certenottiqui

Dal fosso si vedono le stelle...


19 ottobre 2008Esce dalla terra con forza il cuore. Seppellito da troppo tempo, soffocato, stretto da radici robuste, prende forza all’improvviso e sbuca fuori dalla sua tana. E’ finito il letargo. Lo sento in un sussulto che piega in due il petto. Accelera, è affamato, urla. E’ di nuovo vivo. Gli occhi si tuffano ancora dentro uno sguardo che credevo sparito per sempre. Ci nuotano dentro con infinita gioia e sollievo. Un abbraccio lungo e stretto ha mille significati, un solo profumo, un attimo di paradiso.  E parole, parole che girano nervose intorno a due bocche, disegnano cerchi sempre più vicini, finché si toccano… ed è commozione, è emozione, è incredulità, è interminabile giro di sangue. E’ un bacio di sospiri e desideri, di conforto e liberazione, di sensi trattenuti e all’improvviso esplosi. Torna. Torna sempre. Come un temporale, come l’inverno e la primavera, come la notte, come la guerra, come la vita e come la morte. Torna perché non è mai andato via. E’ stato sempre qui, da qualche parte, dentro. Silenzioso a volte, rumoroso spesso. E’ qui e non passa. Non passa mai… 20 ottobre 2008 19. Diciannove. Ricorre. Mi stupisce ancora. Nella cabala di questi numeri sghembi della mia esistenza è una certezza. Mi sento intontita, ma felice. Ho scritto pagine e pagine, ho divorato insonni notti, mi sono fatta male con una bottiglia e un milione di ricordi, desideri, voglie e tormenti. Ho cercato altrove lui e quella sola emozione. E quando, rassegnata, ho rivolto finalmente gli occhi verso un nuovo orizzonte da scoprire, con la certezza assoluta che mai più l’avrei rivisto… ecco che ritorna. Per quanto tempo l’ho desiderato, cosa avrei dato per avere l’emozione di ieri, per perdermi ancora in quegli occhi e in quella bocca, per inebriarmi ancora del suo profumo, per sentire la sua stretta forte e decisa. E ieri era lì, con me, ancora dentro con forza impetuosa. L’ho sempre cercato, mi è sempre mancato. Ho ancora un pezzo d’anima e uno di cuore da dargli. Ho ancora la forza e la voglia di sentirlo addosso e nel sangue. Ho ancora la gioia di alzare gli occhi al cielo, vederlo, e sentirmi felice. Non importa nulla stavolta. Non c’è speranza né aspettativa. Non c’è tormento né attesa. Non c’è rabbia né incomprensione. Ora so tutto quello che c’è da sapere e va bene così. Non volto più le spalle all’amore e accetto il suo nuovo dolore…