certenottiqui

Casa


E’ passata. Anche stavolta sono sopravvissuta. Ogni volta è sempre uguale. Ogni Natale si allargano un po’ di più le maglie della mia già profondissima solitudine. Slabbrati buchi neri, pozzi di dolore che si riaprono per un po’ e si richiudono quando mi allontano da lì, il posto del non amore, dell’indifferenza, dell’incomprensione. Condannata a essere madre di mia madre e a difendermi da mio padre. Condannata a portare i fardelli degli altri, a combattere guerre che non mi appartengono, a lottare per cause che io ho già vinto da un pezzo. Ci fossero occhi rivolti verso me. Ci fosse mai una mano tesa, un abbraccio accogliente. Ci fosse interesse per la mia vita e la mia anima ferita, forse non sentirei questo bisogno assurdo di stare da sola, di spingermi in un angolo buio, di mostrare sempre i denti e le unghie. Avessi mostrato ad alcuno la mia debolezza, mi fossi appoggiata a una spalla, avessi chiesto aiuto anch’io, forse oggi non avrei questa pesante armatura da incollare addosso, utile a volte ma che non mi difende mai da me stessa. Ma tant’è…e la storia non si può cambiare, né riscrivere, almeno la mia… Solo che questa volta nessuna maschera ha potuto nascondere gocce di tristezza, cadute come frammenti di specchi su una tavola troppo imbandita, troppo piena di roba e tanto povera d’altre cose… Ho raccolto le mie poche cose senza valore e ho ripreso il cammino. Ininterrotto viaggio senza fame né sete, senza fretta, né nostalgia. La solita grigia strada piena di buche e curve, ghiacciata e scivolosa. Che mi ha portato a casa. La mia…