che ci faccio qui?

Il posto fisso è una noia


In un concorso indetto da una mia amica esperta blogger,ebbi più di una nomination con la mia risposta all'invito "CREA IL TUO AFORISMA".Il mio era il seguente:"Il lavoro a tempo indeterminato,in questo mondo d'incertezze,è l'unica formula di certezza della pena che abbiamo".Parole che potrebbero suonare sacrileghe in questi tempi di carestie e restrizioni.Però,se desideri di morire buttandoti dalla finestra almeno 20 volte al giorno,se auguri la morte già alle nove di mattina,se rientrando a casa ti sembra di essere stata preceduta da una banda di ladri che hanno messo tutto sotto sopra,se nel tuo frigorifero languono i capperi sottosale del 2010,se nel cestino della frutta tre arance incubano il penicilum notatum(muffe..),se il letto è un giaciglio in cui ti butti a peso morto dopo aver scansato vestiti,libri,scatole,borse,cappotti e non vedi l'ora di spegnere la luce per non vedere il disastro che ti circonda,qualcosa non va. Sono sicura che se per sbaglio i servizi sociali facessero irruzione in casa mia,ne seguirebbe un'allarmata relazione psicologica e proposte di riabilitazione e sostegno domiciliare.Ci ho provato,per un periodo a fare venire una donna.Ma era uno stress ogni volta riordinare la casa prima e dopo.Prima per non farle trovare le mutande appese al lampadario.E dopo per rimettere a posto tutti le suppellettili che tirava fuori dai loro alloggi abituali per rimuovere ogni nanoparticella di polvere.Che me ne importa a me della polvere?Quello che vorrei è molto semplice.Ordine.Frigo pieno.Piatti lavati.Vestiti stirati e nell'armadio.Stendino abolito.Tavola da stiro perennemente aperta estinta. E poi il tempo per mettermi la crema sul viso e pettinarmi.E allora capisco anche mio padre,negli anni 70,quando al tg annunciavano 3000 operai fiat mirafiori a zero ore:non è giusto!Perchè loro si e noi no? Trattavasi di  alienazione.Nulla è cambiato.