The Chess Theory

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FASI FAMOSE 1

Il gioco degli scacchi e' l'arte della battaglia per la vittoriosa battaglia dell'arte. (Savielly Tartakower)

Il gioco degli scacchi e' solo un gioco, niente ha a che fare con la .... la scienza .... o l'arte. (Emanuel Lasker)

Il gioco degli scacchi e' un mare dove il moscerino puo' bere e l'elefante fare il bagno. (Proverbio indiano)

Il gioco degli scacchi e' un mistero come le donne. (Cecil Purdy)

Il gioco degli scacchi e' un gioco di combattimento che e' puramente intellettuale ed esclude il caso. (Richard Reti)

Il gioco degli scacchi e' il metro di giudizio dell'intelligenza. (Qohann Wolfgang von Goethe)

 

 

Gary conta le pecorelle: una bianca, una nera, una bianca...

Post n°5 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da Falken_01F
 

CAPITOLO 2

The Chess Theory

 

“L

’Alfiere” pensò Gary “In una comunità virtuale di scacchi chissà quanti milioni di fottuti Alfieri ci potrebbero ess…”

Ricordò una cosa:

I nomi delle pedine degli scacchi erano riservati ai Direttori della comunità.

“Quindi” continuò mentalmente il ragazzo “Uno dei migliori giocatori di scacchi sulla rete non sarebbe altri che uno tipo strambo che consegna le pizze?!?”

Non ci poteva credere, anzi non ci credeva proprio.

Si svegliò bruscamente dallo stato di meditazione mentale in cui si trovava e si affrettò a portar in casa la pizza prima che si raffreddasse.

Accese il forno al massimo e ci infilò la pizza con il cartone e tutto sperando che non prendesse fuoco, tanto doveva solo lasciarla diventare tiepida.

Apparecchiò per uno; sua madre era fuori casa da solo un giorno per il corso d’aggiornamento per parrucchiere e la casa sembrava già un’enorme cassonetto dell’immondizia.

Suo padre chi se lo ricordava?

Scacciò via i pensieri sui suoi genitori e tirò fuori la pizza dal forno, lo spense e sedette a capotavola accendendo la televisione.

Gary iniziò a mangiare la pizza col tonno guardando uno stupido gioco a premi in tv, del tipo che sua madre definiva semplicemente “Cazzate”.

Finì di mangiare verso le nove, sparecchiò ed ebbe la premura di accendere la lavastoviglie, dimenticandosi però di mettere la pastiglia di detersivo e brillantante nel cassettino.

Tirò fuori libri e quaderni dallo zaino in salotto e si risedette a tavola, pronto per ingozzarsi di formule matematiche e date storiche che si sarebbe scordato con la stessa velocità che impiega un computer a fare 2+2.

Iniziò a rileggere gli argomenti di storia dagli appunti che aveva preso in classe, ma visto che erano per lo più disegni e scarabocchi decise di leggere direttamente dal libro; passarono dieci minuti e già le palpebre gli si abbassavano tutte le volte che finiva una riga.

Voltò pagina, lesse il titolo del capitolo e si disse sbadigliando

«Al diavolo tanto mi guardo il documentario su National geooo…»

Appoggiò la testa sul libro e si addormentò immediatamente.

Fluttuò nel dormiveglia per una decina di minuti, poi il primo sogno bussò alla sua mente e Gary fu lieto di farlo entrare.

Piombò di nuovo sulla Spiaggia Nera.

Il cielo era ancora Bianco e il contrasto tra i colori gli dava quella fastidiosa sensazione simile ad una puntura nel retro degli occhi.

Socchiuse le palpebre e si abituò lievemente al contrasto.

Gary si guardò attorno: la spiaggia era immacolatamente nera per un centinaio di metri poi, sulla destra, una roccia nera spuntava tra la sabbia e si protendeva verso il cielo per una decina di metri.

Decise di raggiungerla, si incamminò, la sabbia tiepida sotto i suoi piedi, e il contrasto pungente negli occhi.

Camminò per un bel pezzo prima di accorgersi che la roccia si spostava, in linea perfettamente retta, mantenendosi alla stessa identica distanza da Gary.

Il giovane si fermò a contemplarla e percepì qualcosa alla sua sinistra, si voltò:

Maggie Briggs era in piedi da parte a lui.

Indossava un vestito Nero molto semplice con i capelli castani lisci che le coprivano metà del volto.

Si voltò verso la Roccia, poi verso Gary e gli parlò

«Non la trovi incredibilmente bella?»

Il ragazzo non rispose e si limitò a fissarla e Maggie continuò

«La torre di destra, un sostegno fondamentale nel Gioco…Non credi?»

«…S…Si» Rispose Gary titubante

«Devi trovarli, devi impedire che la Torre venga profanata. Solo Lui può entrare nelle sue stanze. Gary trovali, trovali tutti e Dodici, trova il Re e dagli questo» Maggie si avvicinò a Gary e gli porse un oggetto impacchettato nella carta; il ragazzo lo se lo fece ballare tra le mani poi se lo infilò in tasca, scrollò le spalle e tornò a guardare Maggie, che riprese a parlare

«Quando Lui lo avrà tutto sarà più semplice,…arrivederci»

Maggie si girò,

«Ehi ma dimmi! Chi è il Re???» Disse Gary

Ma Maggie si trasformò in un turbine nero e diventò sabbia.

Gary percepì un sibilo.

Un lampo Grigio.

CRACK!

 

Si svegliò di soprassalto.

Era appoggiato con la faccia su qualcosa di umido.

“Umido?” Pensò Gary? “No…stavo studiando e mi sono addormentato…”

Alzò la testa e notò una bella macchia rotonda di saliva sul libro.

«Cazzo!!!»

Balzò giù dalla sedia e corse a prendere uno straccio; asciugò la poca saliva che non era già stata assorbita dal libro.

Guardò il libro intitolato “La storia dell’uomo” e il suo cervello iniziò a formulare un sacco di scuse per giustificare la macchia, anzi le macchie, sul libro. Si stufò ed andò in salotto a guardare la tv.

Non poteva neanche uscire perché sua madre lo avrebbe ucciso se fosse venuta a sapere che aveva lasciato la casa incustodita; accese la televisione e guardò un servizio al telegiornale: un gruppo di cinque superstiti era stato ritrovato nella giungla dopo un disastro aereo.

Cambiò canale e zappò finché non trovò un film lo guardò tutto poi verso le 11:21 si alzò e si incamminò nel corridoio, salì le scale ed entrò nella sua camera.

Evitò uno scatolone, dribblò una pila di calze sporche saltò i pantaloni e quasi scivolò sulle mutande. Finito il percorso ad ostacoli si sedette sulla seggiola davanti alla scrivania. Accese il pc e si preparò per i cinque inevitabili minuti di attesa per il caricamento. Rovistò tra la montagna di roba accatastata sul piano di lavoro e trovò una pallina da golf, che cominciò a far rimbalzare contro il muro davanti a lui.

Passati i minuti di attesa il computer partì e Gary lanciò la palla energicamente facendole prendere una traiettoria irregolare, che la portò dritta dritta nel mucchietto di calze.

Caricatesi le iconcine in basso a destra dello schermo Gary effettuò la connessione ad Internet, aprì la pagina web di The Chess Theory ed attese il caricamento. La pagina web si aprì correttamente e Gary inserì il suo account e la password nelle apposite caselle, un’altra pagina si aprì e il ragazzo scelse la stanza di gioco.

 

-Top 32

 

I 32 migliori giocatori della rete , e uno di quelli era l’Alfiere il ragazzo della pizza…

 

 
 
 

Strani sogni? Strani personaggi? Niente paura!State leggendo T.C.T.

Post n°4 pubblicato il 09 Febbraio 2008 da Falken_01F
 

CAPITOLO 1

Il ragazzo della pizza

 

E

ra in piedi.

In piedi su una spiaggia Nera.

Il mare che lambiva la costa, lasciava i familiari segni scuri sulla sabbia di quel colore inusuale e spento.

Il cielo era bianco, accecante e non c’era il sole a splendere alto.

Il contrasto tra il Nero ed il Bianco era talmente forte che sembrava insinuarsi nella testa cercando di dividerla in due.

La spiaggia svanì, rimase solo il bianco.

Gary Marshall era sospeso nel Bianco, un bianco potente ed infinito.

Non c’erano suoni e Gary si sentiva leggero come il Bianco che lo circondava.

Poi qualcosa cambiò, un suono, impercettibile e lontano si insinuò tra il Bianco; Gary si voltò a destra e a sinistra, per individuare la fonte dei quel rumore, che identificò come un fischio, simile a quello che fanno gli aerei supersonici, ma molto più acuto. Tutte le volte che girava la testa nella direzione, sempre che ci fosse una direzione nel Bianco, dalla quale si propagava il sibilo, questo si “spostava” da un’altra parte, divenendo sempre più udibile ed acuto.

Gary fece appena in tempo ad accorgersene, un lampo grigio

CRACK

Gary si svegliò con un sobbalzo cadendo dal divanetto.

Il campanello stava suonando, ma al momento non aveva molta importanza: era ancora in soggezione per il sogno bizzarro che aveva appena avuto.

Rifletté un attimo sul sibilo e sul lampo grigio, poi il suo cervello identificò il tutto come Il-solito-sogno-del-cazzo e gli permise di concentrarsi sul campanello della porta che suonava.

La pizza!

Balzò in piedi e quasi non atterrò sul tavolino davanti al divanetto, sfrecciò nel corridoio e si sistemò come meglio poteva per accogliere, il tipo della pizza; anzi La tipa della pizza.

Maggie Briggs, la ragazza che consegnava le pizze il motorino.

Probabilmente aveva ordinato la pizza solo per poterle rivolgere la parola, in effetti la pizza del “Cantuccio” non era un granché; avrebbe potuto ordinare al ristorante cinese o andare al Mc Donalds a farsi un hamburger con la pancetta.

Ma voleva vedere Maggie.

Controllò l’orologio: le 8:23; aveva dormito la bellezza di 35 minuti esatti; Maggie era un po’ in ritardo; aprì la porta e…

Si trovò davanti, invece della bella ragazza che consegnava le pizze usualmente, uno spilungone magro come uno stecchino con i vestiti larghi addosso.

“Ma porca… 7 dollari sbattuti via per poi trovarmi davanti sto stuzzicadenti coi vestiti un attimino sporchi, una caterva di brufoli in faccia e l’aria un po’ tonta…Guarda dov’è finito il mondo”

Gary aveva aperto la porta ma il garzone sembrava non essersene accorto e aveva continuato a tenere premuto il pulsante del citofono.

Teneva lo sguardo alto e canticchiava annoiato ascoltando la musica da un mp3; era alto e forse non aveva proprio visto ne sentito la porta aprirsi.

Gary sbattè prontamente la porta e la riaprì di scatto; adesso si trovava davanti il garzone con gli occhi spalancati dallo spavento e gli auricolari che penzolavano dal collo.

Si riprese scrollò il capo e si rivolse a Gary con aria colpevole

«Mi…scusi per il ritardo…»

Gary lo guardò e si rassegnò al fatto che non avrebbe visto Maggie quella sera, si rivolse al ragazzo

«Dai fa niente,…ti…“perdono” dal momento che mi hai svegliato…ho un sacco di compiti da finire…»

Prese la pizza e pagò il conto. Guardando il garzone notò un particolare: un pezzo degli scacchi spuntava dal taschino della sua camicia.

Gary lo indicò con il dito ed esclamò

«L’alfiere! Ti piacciono così tanto gli scacchi da portartene un pezzo sempre con te?»

«Eggià!» Rispose il ragazzo, che si sentiva un attimino più a suo agio«Mi piacciono un sacco! Sono bravissimo»

Gary riflettè un attimo

«Non sarai per caso iscritto a Chess Theory?»

«Si! Ho un account li da un casino! Se ti va sta sera ci possiamo trovare per una partita, sempre che mi parta quel cesso di computer…»

«Si mi farebbe piacere» Rispose Gary«Dovrei esserci verso le 10:30»

«Ok allora!» disse il garzone mentre si avvicinava al suo scooter

Gary lo osservò per un attimo poi scattò

«Ehi! Non so il tuo nome! Dimmi almeno il tuo account di ChessT!!!»

Il garzone si sedette sulla sella del motorino e si voltò verso Gary

«Non farai fatica a trovarmi…Io sono l’Alfiere…»

Ripartì e i due non si incontrarono mai più di persona.

 
 
 

PARTE 1   ! ! !

Post n°3 pubblicato il 09 Febbraio 2008 da Falken_01F
 

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Riuniti

 
 
 

Il prologo

Post n°1 pubblicato il 06 Febbraio 2008 da Falken_01F
 

PROLOGO

NeroBianco

C

’erano solo loro.

Essendo loro nati prima del tempo e dello spazio nulla a loro è negato…

Inizialmente erano trentadue, trentadue entità legate tra loro ed immerse nel nulla.

Passarono i millenni senza che nessuno di loro si spostasse.

Le entità presero coscienza. Iniziarono a condividere pensieri ed idee, se potevano essere definite idee e pensieri… Si autodefinirono Grigi.

Nessuno di Loro ancora si muoveva, forse non erano consapevoli di poterlo fare.

Poi uno di loro mosse: incidentalmente creò il Tutto.

I secoli passavano e Loro guardavano con interesse ciò che era stato creato.

Ad alcuni iniziò a non piacere quel Tutto che era stato creato per incidente.

Ad altri invece piaceva.

Furono in disaccordo per la prima volta;  i trentadue decisero di dividersi.

Bianchi

Neri

Sedici

E Sedici

Iniziò La Guerra.

I Bianchi mossero per primi…

 

 

 
 
 
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Un blog di: Falken_01F
Data di creazione: 06/02/2008
 

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FRASI FAMOSE 2

Ci sono molti scacchi, ma un solo matto. (Proverbio russo)

Noi non siamo che pedine degli scacchi, che son facili a muoversi proprio come il Grande Giocatore di scacchi ordina. Egli ci muove sulla scacchiera della vita avanti e indietro e poi in scatole di Morte ci rinchiude di nuovo. (Oman Khayyam)

Il destino ha giocato con l'uomo, e l'uomo gioca a scacchi. (Leonid Stein)

Il gioco degli scacchi e' un insieme di mosse sbagliate. (Andy Soltis)

 
 

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