Check Point

Post N° 251


A proposito dei misteri dell'universo, che poi per me quelli più affascinanti sono gli interrogativi che riguardano gli umani..La scienza mira dritto al problema. Prima lo disfa in innumerevoli dettagli, ne sceglie uno, inizia a produrre ipotesi.  Una per volta le verifica e le falsifica, e pare strano ma spesso ottiene più informazioni da una risposta negativa che da una positiva. Scarta qui e scarta là, ogni tanto arriva ad una scoperta riproducibile. Il soggetto (lo scienziato) cerca per quanto è possibile di essere neutro e non condizionare l'operazione, e quindi l'oggetto.La filosofia si immerge nel problema, lo frulla insieme a tutti i suoi elementi, lo contestualizza nel tempo e nello spazio, confronta ed elabora, e soprattutto interpreta. Nella ricerca filosofica il soggetto (il filosofo) non pretende di essere neutro, ed l'oggetto è sempre incastonato in una griglia interpretativa.E poi c'è l'arte. L'arte guarda all'universo con la coda dell'occhio, con uno sguardo obliquo, mai diretto, perché passa dall'anima senza filtri e la traiettoria prende un "effetto" mai prevedibile. Uno sguardo miope, così che l'immagine che trasmette perde definizione, il senso comune esplode, e la visione diventa indefinibile o ridefinibile all'infinito. Uno sguardo strabico, che elegge a visibilità la relazione tra schegge di senso mai prima collegate. Uno sguardo presbite, incapace di fermarsi su quanto ha troppo vicino, per lanciarsi attraverso gli orizzonti. L'arte scopre misteri senza distruggere nulla, senza pretendere nulla, senza neppure sapere dove sta sgomitolando la matassa, e di che materiale è fatto il filo.L'arte sogna, sogna verità, e ce le mostra senza spiegazioni. Talvolta ne fa una freccia ardente che ci si conficca nella parte della mente che sta in mezzo al petto, e non ce la schiodiamo più. Altre volte ci avvolge e ci consola con la certezza della bellezza, della forza e dell'amore. Grazie, Inthemood e Orpheus!