cheNan

sulle rotte del tempo


  Un'insolita luce illumina casualmente una stampa appesa sulla parete di fronte durante il mio solito mezzo pasto di mezza giornata, dove è mezzo chiaro di come volgerà al termine lo strascico di tempo che seguirà. "Tre ragazzi sul chiattino con le nasse per le aragoste" di Winslow Homer, sta su quella parete da anni, eppure vi fu appeso casualmente.Casualmente, dico.L' esistenza presuppone momenti a volte veramente provocanti, nell'umano, nel pratico, nel nient'affatto astratto. Una serie di casualmente non del tutto casuali che si affollano con persone, idee, libri, memorie collegate e trascinanti. E' uno strano fenomeno che ha forse qualche parentela con cicatrici, scalfitture, specchi metaforici, che si raccolgono su una luce che insolita illumina un quadro ed accende una candela, a volte una miccia, a volte un'autocontemplazione sofferta e mirata a fare ancora più male scrutando nell'irrimediabile dentro, ed è là che s'avverte l'impressione della magica affermazione della mente sulla materia, è veramente là che a volte si perde ed a volte si vince, è veramente là che le coincidenze diventano cicatrici del destino, quello noto, l'unico che ci è dato conoscere, quello attraverso il quale siamo passati e che avremmo potuto cambiare, mutare, asservire, quindi vincere, se solo...L'incontro con la sirena di che-Nan era avvenuto nelle tenebre e nel freddo, lontano nel tempo e nello spazio, in un mare oltre le isole dove tramonta il sole. Latitudini senza albe dove regnano incontrastate penombra diurna e notturna cecità. A quel tempo veramente nessuno parlava con me. Sentivo voci umane, ma non capivo il loro linguaggio o forse, non volevo capirlo: mi interessavano molto di più il grido del gabbiano e lo sciacquìo dell'onda. Ma il quadro illuminato casualmente da un'insolita luce vorrebbe forse donarmi l'impressione di un riposo, o almeno di una certa tranquillità. Senza dubbio il pittore voleva introdurre questo in quel piccolo spazio, racchiudere le componenti della luce bianca nella sua immagine di pace sul mare, se non fosse per la grande nave all'orizzonte... e adesso ricordo o mi sembra di ricordare che una notte di millenni fa, una creatura coi bruni capelli lunghi  mi aveva preso e m'aveva stretto in un abbraccio. Aveva un buon odore familiare. Calde liquide gocce erano cadute dal suo viso al mio. Indubbiamente la prima sirena della mia vita. Il ricordo di quel momento è come un tesoro prezioso al pari del calore del sole, o alla fresca e vitale brezza di maestrale. Semplicemente quello. Insomma, tutto qui. Guarda i teatri di pietra salatarivestiti d'un velo morbido ondosonon ci sono porte in questa fortezzale sculture sono intagliate nella luce calmapoichè la luna gira lenta e rotondaregalando silenzio.Nell'ora in cui i piedi non lasciano ormei ladri entrano e rubano ogni ricchezzail mare avido s'insinua nel pettoe la ragione si fugge nella notte.L'inquietudine diventa campanae non basta coperta di carne a farla di marmonè discorsi alla bellezzacome serpenti aggrovigliatima si vive il ritornodal naufragio all'apparenza dato.