimo e guardo come per la prima volta quel Volto. Il Volto è luminoso, lo sguardo mi invita a fermarmi, mi sento improvvisamente invitata a contemplare ciò che  quel bellissimo Volto mi trasmette. Sento in me gioia, una gioia nuova. Contemplo la Luce del Volto di Gesù Risorto in quel momento mi accorgo che sto entrando nella Pasqua di Resurrezione. Quella pace di cui tutti parlano e sventolano non è la stessa. La Pace del Cristo Risorto è entrata in silenzio di adorazione nella mia anima, tutto è più semplice, tutto è leggero, sono nella pace, sono nella luce. Contemplo il Volto di Gesù e mi sento coinvolta, amata, tutto il peso è scivolato via. Entrare per la Via si rinasce a nuova Vita e nella Verità si accede alla conoscenza dell'Amore di Dio. Siamo entrati nel suo Amore perché Egli ci ha guardato. Oggi Gesù non è amato, più di ieri, viene accusato, calunniato, offeso, indagato, processato. Cosa ha fatto il mio Dio per meritare tutto ciò? Egli mi ha creato con Amore, mi ha dato le sue ricchezze materiali per vivere su questa Terra dal LUI stesso creata perfetta, per viverci, mi ha dato le sue ricchezze spirituali per stare con LUI e ringraziarlo e adorarlo, pregarlo e lodarlo. Tutto viene da Dio-mio Padre anche suo Figlio Gesù, eppure ancora dopo millenni Dio nel Padre e Figlio e Spirito Santo, non è amato. 

In questo tempo pasquale Gesù ci chiama ancora a Sè, ritorniamo a Lui, andiamo da Lui, stiamo in ginocchio a pregare. Chiediamo a Lui le grazie necessarie per  camminare nella fede. Scopriamo il vero significato della Pasqua. Essa ci guiderà sino all'eternità. Contempliamo La Resurrezione di Gesù, scopriremo di quale tesoro noi siamo partecipi. Conoscere Gesù è l'inizio di una meravigliosa amicizia. Lasciamo condurre da Lui, facciamoci come bambini e Gesù ci prenderà per mano.

 

 

 
 
 
 

VIA CRUCIS CON GIOVANNI PAOLO II NEL 2004

da youtube

 

INTERVISTA A DIO

 

PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO

Preghiera allo Spirito Santo

 

Ogni giorno invochiamo lo Spirito Santo:Quando ti alzi; quando sei stanco; quando sei disperato; quando sei nel buio della fede; prima di iniziare ogni attività giornaliera; ogni volta che senti di non farcela. Non esitare, incomincia, lo Spirito Santo non tarderà a venirti incontro nella perseveranza.

Vieni Spirito Santo.  Vieni per mezzo della potente intercessione del Cuore Immacolato di Maria tua Sposa amabilissima. illumina le nostre menti, purifica e fortifica il nostro cuore, allontana da noi tutto ciò che ti addolora.

Vieni, Spirito Santo, manda a noi dal cieloun raggio della tua luce.

Vieni, Padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto; ospite dolce dell'anima,

dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo. Nel pianto conforto. O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano, i tuoi santi doni. dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen.

Manda il tuo Spirito e sarà una nuova creazione! E rinnoverai la faccia della terra.

 

 

 

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 


Durante l'apparizione del 23 giugno 1985,
la veggente Jelena Vasilj riferisce
che la Madonna ha detto a proposito
di questa Preghiera per l'ammalato:
«Cari figli, la preghiera più bella
che potreste recitare per un ammalato
è proprio questa!».
O mio Dio, questo ammalato che è qui davanti a te,
è venuto a chiederti ciò che desidera e che ritiene
essere la cosa più importante per lui.
Tu, o Dio, fa’ entrare nel suo cuore la consapevolezza
che è importante innanzitutto essere sani nell’anima!
O Signore, sia fatta su di lui la tua santa volontà in tutto!
Se tu vuoi che guarisca, che gli sia donata la salute.
Ma se la tua volontà è diversa,
fa’ che questo ammalato possa portare la sua croce con serena accettazione.
Ti prego anche per noi che intercediamo per lui:
purifica i nostri cuori per renderci degni di donare la tua santa misericordia.
O Dio, proteggi questo ammalato e allevia le sue pene.
Aiutalo a portare con coraggio la sua croce così che attraverso di lui venga lodato e santificato il tuo santo nome.
(dopo la preghiera, recitare tre volte il Gloria)






 

 

ULTIMI COMMENTI

AVE MARIA, PIENA DI GRAZIA

 

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963