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Magistratura e cittadini: qualcosa deve cambiare?


post del 04/08/06
20 Giugno 2006: a Bari, il giudice per le indagini preliminari Giuseppe De Benedictis dispone, a carico di Raffaele Fitto, ex Governatore della Regione Puglia, la misura cautelare degli arresti domiciliari.Il provvedimento cautelare scatta in via provvisoria, nell'attesa che, la Camera dei Deputati, autorizzi l'arresto di Fitto, consideratone il suo status di parlamentare.Il 12 Luglio, con una lettera al Presidente della Giunta, Carlo Giovanardi, Fitto chiede che venga autorizzato il proprio arresto.Il 19 Luglio, nell'aula di Montecitorio, l'Onorevole ribadisce la propria rinuncia all'immunità parlamentare e la volontà di essere tratto in arresto come un comune cittadino;il tutto avviene attraverso un lungo intervento, dal quale emerge, inconfutabile, il quadro delle pericolose contraddizioni che caratterizzano il nostro sistema giudiziario.In quel giorno il dibattito si conclude con il rifiuto, pressocchè unanime della Giunta per le Autorizzazioni, a consentire l'arresto del parlamentare pugliese.Il 2 Agosto 2006, dopo 43 giorni di restrizione della libertà agli arresti domiciliari e, dopo il consueto processo mediatico, vengono meno, d'incanto, le esigenze che hanno giustificato la custodia cautelare, non di un uomo politico, ma di un     CITTADINO ITALIANO !!!!
Il giudice che dispone la revoca del provvedimento, è lo stesso che aveva firmato l'ordinanza di arresto.Il 3 Agosto 2006, l'On Fitto, chiede 1 milione di euro, a titolo di risarcimento danni, nei riguardi di Marco Dinapoli (procuratore aggiunto del Tribunale di Bari) e Lello Parise (quotidiano La Repubblica), nonchè, l'accertamento di eventuali illeciti disciplinari, rispetto al divieto di trasmettere agli organi di informazione, dichiarazioni o notizie sull'attività giudiziaria in corso.Già il 21 Luglio, con riferimento alla vicenda Fitto, il Presidente della Camera Fausto Bertinotti, aveva inviato al Consiglio Superiore della Magistratura, una richiesta di riflessione, sulle modalità di esercizio delle indagini giudiziarie, al fine di valutare opportune iniziative in merito.Per privare i CITTADINI ITALIANI della loro libertà personale attraverso la misura restrittiva del carcere o degli arresti domiciliari, non sono sufficienti gravi indizi di colpevolezza!!!! Devono coesistere ad essi, il rischio di fuga, quello di reiterazione o quello di inquinamento delle prove!Al posto di Fitto, poteva esserci un comune cittadino italiano...almeno gli sarebbe stato risparmiato il processo mediatico compiuto sugli organi di informazione...