Arrancame la vida!

Post N° 534


Ogni volta che posso vado a prendere Lia all'uscita da scuola. Ogni volta che sono a Torino. Mi piace vedere il suo visino stupito quando mi vede spuntare dietro i grandi platani del cortile. Mi diverto a guardarla mentre esce correndo col suo amico Mohamed per la mano, lei colore del grano, lui nero come la pece. Mi diverte anche osservare la fauna di madri e di padri (padri stupidamente orgogliosi, madri premurose, prennemente in ansia, madri donette, donnette che sono diventate madri per caso) che si accalcano al cancello. C'è un divieto specifico ad entrare nel cortile della scuola, un cartello che recita :" i genitori sono gentilmente pregati di attendere i propri figli presso il cancello". Ma siccome io sono uno zio e non un genitore, mi autorizzo da solo a fare l'inverso e ad addentrarmi, quindi, nei meandri del cortile e a nascondermi fra i platani frondosi, che adesso si stanno disfacendo, nel mezzo di quest'autunno metropolitano, in una pioggia di porpora, di rossi dai toni accesi, di verdi smorzati, di gialli intensi dalle tinte morbide e delicate. Una volta una di queste madri padrone del mondo mi ha chiesto con l'arroganza tipica di quelli della sua razza se mai non sapessi leggere i cartelli. " Certo che no." le ho detto "Io non so leggere. "Io povero immigrato". E poi mi sono messo a ridere fragorosamente da solo. Da allora mi evita accuratamente e non mi rivolge più la parola. Poco male. Di solito aspetto Lia chiacchierando con le ucraine, le colombiane, le madri e i padri marocchini. Le madri bene, quelle con la colf in nero e il Suv parcheggiato rigorosamente in doppia fila, mi tengono a debita distanza. Io le guardo con instistenza però. Sono ridicole ( ridicole e a loro modo pericolose ) queste quarantenni col capello mechato, la borsa di Gucci, lo spolverino di Burberry, la paperina bassa, lo sguardo torvo, la bocca serrata in un sorriso greve che sembra un taglio, che sembra una ferita. La fretta e la frustrazione dipinta sui loro volti da piemontesine bene, quelle col marito in banca o con lo studio in centro. Quelle che per ogni pompino che il marito si fa fare dalla segretaria ricevono in dono una borsa o un paio di scarpe, talvolta  perfino una macchina nuova, se proprio il marito ha una relazione che perdura da farsi perdonare. Patetiche e ridicole quarantenni nate bene, col tennis, l'estetista, la palestra, una scopata al mese e l'incubo della menopausa alle porte di casa. E via con i cosmetici e i massaggi. Mi guardano con un certo timore il gruppo delle mogli-madri per eccellenza. Questo tizio stambo che ogni tanto compare a prendere quella bimba stana, quella senza il padre, per intenderci, con quell'aria da selvaggia, una zingarella ( "hai visto la madre come va in giro vestita?), quella esonerata dall'ora di religione, proprio come gli arabi che, eccerto, ci tocca di ospitare in questa scuola. Sì perchè le mogli-madri per eccellenza potrebbero anche iscrivere i loro pargoli diletti e bianchi ad una delle tantissime scuole private della città, se non si desse il caso che loro fanno parte di quel gruppo di laici, alla Silvio, alla Castelli o alla Calderoli, per dirla giusta, per cui mai e poi mai manderebbero la luce dei loro occhi in una scuola di preti e di suore, perchè la scuola dev'essere laica, e che cazzo, laica come dicono loro però. E quest'anno ci organizziamo per il presepe, che in realtà non ce ne frega una fava di Gesù, ma mica possiamo darla vinta a 'sti comunisti, zingari e depravati, che non vi sembra che se ne siano già troppi in giro? Il massimo lo abbiamo raggiunto qualche giorno fa, quando sono andato a prendere Lia appena tornato dalla Cina. Lei si è precipitata verso di me, tuffandosi come una matta tra le mie braccia. Lì accanto stava il gruppetto delle giovini madri in attesa dell'arrivo degli angioletti laici ( e centro-leghisti). Una delle belle fra le belle ha notato lo slancio di Lia e, con fare da civetta un po' puttana ( di quelle che puttane lo sono solo a parole, ahimè, mica mai coi fatti, troppo prese dalla loro parte di professioniste bene per concedersi qualcosa di più che non sia masturbarsi con lo schizzo del bidé, pensando a com'era cent'anni fa con il marito, prima che questo incominciasse a piantarlo, distratto, alla segretaria ventenne, zoccola, ambiziosa e gallina ), con fare da orsolina vogliosa, con quel tono di voce che non ha mai smesso di essere quello dell'Isitituto di Nostra Signora di Lourdes o della Consolata, dove, seppur laiche e liberali, le mogli-madri nate bene hanno studiato da sempre ( perchè l'importante è avere un'educazione ), con fare malizioso e procace, la bella fra le belle, dicevo, si rivolge a Lia e, carezzandole con grazia alata la chioma color del lino, le dice " Ma come mai questa bella bimba fino a ieri si gettava fra le braccia di un  bel ragazzo dagli occhi chiari e oggi la vediamo avvinghiata a questo ragazzo moro?" Lei la guarda per un istante con pena infinita, poi  scosta la mano di lei dai suoi capelli, apre la bocca e dice lentamente. " Questo è mio zio Alex, quello che avete visto gli altri giorni è lo zio Davide, il fidanzato dello zio Alex. Hai capito?" La moglie-madre ha un sussulto, stringe la borsa di Gucci e si morde le labbra. " Guardi che il suo angioletto è arrivato" le dico io, guardando il bimbo che aspetta da qualche minuto che la bella fra le belle si accorga di lui. Se ne vanno insieme verso la Mitzubishi station wagon parcheggata in doppia fila. La moglie-madre sembra barcollare leggermente. "Sei forte Lia" le dico stampandole un bacio sulla guancia arrossata.  "Lo so, me lo ha detto anche la maestra d'italiano", dice lei senza scomporsi. In macchina c'è Davide che ci aspetta.  "Ciao bel ragazzo!" le dice Lia "Il mio rospo preferito!" esclama lui. " Ti va se suoniamo insieme oggi? Ma prima  ci facciamo una padellata di polpette al sugo fresco, ti va?" Lei chiude per un attimo gli occhi azzurri come quelli di lui, poi grida di gioia. " Evviva!! Che figata!!"C'est la vie!http://www.youtube.com/watch?v=gM3_Pybz9rMho visto anche degli zingari felici....