...chentu berrittas

Su machìmini


           I seneghesi venivano ricordati dagli abitanti dei paesi limitrofi per la loro goliardica follia tanto da esser definiti matti. Una presa in giro non molto originale ma sempre efficace.Quando qualcuno di un paese del circondario impazziva, si era soliti dire “Bah?! Arribendi su bent’e Senighi” (Beh?! Ecco che arriva il vento da Seneghe). Per avvalorare questa tesi vennero coniati dei racconti aventi come protagonista il matto seneghese.          Si racconta che uno di loro, nel portare al pascolo il proprio asino, vide un grosso cespuglio d’erba che era cresciuto sulla cupola del campanile. E per non sprecare tutto quel bendidio legò una fune al collo dell’animale tirandolo su con una carrucola. E mentre lo issava sentì dei rantolii di soffocamento e scambiò tutto ciò per semplici manifestazioni di soddisfazione:”là, su moenti miu... presau!!!!” (guarda com’è contento il mio asino).N.b. Il dialetto non è quello seneghese perchè raccontato da un campidanese.Un gruppo musicale etnico di Seneghe, composto da artisti molto noti nel panorama isolano (Mondo Usai, Pino Martini e Sandro Putzolu), ha come nome "bentu seneghesu". Se il significato del nome fosse quello da me descritto sarebbe un altro splendido esempio di autoironia.          Un'altra frase diceva “Senighi pubùsa” (Seneghe upupa) di cui ignoro l’origine.Alcuni racconti  di scherno furono probabilmente creati per vendetta in seguito all’ eccidio di 7 sanveresi, del quale molti seneghesi  hanno ancora memoria. Erano altri tempi…  meno male!!!