Arrancame la vida!

Post N° 567


Continua....Omofobia, un test per ProdiGianni Rossi BarilliLo scontro politico sulle norme anti-omofobia inserite nel decreto sicurezza del governo è un piccolo ma interessante banco di prova per quel che resta del senso del governo Prodi e delle minime garanzie di laicità della politica in questo paese.È bene precisare subito che qui non si tratta neppure del tormentato tema delle coppie dello stesso sesso, ma della semplice protezione di singoli cittadini da atti di violenza fisica e verbale. Si può certo discutere sul fatto che per combattere i crimini omofobici esistano strumenti magari più simpatici della giustizia penale, o che inserire una norma a tutela delle minoranze discriminate in un provvedimento per altri versi criticabile rischia di sembrare un contentino per salvare capra e cavoli. Detto questo, una volta approvate dal senato (sia pure per il rotto della cuffia) le norme che estendono alle persone omosessuali la tutela contro i crimini d'odio già prevista per le minoranze razziali e religiose, revocarle alla camera per obbedire al Vaticano sarebbe clamoroso per un governo di centrosinistra. Eppure è proprio quanto sta per accadere, stando a quanto ha assicurato subito dopo il voto al senato il ministro Chiti a titolo «non personale». Mastella lo vuole e lo vuole anche di più il cardinale Bertone, con il quale le trattative extraparlamentari dei nostri leader politici avvengono alla luce del sole e senza che nessuno si scandalizzi.La posta in gioco è esclusivamente simbolica: il parlamento italiano deve solo dire se considera sbagliato che si pratichi in forme violente l'odio contro i gay e le lesbiche, in coerenza con un trattato europeo già ratificato dall'Italia. A parole non c'è laico o chierico che non condivida. Ma, come avverte l'onorevole Buttiglione, vorremo mica criminalizzare San Paolo? Se qualcuno dice, citandolo, che la fornicazione tra uomini merita la morte qualche problema di bon ton forse potremmo anche porcelo.Il punto però è proprio che l'odio omofobico non si può sanzionare perché sarebbe come contraddire la libertà religiosa, che in Italia coincide spessissimo con la denigrazione degli omosessuali. E che promuove a cascata una non meno fondamentale libertà laica di offendere e in casi più estremi di aggredire fisicamente o anche uccidere. Che le norme anti-omofobia avrebbero un qualche significato, lo dice il florilegio di enormità pronunciate da politici di centrodestra e in qualche caso perfino di centrosinistra nei confronti degli omosessuali e fatte passare il più delle volte come gesti di fedeltà alla morale cattolica. Si va dal generico insulto istituzionale (il celebre «culattoni» di Calderoli e di Tremaglia) a più specifici progetti di contrasto, come la pulizia etnica promessa dal prosindaco leghista di Treviso Gentilini o la garrota (in alternativa al lanciafiamme) proposta dall'assessore lombardo di An Prosperini. Incitare alla caccia all'omo sarà un reato d'opinione?Che i crimini violenti a vari livelli verso gay e lesbiche, dal bullismo in su, abbiano una certa rilevanza sociale lo dicono poi le cronache, dove non è affatto raro imbattersi in un omosessuale ammazzato o in una discreta sequela di violenze domestiche e scolastiche. Non si capisce dunque perché, alla ricerca di una qualche giustificazione plausibile della revoca di queste norme per cause di forza maggiore, dal governo sia saltata fuori l'affermazione che l'omofobia è «estranea» agli altri contenuti del pacchetto sicurezza. Le vittime gay e lesbiche di reati odiosi non soffrono forse come le altre? Fare marcia indietro, a questo punto, sarebbe come rispondere no a questa domanda.http://it.youtube.com/watch?v=VU01YTSs2h8