IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO MI HA PUBBLICATO OGGI LA SEGUENTE LETTERA: “ANCH’IO HO UN’IDEA PER BAGNOLI PERCHE’ NON PUNTARE SULL’IDROGENO?”Caro Direttore,l’identità ambientale e storica di un territorio aiuta a capire quali possano essere le sue potenzialità produttive e di sviluppo. E il caso Bagnoli, in questo senso,è davvero emblematico perché si tratta di un territorio dall’identità complessa che contiene in sé, sia la significativa storia operaia della nostra città chel 'aspirazione di diventare una méta ambita di turismo. Dunque un mix non risolto, di porto e di fabbrica. Se questo è vero, potrebbe forse essere auspicabile per Bagnoli pensare ad un progetto che miri a realizzare un’ industria moderna e pulita capace anche di valorizzare il suo porto. Mi riferisco a quanto sta già facendo la città di Genova che con un accordo siglato con l’Università dell’Idrogeno presenterà al prossimo Salone Internazionale della Nautica di Genova il progetto “Nautica ad idrogeno”, un’ anteprima mondiale di barche a vela all’idrogeno.Scommettere sul futuro potrebbe essere la chiave vincente di Bagnoli ma anche di Napoli. L’esempio potrebbe essere quello di Arezzo, dove già dall’anno scorso, è una realtà: il battesimo del primo idrogenodotto al mondo che corre in mezzo alle case. Un tubo pieno di energia pulita che serve a produrre acqua calda ed elettricità. Da non sottovalutare, infine, anche la possibilità di produrre auto e trasporto urbano all’ idrogeno. La Regione Puglia ha già previsto la realizzazione di distributori di idrogeno ed idrometano (miscela al70% di metano e 30% di idrogeno) con produzione locale di idrogeno mediante elettrolizzatori con energia elettrica prodotta da impianti solari ad alta efficienza ed eolico a basso impatto visivo e sonoro. ElenaVarriale Marco Demarco,Direttore del Corriere del Mezzogiorno,ha così risposto: Partire dal futuro, e che altro potremmo fare? Il passato di Bagnoli è quanto di peggio ci sia. E’ un passato di ideologismi che hanno provocato disastri. Abbiamo mantenuto in vita una fabbrica che non aveva mercato e non siamo stati capaci di realizzare al suo posto niente di buono. Si investa sul futuro, dunque. Sull’idrogeno e su quel che si vuole. Ma si investa.Su un punto Vezio De Lucia, padre della nuova Bagnoli, quella che non è mai nata, ha infatti ragione. Bello o brutto che fosse, il suo progetto meritava comunque di essere realizzato e poi giudicato. Assurdo, invece, giudicare il nulla. E’ da anni che ciclicamente da Comune e Regione si mette in campo l’ipotesi di un accordo di programma per rivedere il piano regolatore. Se solo mettessimo in fila tutte le volte in cui è stato dato l’annuncio di un accordo di programma avremmo la prova visiva della inutilità dell’attuale classe dirigente.Al punto in cui siamo non è difficile prevedere come andrà a finire. Un bel giorno sentiremo Berlusconi annunciare che anche di Bagnoli si occuperà la Protezione civile, e per essa, Guido Bertolaso. Ad essere sinceri, eppure ammettendolo con tutto lo sconforto possibile, non sarebbe neanche una cattiva idea.