Arrancame la vida!

Cadute


Questa sera ho visto un film bellissimo. Era davvero tanto tempo che non vedevo qualcosa del genere. A me è sembrato un piccolo capolavoro e non soltanto per la fotografia. Sto parlando de:" La sconosciuta " di Giuseppe Tornatore. Di certo non vi racconterò la storia che potreste trovare ovunque e nemmeno tenterò una critica. Io non sono un critico.Tranne pochissimi, di soliti i critici non ci azzeccano mai. E' accaduto con le mie foto alcune volte. Dopo l'apertura di una mostra, di quelle pochissime importanti che ho fatto, mi capitava di leggere su certe riviste specializzate delle interpretazioni che non avevano nulla a che fare con me o con i miei lavori. C'è stato un tizio, anni fa, che scrisse un pezzo lunghissimo per spiegare al pubblico (al suo, non al mio, beninteso ) quali fossero i sentimenti reconditi che avessero partorito quello scatto, la filosofia che ci fosse sotto, il processo mentale che mi aveva indotto a rappresentare proprio quella donna e con quella particolare espressione. Ci penso ogni volta e non mi viene  in mente altro tranne il fatto che ( e ad alcuni, soprattutto ai critici, potrebbe sembrare puerile) feci quella foto solo perchè mi piaceva il viso di quella donna. Stop, tutto qui. Non c'era altro sotto, nessuna relazione con un mio vissuto personale, nessun atto di protesta, nessuna teoria della vita e della morte. Mi piaceva solo quella donna. Deludente, vero? Spesso le cose sono semplici, molto più semplici di quello che si pensi. A volte la vita accade e basta. Anche questo film, sebbene molto ben articolato, è semplice come la vita che accade. L'attrice ucraina Xenia Rappoport ( finalmente un'attrice che non simula un accento che non è il suo) dà vita ad un personaggio magnifico, una prostituta che conduce una vita violentissima in cui non si fanno sconti a nessuno, una vita ed una storia dal forte valore affettivo dove, nel finale, la protagonista si confronta con il risultato di tutto quello che c'è nella storia. Un finale doveroso in cui una donna incapace di trovarsi puntuale agli appuntamenti importanti della sua femminilità, scopre di essere riuscita a fare qualcosa di veramente buono nella sua vita: volere bene a qualcuno. Ma se non lo avete visto difficilmente potete capire. Quello che mi è piaciuto di più è stato il fatto che questo non è un film di giudizi. Perfino tutto quello che si può trovare di sociale e di denuncia è secondario rispetto al valore del film in sè. Perchè, come non c'è giudizio, non c'è nemmeno spiegazione e giustificazione. Chi si aspetta che il film spieghi come e perchè la povera Irina sia arriva in Italia e sia diventata una prostituta, magari ingannata dal primo dei mille imbroglioni sulla piazza, rimarrà deluso. In realtà nel film non si dice nulla di tutto questo. Non ci sono giustificazioni, non ci sono vincitori o vinti, santi o maledetti. Non è un film moralista questo. Ammetto che certe scene sono strazianti. Non tanto quelle delle violenze subite da Irina, mai viste per intero, ma solo e sempre in parte grazie ad una sapiente tecnica di flashes nel montaggio, quanto quelle dove lei insegna alla bambina a cadere e a rialzarsi. Anche se non avete visto il film non importa. Saper cadere è importante, importantissimo. Come altrettanto importante è sapersi rialzare. Questo è il segreto della vita, in fondo. Imparare a cadere e rialzarsi. A volte, per imparare a cadere, abbiamo bisogno che qualcuno ci spinga, che ci butti giù anche con la forza, con la violenza. Abbiamo bisogno di essere confrontati spesso. Una volta caduti si può decidere di rimanere per sempre a terra oppure imparare da soli a rialzarsi. Lo si può fare per amore. Su questo in realtà volevo scrivere e il film di Torntore era  solo un pretesto. Siamo tutti soli, in una maniera o nell'altra, ma l'amore ci porta lontano, ci rende capaci ri rialzarci e di continuare. L'amore per se stessi, innanzitutto. L'amore per se stessi quando è accettazione, perdono, voglia di esserci. L'amore per gli altri. Non so che cosa sarei senza Davide, ma so che forse, oggi mi merito questa felicità, perchè sono caduto moltissimo e moltissime volte, ma forse ho anche imparato a rialzarmi. Prima con goffi tentativi poi con più sicurezza. So che non sono giunto da nessuna parte, che non ho raggiunto nessuna meta, tranne lui ed un certo qual equilibiro. Lui mi è stato di grande aiuto, ma lo sforzo maggiore l'ho fatto da solo. A volte, guardando indietro alla mia vita provo ancora dei brividi di terrore. Ne parlo con lui. Lui mi abbraccia e mi dice quanto io sia stato bravo a rialzarmi da dov'ero finito. Questo mi basta. La vita accade, dicevo. A volte però dobbiamo farla accadere. Non sempre riusciamo nei nostri intenti, però. E allora proprio qui si cela il mistero.Ci sono cose che ancora oggi mi piegano in due dal dolore. La guerra, ad esempio, tutto ciò  che ho visto, i bambini che soffrono, che soffrono senza capire. A volte piango. Lui mi lascia fare. Gli dico che non posso fare niente contro quel pianto, che per me è diventato come un dovere, come una religione. Posso piangere con tutto me stesso. Con tutta la mia vita. Gli dico che il lutto bisognerebbe portarlo come una cultura, quella di tutte le memorie della morte decretata dagli uomini. Lo tocco e gli dico che ho bisogno di sentire che sia vivo, come parla, come respira, come pensa e cosa sente. Lui mi asciuga le lacrime e ogni tanto mi dice: " Ti amo più di ogni altra cosa." Io non gli chiedo mai il perchè.http://www.youtube.com/watch?v=B-rAb4ApEDM