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« DeliriIsabella Ragonese »

Domenica a Mondello

Post n°17 pubblicato il 14 Giugno 2009 da pacchiello
 
Tag: Sociale

Il languido sciabordio dell’acqua si mescolava alle urla lontane dei venditori ambulanti confondendosi col canto dei passerotti che annunciava il nuovo giorno…

In questa stato di semi coscienza decisi che le 8.15 era un orario giusto per compiere la missione che mi ero prefisso ieri e che il sogno appena fatto mi aveva ricordato.

Inaugurare la mia personalissima stagione balneare.

L’intero, e grazie a Dio, breve percorso che mi portò dritto sulla spiaggia fu pieno di quelle sensazioni un po’ adrenaliniche ma anche cariche di curiosità che avverti ogni volta che rinnovi un rito che si ripete da sempre.

Appena i miei piedi regalarono alla spiaggia il peso della mia mole, piuttosto cresciuto rispetto alla stagione passata, la prima impressione fu di leggero smarrimento nel vedere quell’immensa distesa di sabbia, o per lo meno ciò che capanne, lettini e ombrelloni non occupassero già, per gran parte libera da qualsiasi forma di vita, quasi a voler essere un premio alla mia mattinata domenicale.

Solo dopo aver steso il telo ed essermi liberato di quegli accessori che il buon gusto ci costringe ad indossare quando siamo per strada, mi sono accorto quanto fosse calmo e accogliente il mare.

Sì accogliente è proprio il termine che per primo è arrivato alla mia testa mentre, un po’ più giù, gli occhi sembravano cambiare il loro colore naturale riempiendosi di quella meraviglia cristallina e azzurra così immensa e vuota da avere un aspetto quasi sacro nel silenzio del litorale.

Sapevo che quella magia sarebbe durata ben poco, anzitutto perché sapevo che la mia resistenza al sole non sarebbe durata più di due ore, ma soprattutto conscio che prima di questa scadenza il popolo della notte avrebbe invaso quel posto, profanandolo con le sue urla e la sua semplice presenza. Così, feci finta di snobbare per qualche minuto quella sterminata distesa liquida che pareva pronunciare il mio nome e dopo, vinto, mi buttai tra le sue braccia salate e, incredibile ma vero, tiepide, come se la notte avesse lasciato loro ancora un po’ del calore che avevano accumulato il giorno prima.

Mentre gambe e braccia eseguivano un movimento che aveva la presunzione di chiamarsi nuotata, credevo che nulla potesse superare quell’indefinibile appagamento dei sensi dovuto allo scambio termico tra il mio corpo e quello del mare e perciò rimasi ancora più sorpreso quando, regalando anche al mio dorso la freschezza dell’acqua, ammirai quel meraviglioso spettacolo che quasi avevo dimenticato.

Il San Bernardo che dorme, quel piccolo grande promontorio che domina il golfo, come un enorme cagnaccio accucciato sulle sue zampone, a godersi quell’impagabile spettacolo della natura.

Rimasi un tempo indefinito a gustarmi quel trionfo della natura, interrotto solo dai brividi che percorsero la mia pelle indicandomi che tutto ciò che è bello non può durare troppo…

Mentre mi avvicinavo alla spiaggia, notai quanto avesse già cambiato aspetto. E capii che era giunto il momento di pagare dazio per le meraviglie appena godute.

Subito fui catapultato nella versione più classica della Mondello estiva.

La sabbia sul mio telo era il regalo di due anziani signori che avevano scelto proprio me come compagno della loro giornata di mare, che cari…

Un uomo che non pesava più di 50 kg, ma pareva poterne sollevare 200, pensò bene di strillarmi all’orecchio che, se volevo, potevo fare colazione con le sue (zuccheratissime) ciambelle. Ma chi sembrava davvero intenzionata alla colazione era la bimba che avevo lasciato poco prima mite e dormiente e che ora ritrovavo famelica e piagnucolosa, mentre la madre si scervellava per capire i motivi di tanto rumore, ignorando quello sguardo che puntava dritto al suo seno sinistro…

Era arrivato anche lui, già, l’immancabile fricchettone, colui che noteresti in mezzo a milioni di persone, insomma u tasciu che condivideva amabilmente con i fortunati che si trovavano entro un raggio di 20 metri da lui, la sua interessantissima conversazione telefonica nella quale decantava al collega dall’altra parte dell’etere le sue gesta della notte appena trascorsa, a colpi di cocchiteil on the rocchisi e conquiste degne del miglior Casanova, concludendo la sua arringa con un eloquente “Compà laaif is naaaau” che racchiudeva egregiamente il suo stile di vita pieno di successi…

E mentre una donna con gli occhi a mandorla cercava volontari per il suo irrinunciabile masagio orientale, un uomo dai pettorali sgargianti sferrava un attacco diretto alla sua preda di turno alla quale chiedeva “Sbaglio? O ci conosciamo”, “sì…sbagli” rispose la vittima alzando appena gli occhi dal suo libro, costringendo il Don Giovanni siciliano ad una ritirata repentina…

Ma non facevo in tempo a dolermi per quel corteggiamento senza successo che, immediatamente, venivo distratto dai richiami dolcissimi di una mamma che, in ansia per la figlia da troppo tempo in acqua, le urlava “Noeeeemi ora basta, esci che c’hai le labbra viole!” e si sentiva ribattere dalla piccola che avrebbe obbedito subito ma purtroppo “sto facendo pipììì aspè!”

In quello stesso istante, mentre un cordialissimo signore mi faceva notare la prelibatezza della merce che vendeva, sussurrandomi all’orecchio “Che bello u coooccon” e la donna orientale capiva dalla mia occhiata fulminante che non ero interessato al suo masagio propostomi per l’ennesima volta, mi rendevo conto che la mia domenica ammare era arrivata al capolinea e, quasi a voler sancire questo verdetto, un nobile bagnante a qualche metro da me faceva notare all’amico che poteva fare il bagno in quanto eravamo giunti ad un orario che il suddetto signore simboleggiava col famigerato gesto che si addice a chi, diciamo così, non ha avuto molta fortuna con la propria consorte…

Sono uscito dalla spiaggia non potendo non notare l’enorme massa di persone che la rendeva irriconoscibile a ciò che avevo avuta la fortuna di vedere solo un paio d’ore prima, ma nonostante tutto ho avuto la stessa identica sensazione che percorre le mie ossa ogni volta che vivo Palermo e le sue meravigliose contraddizioni, sentendomi legato a questa terra come lo sono l’idrogeno e l’ossigeno in ognuna delle infinite molecole di quello splendido mare a cui stavo per dare le spalle.

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Commenti al Post:
Asiah1
Asiah1 il 14/06/09 alle 18:55 via WEB
...splendida pagina...di prosa delicata e quiete...alternata a una prosa arguta e pungente...una fotografia di colori, emozioni trasparenti e lucenti... come il mare visto attraverso i tuoi occhi... Asiah
 
TempestaAfrodisiaca
TempestaAfrodisiaca il 31/07/09 alle 05:31 via WEB
...dans le mèr... io mi perderei...come se fossero i tuoi occhi...
 
fiordipescorosa
fiordipescorosa il 30/03/10 alle 21:09 via WEB
Non hai tralasciato nulla della domenica palermitana a Mondello,ti sei espresso talmente bene ,quasi che mi sentivo li,anche se non sono andata io,non mi son persa nulla,tanto leggendoti anche io ero lì. Hai toccato i vari punti salienti,il nostro folclore ha avuto la meglio nelle sue delucidazioni,è come un quadro,il pittore ha saputo dare,delle spennellate di colori per far si' che quel dipinto riuscisse ,un quadro d'autore... complimenti... Fiore
 
venereblu.a
venereblu.a il 12/05/10 alle 19:52 via WEB
Bellissima immagina di una domenica al mare......adoro il mare e anche a me è sempre piaciuto andare presto per poi lasciarlo alla massa......ahahahah mi piace perdermi in quella immensità...dove riesce ad accogliere il mio pensiero.....un abbraccio!!
 
claryssa_k
claryssa_k il 21/05/10 alle 09:55 via WEB
ciao,grazie per il tuo commento e pensiero...sai...io amo palermo,ci andavo ogni estate, mi piace ....hanno rifatto qualcosa nel lungo mare di mondello? trovo però che alcune spiagge private sono un po care...forse quella vicino al ristorante.peccato per la grande confusione che comincia da giugno,il mare è caraibico in quella parte.io per trovare un po di pace andavo a isola delle femm. certo niente di che ...ma almeno la pace era garantita.il mio muretto... un saluto clara.
 
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