Arrancame la vida!

Post N° 293


Di una cosa non ho mai parlato qua sopra: del periodo che trascosrsi a Calcutta con le Missionarie della Carità. Eravano nel 1997. So che molti rimarranno stupiti nel leggere una cosa del genere. O forse no. Non m'importa. Io e la Chiesa. Io e la religione. Io a Calcutta da Madre Teresa. Eppure è accaduto. Mi trovavo in uno dei miei periodi no. All'epoca ne avevo uno un giorno sì e l'altro pure. Avevo poco lavoro. Tanto tempo a disposizione. Tanto spazio vuoto. Partii alla fine dell'estate. Ci rimasi due mesi di fila. A Calcutta. Non m'interessava fare un'esperienza religiosa, un'esperienza "spirituale", mistica. Partii con un'amica diretta in India: quel paese era un terreno fertile per la mia fotografia. Non nego che pensai, all'epoca, di ricavarci qualche profitto. Legittimo, credo, se si pensa che non avevo una lira in tasca. E invece arrivai dalle Missionarie della Carità. Più per caso che per mia libera scelta. Lavoravo come volontario alla Casa del Moribondo, Nyrmal Hrydai, a contatto coi moribondi e con i malati terminali, quelli all'ultimo stadio, quelli che nessuno cura e nessuno vuole. Gli ultimi degli ultimi. Non avevo conoscenze  tecniche particolari utili sul campo, per cui il mio intervento si limitava a pulire i malati dai loro stessi escrementi e a imboccarli se avevano fame. Il primo giorno vomitai e uscii dalla Casa di corsa, col cuore in tumulto. Dopo qualche giorno decisi di tornare. Con me lavoravano altri volontari. Ricordo una ragazza inglese, un'americano e un libanese. Non parlavamo mai di religione. Le suore non ci chiedavano nulla: veniva celebrata una messa ogni mattina, molto presto, ma nessuno ci chiese mai di partecipare. Non ho mai nascosto, neanche a loro, di essere ateo e omosessuale. Nessuno ne ha mai parlato. I miei amici erano atei come me. Si andava tutti d'accordo, credenti e non. Presto mi accorsi che il lavoro che facevo era soltanto un atto di giustizia. C'era chi lo faceva in nome di Gesù o in nome di una fede. Io lo facevo per quelle persone, povere come le bestie, sole come i cani della strada, dimenticati da tutto e da tutti. Ancora oggi provo una forte emozione se ripenso a quei giorni. Nemmeno l'incontro con le Missionarie della Carità riuscì minimamente a smuovere il mio ateismo. Tuttavia mai misi in dubbio l'autenticità dei loro gesti, dei loro pensieri, nè la loro buona fede. Tanto meno l'efficacia del loro operato. Laggiù come altrove. Ogni tanto ci scriviamo delle lunghe lettere io e alcune delle suorine. Naturalmente non hanno una mail, nè un sito web e nemmeno sanno cosa sia un computer. Quello che mi piaceva di più era il loro lasciarti da solo. Sì, da solo. Chi aveva pensato di unirsi a loro per risolvere i massimi sistemi o semplicemente per avere una stampella, un aiuto per la risoluzione dei propri problemi veniva invariabilmente deluso. Non avevano tempo per le cazzate loro. Non ci si può occupare delle seghe mentali degli altri quando si è presi da urgenze più gravi: sfamare un bambino, accogliere un emarginato, pulire un derelitto dai vermi che lo ricoprono. Mi stupisce sempre il fatto che nessuno parli mai di queste persone, che nessun giornale o nessuna Tv ne  faccia mai menzione, tranne quando decidono di farci sù un film o una bella fiction. Mi dispiace che al telegiornale mi propinino la visione dell'Arena di Verona piena fino all'orlo di cristiani pasciuti in concistoro ( e come seconda notizia, per di più!). C'è qualcosa di distorto in tutto questo. A Calcutta non ho mai visto lussi, nè qualcosa che assomigliasse anche in piccolissima parte ad una concessione di un vezzo personale. Non credo che il Vaticano faccia molto per loro, salvo ricordarli, alcuni, nelle loro preghiere. E nemmeno questo, credo.Ieri sera, su RAI3, ho assistito al dialogo fra  Fabio Fazio a Pietro Ingrao, in: "Che tempo che fa". Verso la fine dell'intervista Fazio chiede ad Ingrao se avesse ancora senso, oggi, definirsi comunista. L'anziano Ingrao è rimasto visibilmente interdetto per una frazione di secondo, poi ha risposto: " Io non ho mai messo in dubbio l'etica del comunismo. Io sono comunista. Ancora e lo sarò sempre. Sono comunista perchè esistono  delle masse proletarie che soffrono e dei ricchi che le sfruttano." lo la penso allo stesso, identico modo.Foto: Portogallo 2005http://www.youtube.com/watch?v=Tctf40eXnp4Che fantastica storia è la vita