certenottiqui

Resurrezione


C’è sempre una tragedia dietro l’angolo da affrontare. Una nuova tempesta da attraversare. Attesa di un tempo che deve finire per forza. Mi ritrovo così. Spezzata. Ancora lacerata. Ma sempre in piedi. Ho provato a farla finita. Basta così. Al dolore c’è un limite. L’ho superato e non c’era rimasto più nulla da vivere. No, non volevo più andare avanti. Mi ero arresa, avevo deposto le armi, aspettavo la morte…Poi c’è sempre, purtroppo o per fortuna, da qualche parte un angolo di lucidità e attaccamento alla sopravvivenza che ti salva in extremis. E sei costretto ad alzarti e andare avanti. Stavolta però ho chiesto aiuto. Da sola era impossibile salvarmi. Mi sono affidata a qualcuno che piano piano mi sta restituendo la parte buona di me. Quella che stavo uccidendo. Ma continuo a rifiutare la gioia chimica. Nessuna pillola della felicità per me. Taglio di bisturi senza anestesia. Nuda e cruda cura del dolore. A qualsiasi costo. E’ un processo. A me stessa e al mondo intero. Un processo all’amore, ai sentimenti, al male subito, alla violenza di una vita che non volevo, non meritavo. Che mi ha reso brutta, aggressiva, inquinata, respingente. Un percorso che deve per forza restituirmi la pace, la tregua, la fine della guerra. Quante cose sono cambiate! Tutta la mia vita è cambiata. Ho dovuto fare una lunga scrematura di persone e cose. Cambiare mazzo di carte. Inventare una nuova piantina, con altre direzioni. Mi sento una vecchia appena nata. Devo ricostruire tutto. Non più sulle macerie del passato. Ma su un terreno intonso, nuovo, soleggiato. Riparto da me. Perché ho scelto di vivere. E allora voglio giocarmela bene questa vita. Poi sia quel che sia…