Cervello offresi

Ora posso dirlo


Ora che il dolore è meno opprimente, posso raccontare quest'episodio poiché sono certo che a Maurice avrebbe fatto piacere. Tanto.Eravamo 52 sul palco e, contro le 12 persone malamente assortite che formavano il colto pubblico di quel mitico concerto, potevamo anche farcela. Già, potevamo, ma non andò così. Avevamo bevuto troppo, hai voglia a dire "basta ragazzi, facciamo i seri, l'alcol ci rovina la voce, e se il falsetto del cugino Philip viene meno come ce la caviamo?". Phil tracannava, Maurice, il capo indiscusso, tracannava pure peggio. Anche gli altri 49 ci davano dentro e io… io ero tormentato dalla solita domanda, una domanda che in tanti anni di bevute, scazzottate e concerti non aveva mai trovato risposta. Quella notte nel camerino triste e in penombra la domanda tornò: "Che ci faccio qui, fra questi beoni, vestito come Elvs Presl, con un diploma di Analista Contabile in tasca?". E pensare che il mio sogno era di fare il ragioniere all'Auscìan e invece ero in giro per il mondo a farmi lampade abbronzanti, suonare e bere con gli Art Uind end Fair. Inutile dirvi che il concerto fu un massacro. Il mio cuore sanguinava (ma anche lo zigomo, il naso e il labbro inferiore). In primavera mando curriculum a raffica ai centri commerciali della mia zona. Lascio questa vita e metto la testa a posto. Forse. Molto forse.Nel frattempo vogliate gradire musica da ballo…