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Post N° 804

Post n°804 pubblicato il 26 Luglio 2008 da chepazzaidea
 



 

 

S. Anna, sposa di S. Gioacchino e madre della SS. Vergine Maria, da lei generata in tarda età.   Il suo culto si diffuse nel VI secolo in oriente e dall' VIII anche in occidente, dove è ancora molto vivo. Papa Gregorio XIII estese la sua festa a tutta la chiesa. Santa patrona di Caserta, è anche protettrice di molte categorie di lavoratori e di bisognosi. E' invocata (ovviamente) dalle donne sterili, dai moribondi (la leggenda riferisce che, nei suoi ultimi giorni, il Bambino Gesù le restasse accanto per alleviarne l'agonia risparmiandole atroci dolori), degli ossessi (che pare trovassero beneficio nel bagnarsi con "l'acqua di sant'Anna"),dai febbricitanti, da: minatori, lavandaie, tessitori e ricamatrici, commercianti, sarti, falegnami, orefici, tornitori, mamme e partorienti.

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"Io sono un angelo di Dio e oggi sono apparso a tua moglie piangente e orante, e l'ho consolata; sappi che dal tuo seme concepì una figlia e tu l'hai lasciata ignorandola. Questa starà nel tempio di Dio; su di lei riposerà lo Spirito santo; la sua beatitudine sarà superiore a quella di tutte le donne sante; nessuno potrà dire che prima di lei ce ne sia stata un'altra uguale: e in questo mondo, dopo di lei un'altra non ci sarà. Discendi perciò dai monti, ritorna dalla tua sposa e troverai che è in stato interessante. Dio infatti ha suscitato in lei un seme, del quale devi ringraziarlo. Il suo seme sarà benedetto, e lei stessa sarà benedetta e sarà costituita madre di una benedizione eterna".

Dopo avere adorato l'angelo, Gioacchino gli disse: "Se ho trovato grazia davanti a te, siediti un po' nella mia tenda e benedici il tuo servo". L'angelo gli rispose: "Non dirti servo, ma conservo; siamo infatti servi di uno stesso Signore. Ma il mio cibo è invisibile e la mia bevanda non può essere vista da alcun mortale. Perciò non mi devi pregare di entrare nella tua tenda. Se hai intenzione di darmi qualcosa, offrila in olocausto al Signore".

 

 Cosa offriamo oggi al Signore?

Noi possiamo offrire solo i nostri peccati perché tutto ciò che abbiamo è dono del Signore, però credo che dovremmo stare un po’ attenti ai peccati che dobbiamo offrire, perché i peccati sono opera nostra.

Il gran pericolo che ci minaccia è di scivolare a poco a poco giù fin nel peccato mortale. Crescono infatti le nostre inclinazioni al piacere proibito e d’altra parte le grazie di Dio diminuiscono, tanto che viene il momento in cui possiamo temere tutti i peggiori tracolli. Oggi la pigrizia ci fa abbreviare la meditazione di cinque minuti, domani ne chiede dieci, ecc. Oggi la sensualità si contenta di qualche imprudenza, domani si fa più ardita ed esige qualche cosa in più. Dove fermarsi su questo pericoloso pendio? Uno tenta di tranquillizzarsi pensando che son colpe solo veniali, ma ahimè! A poco a poco s’accostano alle colpe gravi, le imprudenze si rinnovano e turbano più profondamente l’immaginazione e i sensi. E’ il fuoco che cova sotto la cenere e che può diventare focolare d’incendio.

Diceva P.L.Lallemand: “La rovina delle anime viene dal moltiplicarsi dei peccati veniali che cagionano la diminuzione dei lumi e delle ispirazioni divine, delle grazie e delle consolazioni interiori, del fervore e del coraggio per resistere agli assalti del nemico. Ne segue l’accecamento, la debolezza, le cadute frequenti, l’abitudine, l’insensibilità, perché, guadagnato che sia l’affetto, si pecca quasi sempre senza aver sentimento del peccato”.

 

 
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