C'era una volta...

Post N° 231


Parlo a te, che hai voglia di mandare tutto affanculo.E sto parlando anche a te, che sei tanto depresso da non uscire più di casa senza quelle cazzo di pillole.Ti sei laureato a pieni voti, benché fossi già un po’ stanco di essere imbottito a mò di salame con un mucchio sterminato di nozioni. Sei cresciuto pensando che, facendo sacrifici e studiando duramente, ti saresti affacciato sul mondo come Tom Cruise nel film “il socio”, quando, neo avvocato, non ha che da scegliere tra le varie allettanti offerte di collaborazione in altrettanti prestigiosi studi legali di Memphis.Ma non è così, e lentamente lo stai imparando.In realtà, dai tempi della scuola non è cambiato granché. Uguale come prima. Oggi il docente di turno si chiama Galli ed è più noioso che mai.Sei ambizioso, ami studiare. O forse sei uno di quelli che la notte mette sotto chiave i libri di studio, perché la sola vista può dargli il vomito.Beh, quanti anni hai? Venticinque? Ventotto? Oppure hai da tempo superato i trenta? E continui a chiederti, commemorando i momenti più tristi della tua vita, cosa hai fatto per meritarti tutto questo. Attesa dopo attesa, delusioni e sofferenze, oggi sei pieno di frustrazioni e rimpianti. Se avessi risposto esattamente al quiz n. 45; se avessi riportato correttamente la dottrina della cassazione; se avessi letto per tempo quella stramaledetta sentenza; forse le cose oggi sarebbero diverse! Continui a rimproverarti, inutilmente.Sto parlando a te, che non sei più sicuro di nulla. A te, che abbassi lo sguardo di fronte al mondo mentre, pigramente, ti immagini ancora in fila allo sportello della procura della repubblica, quando consegnerai la prossima domanda di partecipazione al prossimo concorso. Cerchi di mettere a fuoco la faccia dell’impiegato. Ma l’unico dettaglio che riesci a cogliere è il suo ghigno insolente.Da un paio di mesi, poi, scoppi a piangere nervosamente ogni giorno, per non parlare delle crisi di rabbia e di panico. La prima volta che ti è capitato, ne eri addirittura spaventato, ricordi?E intanto, andan dies iguales. Hai un problema irrisolto, un tarlo nella testa, il ticchettio di un orologio che incessantemente ti perseguita.. ma tu non fai niente per venirne a capo.Una volta ti piaceva vivere. Andavi matto per il cinema e per le serate tra amici. Andavi a ballare il venerdì sera. Oggi non hai più interesse per nessuna delle cose che ti circondano e trovi sempre il modo di svicolare quelli che ti mettono a disagio. Peccato che, da qualche tempo, quasi tutte le persone ti mettano un certo disagio. Dopo tutto, ti senti inadeguato e anche un po’ stupido. Sei diventato esattamente ciò che non volevi diventare.Ora però fermati un momento e rifletti su ciò che stai facendo a te stesso e alla tua vita. In questa vita la violenza più grande sei tu che la stai compiendo ai tuoi danni.Quand’è che intendi cominciare ad amarti? Pensaci bene, e rispondi, perché un giorno o l’altro potrebbe essere troppo tardi. Imparare ad amare se stessi è la prima regola della vita, e forse l’hai dimenticata.Parlo a te, che stai pensando di abbandonare tutto per sposarti. A te, che intimamente ti rifiuti senza neppure rendertene conto. E anche a te, disperata, che ti senti, a soli trent’anni, una vecchia zitella. Devi convincerti che, prima di amare il prossimo, e per amare veramente il prossimo, foss’anche soltanto tuo marito, dovrai imparare ad amare te stessa.Questa è la prima regola della tua vita, ma tu conosci soltanto le regole del diritto.Imparare ad amare sé stessi è, di tutte le arti, la più sottile, ingegnosa e difficile. Ciò che uno ha è, proprio per chi lo ha, molto ben nascosto: e tra tutte le miniere, la propria è quella che viene scavata per ultima. (Nietzsche, così parlò Zarathustra).Stai sprecando il tuo tempo, non trovi? La malinconia e la depressione non ti porteranno da nessuna parte, credimi. Se non vuoi bene a te stesso, se non ti dai fiducia, se non credi in te stesso e se non puoi contare su di te, pensi forse che qualcun altro lo farà al tuo posto?Se tu rinunci a te stesso, hai rinunciato al mondo. Se rinunci ad amarti e ti divieni insopportabile, ti verrà in odio il mondo intero. Se non ti amerai, e se non scaccerai quegli ingiusti sensi di colpa che ti opprimono, se non cancellerai dalla tua testa il rifiuto di te stesso e non comprenderai quanta ricchezza custodisci dentro, quanto talento hai e quanta energia ancora in te ribolle, di riflesso non lo vedranno neppure gli altri, che hanno occhi per vedere soltanto ciò che tu vorrai mostrargli.Tu non sei il tuo lavoro. Non sei le tue attività esteriori. Non sei la macchina che guidi o la qualifica professionale con cui ti identifichi. Hai un valore intrinseco che non ha nulla a che vedere con la riuscita di ciò che intraprendi, e non te ne sei mai accorto. Guardati allo specchio, e rifiutati per l’ultima volta, prima di incominciare ad amarti. E d’altro canto, l’unico modo per raddrizzare le sorti della tua nave alla deriva, è comprendere quanto sia alto il valore di cui sei, pur inconsapevolmente, portatore. Forse è questione di mesi, forse di un anno, ma alla fine anche tu ce la farai, se non mollerai la presa. Se così è, allora non aver paura di rispondere a quelli che ti chiederanno, oggi e domani, cosa fai nella vita. Diglielo cosa fai, senza complessi di inferiorità. Dillo a voce alta, che stai preparando il concorso in magistratura perché tu, a dirla tutta, sei un tipo ambizioso. E se dubiteranno di te, fatti una risata della loro insipienza.Perché tu sei quello che non ha mai mollato in tanti anni. E sei quello che è riuscito a mettere insieme una vita di studio e di divertimento con gli amici. E se non hai mai potuto farlo è meglio che tu cominci adesso, perché non potrà che farti bene. Tu sei il fiore del mondo che pian piano si sta aprendo al sole della primavera, sei la delirante bellezza e la gioventù frenetica che sembra non avere fine, sei l’estate dolce dell’uva e i lunghi inverni di un futuro insondabile. Tu sei il tuo sorriso avvincente dove si perde lo sguardo dolce delle ragazze. Sei la tua figura incantevole che percorre tutte le distanze di una città inglese alla ricerca dell’ultimo pub prima della chiusura. Tu sei la vita e quello che nella vita scorre, acqua, onda nel mare sconfinato, “tu sei l’onda ed in te chi nuota” (m. yourcenair).Sei tu, che da oggi saprai offrire di te il volto migliore, un profilo che non conoscevi. E come d’incanto, proprio quando avrai cominciato ad odiare quegli stupidi colletti bianchi, sarai chiamato a far parte di loro.Ma almeno, sarai riuscito ad essere per sempre te stesso.Tyler,un ballerino che danza nel mondo