..sto leggendo La trilogia della città di K. di Agota Kristof.
Penso ai gemelli, Lucas e Claus. Sono talmente identici da agire nel mondo come una sola volontà. Poi improvvisamente, apparentemente senza alcun segno anticipatore (almeno per il lettore, cioè, la lettrice), si separano, e in un modo, mi viene da dire, poco meno assoluto della morte..
Lucas dirà poi che l'esperienza di vivere ognuno senza l'altro era necessaria, dovevano sapere di riuscire a farlo.
Penso a loro e penso a noi. E' duro, ma non impossibile vivere diminuiti di un'anima, di viscere, di pensiero che abbiamo riconosciuto fin dal primo incontro. Ci risuonano dentro, dal cervello al basso ventre.
Penso che dopotutto siamo anche troppo bravi a vivere da soli.
Ma non è questo il punto.
Inviato da: cassetta2
il 25/02/2021 alle 20:25
Inviato da: ventodamare
il 13/06/2011 alle 14:07
Inviato da: gates_of_dawn
il 11/06/2011 alle 23:08
Inviato da: ventodamare
il 11/06/2011 alle 11:43
Inviato da: gates_of_dawn
il 09/06/2011 alle 21:36