certenottiqui

Calci


Spalle dritte. Occhi spalancati. Mani chiuse a pugno. Così. A muso duro, guardando sempre verso il cielo, affronto quest’altra dolorosa sfida. Un calcio in culo all’indifferenza e all’apatia. Un calcio al non amore di chi proprio non può, non ce la fa. Un calcio a chi non sa vincere le paure. Un calcio a chi con superficiale facilità decide di dire basta al bene. Di chi resta inchiodato al presente, credendo sia eterno e non ha la percezione del tempo che lascia scorrere senza vincerlo. Perdendo miseramente, lasciando che siano i timori e il passato a fare da padroni sulla vita. Un calcio al silenzio. Alle complicazioni mentali e alle sovrastrutture. Voglio autenticità e trasparenza. E così, ancora sola, ancora da me, ancora contando sulle forze, ancora scavando dentro, mi accingo a ricominciare. E’ sempre un eterno inizio. Vorrei un “in fieri”, ma è sempre “incipit”. E così sia.  Ritorno alle mie amate cose d’un tempo. Ritorno alle note e alle parole, ai sogni, alle ore passate con me, piene di senso e benefiche. Mi rimetto in viaggio, come sempre senza meta, senza fretta di arrivare. Quel viaggio che conosco, che mi ha arricchito la vita, che continua a ridarmi il respiro dopo lunghe apnee. Ancora sulla mia strada. Sono sopravvissuta al baratro, non mi fa paura un fosso…