cerco diogene

LA WATERLOO DI VELTRONI!!!!


Una débacle è una débacle e la vittoria schiacciante inSardegna del candidato del centrodestra Cappellacci col 51,86% dei consensi contro il 42,9% di Soru non può essere definita altrimenti. Come suggerivaWendel Phillips “ognuno finisce per trovare la sua Waterloo”.E di una Waterloo si tratta, perché oltre ad essere una significativa sconfitta elettorale è, anche e soprattutto, una sconfitta politica. Può piacere o meno, ma l’elettorato ha, di fatto, voluto premiare i provvedimenti ele politiche del Governo, tanto contestate dall’ opposizione.Ma come si è arrivati alla Waterloo di Veltroni e del Pd?Credo, siano state le non-scelte, la mancanza di segnalichiari di svolta, le cause del progressivo indebolimento della leadershipveltroniana e del fallimento del Pd.Perché se si vuole davvero cambiare rotta e prospettivapolitica, non si può accettare che la vecchia nomenclatura del Partito ti“condizioni” (vedi Bassolino e Iervolino a Napoli) o proporre come leader, ilmodello bonsai e sardo di Berlusconi; non si può oscillare tra il tintinnio salvifico delle “manette” di DiPietro (secondo dati recenti, dopo tangentopoli la corruzionenell’amministrazione pubblica del nostro Paese è cresciuta) e la tentazione“comunista” di risolvere tutti i problemi economici globali con una pioggia disussidi (vedi, la proposta dell’assessore regionale, Corrado Gabriele a Napoli).Se si vuole essere un leader riformista, democratico,liberale e libertario si deve scegliere con chiarezza da che parte stare e con chi si vuole stare. E’ necessario proporre, più che essere anti. Bisogna osare,più che rassicurare e mettere nel conto che si perderà qualcosa, ma che così facendo, si riuscirà anche a dare una classe dirigente ed un futuro al partito.Bisogna saper rinnovare il lessico e l’azione politica ed individuare prospettive ed opportunità convincenti per tutti.Ha fatto bene Veltroni a dimettersi, dando così un segnale  forte al partito. Adesso spetterà alla nomenclatura fare un passo indietro, perché il Paese ha bisogno di un’opposizione costruttiva, riformista e liberale.Elena Varriale