Cervello offresi

Non merito di essere italiano


All'ennesima notizia di sacrifici da fare per il bene comune, di manovre dolorose ma necessarie per salvare il Paese, confesso che ho cominciato a pensare a che ripercussioni avrebbero avuto quei numeri sul mio già precario tenore di vita familiare.Ho pensato, confesso, che forse non sarei nemmeno più arrivato alla "terza settimana" con lo stipendio; ho calcolato come contenere al massimo i costi "vivi" (cibo, carburante, utenze, rate, tasse varie) del budget famigliare; ho tagliato il tagliabile (con cibo e carburante ridotti al massimo non avrei avuto più scuse: mangiando di meno e muovendomi a piedi facendo 120 km al giorno avrei perso quei fastidiosissimi chiletti di troppo).Confesso, ho pensato solo ed esclusivamente ai "miei" problemi e mi sono "arrabbiato".Poi… la coscienza ha preso il sopravvento; ho visto il Premier visibilmente prostrato che, guardandomi negli occhi mi ha detto: «ho il cuore sanguinante!». Mi sono sentito un verme schifoso, un ingrato egoista bravo solo a chiedere beni, servizi e benessere al mio Paese senza dare mai niente in cambio se non le normali tasse che in un normale paese democratico si ciucciano quasi il 50% del mio reddito. Che infame sono!Oh… italiani, ministri, senatori, deputati so che chiedere il vostro perdono è troppo (e sono anche convinto di non meritarmelo), potete dirmi come fate a sopportarmi?Nel frattempo smetto di frignare e, con i miei ultimi dieci Euro, vado al ristorante del Senato e mi ordino il mio ultimo risotto al tartufo e una spigoletta alla griglia. Domani dieta ferrea e moto a volontà.