certenottiqui

Difetto


Un quesito senza risposta. Un difetto congenito. Un contenitore bucato. Deve essere così. Alcune cose s’infrangono su di me, ma rimbalzano. Mi toccano dentro e tornano indietro. Entrano dal portone principale in pompa magna ed escono dall’uscita secondaria, in punta di piedi, senza nemmeno un saluto. L’amore mi respinge. Fiuta il mio spirito e lo rifiuta. Non sceglie mai questo cuore da abitare. Neanche per una notte a pagamento. Neppure come stanza a ore. Mai. Eppure ho risorse per pagare bene, è compresa anche la colazione e un fiore sul letto. Bussano alle stanze della mia anima molte altre mani: offrono tempo, compagnia, ascolto, sesso. Mai amore. E’ sempre un fagotto di stracci quello che sono costretta a portarmi dietro. E c’è sempre un cammino da riprendere. Ad ogni sosta penso sempre di potermi fermare un po’ di più. Ma arrivano calci in culo prima che sia finito il mio tempo. C’è un senso di stanchezza rassegnata e cronica che resta appiccicata dentro. Senza parole né lacrime. Senza una giustificazione o una scusa. Senza rabbia né rancore. Qualcosa che già so, che aspetto come un temporale inevitabile. Dovrei imparare ad amare la mia solitudine molto più del mio cuore…