XXIV DOMENICA
Gesù a Pietro precisa che il perdono al prossimo non deve avere limiti e condizioni. E qui prevale il precetto della carità verso il prossimo.In genere vi è un precetto divino che ci ordina di amare il prossimo: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22,39).Questo amore deve essere affettivo, cioè deve comportare il nostro compiacimento del bene del prossimo e il desiderio della sua felicità; deve essere effettivo, cioè, si deve dar prova di questo amore specialmente col sovvenire il prossimo nelle sue necessità.In specie, in forza di questo precetto siamo tenuti ad amare anche i nemici.L’amore dei nemici comporta il perdono. Al nemico si deve perdonare di cuore spontaneamente l’offesa, cioè, non conservare odio o rancore contro di lui, né vendicarsi. Non è però illecito esigere (anche in giudizio) la riparazione dell’ingiuria e del danno arrecato all’onore, alla fama ed ai beni di fortuna, purché non vi subentri l’odio o la passione.Anche nell’Antico Testamento veniva suggerito al popolo di Dio di perdonare per poter ricevere il perdono di Dio! La prima lettura di oggi dal libro del Siràcide (27,30 – 28, 1-7), infatti, ci dice : “Il rancore e l’ira sono un abominio, il peccatore li possiede. Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati. Perdona l’offesa al tuo prossimo e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. Se qualcuno conserva la collera verso un uomo, come oserà chiedere la guarigione al Signore? Egli non ha misericordia per l’uomo suo simile, e osa pregare per i suoi peccati? Egli, che è soltanto carne, conserva rancore; chi perdonerà i suoi peccati? Ricordati della tua fine e smetti di odiare, ricordati della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti. Ricordati dei comandamenti e non aver rancore verso il prossimo, ricordati dell’alleanza con l’Altissimo e non far conto dell’offesa subita”.Quante volte veniamo feriti … offesi! L’amore è l’arma contro ogni male! E’ quello che c’è nel nostro cuore che ha importanza! Molte volte è la giustizia stessa che richiede di privare il nemico dei segni di benevolenza, per fargli maggiormente comprendere il mal fatto, ma nel nostro cuore deve sempre prevalere la carità: il desiderio che l’altro viva in pace e sia felice. Buona domenica