...chentu berrittas

Ruba Santi I


Le origini della festa celebrata in onore a S.Antioco, nell’omonimo paese, sono rintracciabili sin dal 1615, anno in cui furono rinvenute le spoglie del martire. Queste celebrazioni, oggetto di un fervoroso culto (all'epoca, secondo i documenti, vi parteciparono 39000 persone, 4215 cavalli, 3000 carri infiorati detti "traccas", 350 barche e 23583 preti), furono turbate in maniera crescente dalle incursioni barbaresche, delle quali nel XVI e XII secolo la Sardegna era vittima. Tali invasioni condussero le popolazioni costiere a trasferirsi nelle zone interne dell'isola creando nuovi centri come Palmas e Tratalias. Anche le reliquie del Santo furono messe al sicuro trasportandole a Villa di Chiesa (l’odierna Iglesias) affinché non venissero profanate, con la clausola che, passato il periodo di pericolo, i resti del Santo avrebbero ripreso la loro collocazione nella chiesa omonima.A secolo XVIII inoltrato, i pericoli delle invasioni erano cessati o per lo meno fortemente diminuiti e l'isola si ripopolò progressivamente.I sulcitani, a questo punto, chiesero la restituzione delle reliquie, ma gli iglesienti ebbero una scarsa propensione, tanto da indurre a portare la controversia in tribunale. La causa si concluse nel 1855 con la sentenza pronunciata a Cagliari in favore del Comune di S. Antioco e la vicenda fece guadagnare agli abitanti di Iglesias l’appellativo di ”fura santus” (ruba santi).