Arrancame la vida!

Post N° 540


E' cosa di questi giorni la notizia della campagna pubblicitaria della Regione Toscana, quella con la foto che ritrae il neonato nel raparto maternità con al polso un braccialetto che dice: "omoessuale" e la teoria, ancora scientificamente da dimostrare, che l'omosessualità sia genetica. La campagna ha riaperto, involontariamente credo, una vecchia e mai risolta questione sull’origine biologica dell’omosessualità. Se cioè l’omosessualità sia motivata da cause genetiche o dalle esperienze e dall’ambiente in cui si vive. In parole povere: “si nasce gay o si diventa gay?”. Da una parte e dall’altra - sia da chi sostiene i diritti delle persone omesessuali sia da chi li nega - si è usata un’argomentazione del genere a sostegno delle proprie tesi: un po’ certi  attivisti gay cercavano in ogni modo di dimostrare un’origine “genetica” dell’omosessualità (come una sorta di giustificazione), un po’ gli avversari usavano quest’argomento per definire l’omosessualità un’anomalia, una devianza, un errore da curare. Girellando un po' sui blog ho visto che qualcuno ci ha speso due parole, alcuni anche in maniera intelligente, secondo me.Ho trovato interessante questo articolo di Carla Ronga, una donna di sinistra, giornalista sicuramente dal cervello fino, dalla penna affidabile e qui lo riporto:"Da destra a sinistra si erige un muro. La destra insorge perché non si può utilizzare l'immagine di un bambino per spiegare che omosessuale è naturale, da una parte della sinistra si evoca l'indignazione perché la campagna accredita la nascita omosessuale, mentre questa sarebbe una scelta. Della destra ci occupiamo poco, perché sappiamo quella italiana essere talmente arretrata e anti scientifica, da non valere la pena di rispondere. Invece è interessante la polemica a sinistra, capeggiata da Titti De Simone, Vladimir Luxuria, Azione Gay e Lesbica, ecc. Si afferma: la campagna avvalora la tesi genetica ed essenzialista, quindi è sbagliata e pericolosa. L'omosessualità non è un condizione che parte dalla nascita, ma la si sceglie. Una scelta politica, sostenuta nei decenni passati da una parte del movimento lgbt, oggi non sostenuta dalla stragrande maggioranza delle persone lgbt, perché omette un fattore centrale: il desiderio. Non si può con semplicità spiegare la "scelta" non occupandosi delle pulsioni, delle intimità, che difficilmente sono guidate dalla determinazione di una scelta culturale. Inoltre la campagna non vuole assolutamente accreditare tesi genetiche, che si sono rivelate mosse da convinzioni reazionarie, tutte tese a dimostrare un difetto, una non naturalità dell'omosessualità"Riporto qui la risposta del presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, che, mi pare,spieghi meglio di me il senso della campagna:"I percorsi di ciascuno di noi, si sa, sono unici e irripetibili: c'è chi a pochi anni manifesta un orientamento di tipo omosessuale, chi esplode nell'adolescenza, chi arriva a scoprirlo in età avanzata, chi sceglie di non scoprirlo e se lo reprime per tutta una vita, chi opta legittimamente per la bisessualità, chi non vuole definirsi .Le campagne di comunicazione, invece, per essere efficaci, devono andare al cuore del problema, che in questo caso è rappresentato dall'argomentazione anti-gay tipica: l' omosessualità è una precisa scelta dell´individuo, fatta in nome di un "vizio", dal quale si può uscire o con una rigida moralità o ancor peggio reprimendolo e magari sposandosi. E devono scalfire l´opinione dei più riottosi, di quanti non vogliono saperne di prendere in considerazione altri punti di vista. È una questione di natura. Quante volte nel dibattito sull´omosessualità, magari in televisione, ha sentito espressioni del tipo "contronatura"? Che male c'è ad affermare che la stessa natura, quella che alcuni vorrebbero matrigna, è invece madre? E non perché quel bambino sia geneticamente omosessuale ma perché quando si scoprirà tale non sarà perché lo ha scelto ma perché ha deciso di vivere una parte importante di sé".Ecco. Ora permettetemi queste semplicissime considerazioni. Io gay lo sono da sempre, da quando ho scoperto la mia sessualità. Non so se ci sono nato così, se l'omosessualità sia scritta nei miei geni, se ci siano geni omo e geni etero, non ho scelto di diventare gay, semmai ho scelto di esercitare la mia omosessualità, questo sì. Mi pongo però una domanda:  che cosa cambierebbe? Mi piace pensare che la campagna toscana sia stata ideata per scrollare le coscienze bigotte e reazionarie  di questo Paese impregnato d'ignoranza, non so se omosessuali si nasca o lo si diventi. So solo che ben venga un primo passo in questo senso, se questo può portare ad una maggiore accettazione dell'altro. Mi resta addosso una profonda tristezza però.Come si diceva poco sopra vorrei che l'omosessualità fosse vista come una forma naturale di espressione della propria sessualità. Ci vuole cultura, mente aperta, consapevolezza. Come scrivevo ieri sera in un commento ad Ossimora, che ne ha toccato l'argomento, mi piacerebbe che un giorno non se ne parlasse proprio più dell'omosessualità. Forse vorebbe dire che saremmo considerati finalmente come gli altri: nè re, nè servi, nè dei; solo uomini fra gli altri uomini.http://it.youtube.com/watch?v=bUHDzs1gtzgche spiega bene come dovrebbe essere l'amore, gay o etero che sia.