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San Mario


San  Mario
 Mario e Marta erano  sposi ed ebbero due figli: Audiface e Abaco. Si narra che i quattro dalla lontana Persia, loro patria, si recarono in pellegrinaggio a Roma per venerare le tombe dei martiri. La comunità cristiana dell'Urbe subiva in quei giorni una cruenta persecuzione. Mario, aiutato dai familiari e dal prete Giovanni, ebbe modo di onorare 260 martiri, i cui corpi, decapitati, giacevano abbandonati in aperta campagna ed esposti alle ingiurie degli elementi, dando loro degna sepoltura lungo la via Salaria.  Sorpresi durante la loro pietosa opera, Mario e gli altri vennero tradotti in tribunale e interrogati dal prefetto Flaviano e dal governatore Marciano. Si cercò con le lusinghe e con le minacce di indurli a sacrificare agli idoli. Questo particolare fa pensare che la data del loro martirio sia da collocarsi durante l'impero di Decio, che successe a Filippo l'Arabo nel 249. Decio aveva ordinato a quanti erano sospettati di cristianesimo di fare atto di adesione al culto pagano, adorando la statua dell'imperatore o bruciando un grano d'incenso davanti al simulacro di un dio. Il rifiuto era passibile di pena capitale. Mario e gli altri rifiutarono questo atto di abiura e furono condannati alla decapitazione: i tre uomini furono giustiziati lungo la via Cornelia e Marta presso uno stagno poco distante. La matrona Felicita diede loro sepoltura "in suo praedio", in un suo possedimento, lungo la stessa via, al tredicesimo miglio. In questa località, nella tenuta di Boccea, sorse infatti una chiesa, di cui esistono tuttora i ruderi e che fu meta di pellegrinaggi nel medioevo. La grande diffusione del nome di Mario (che non è il corrispondente maschile di Maria, ma nome di derivazione latina, "mas-maris", maschio) ha favorito di riflesso la devozione del primo dei martiri della via Cornelia e la sua costante e tenace presenza in tutti i calendari.