Post n°2522 pubblicato il
07 Novembre 2010 da
channelfy
Ogni volta
compassi il mio corpo di donna
a misurarne la vastità.
Cerchi impaziente
le impronte che ieri hai lasciato
a conferma che è tuo.
Ma una luce inattesa
già disegna forme nuove
per la tua smania di predatore.
Allora pieghi la forza delle tue mani possenti
riduci la voce ad un sussurro
e ti fai mendicante
a girovagare sul mio ventre di madre.
Poi ti abbandoni fiducioso
alla corrente
e risali i fiumi sotterranei
del mio corpo di acqua.
Così, bagnata dai primitivi colori,
freme
la tua carne di fanciullo.
(di Beatrice Nolè, tratto da Al margine Campanotto Ed.)