Arrancame la vida!

Post N° 580


Ho visto che alcuni amici blogger hanno messo i due video amatoriali che ho pubblicato nel loro blog. Questa cosa mi ha fatto un immenso piacere. Non per farmi dire quanto sono bravo ( realizzare due cosette così è in realtà una faccenda banalissima), ma perché ho segretamente la speranza che vedere le atrocità della guerra possa essere un piccolo passo verso la pace. Non ci credo molto, ma ci spero. Sì, io ci spero. Spero anche che nessuno pensi che ci sia un accordo fra me a quegli amici e che io cerchi di vendere i miei lavori in qualche modo. Non so nemmeno perché lo dico. Forse perché in giro, sul web e nella vita, vedo tanta gente che si camuffa da qualcos’altro solo per vedere, per vendersi. Grazie ad un’amica ho aperto un sito ormai due anni fa. L’unico scopo era far vedere la guerra. In due anni non ho  mai ricevuto una sola proposta di lavoro da quel sito. Il che significa che lo scopo, in qualche modo, è stato raggiunto. La gente va là sopra per vedere, non per comprare. Per me è molto importante. Non ho mai venduto una mia foto, se non nelle mia gioventù e solo per necessità. E comunque mai una foto di guerra. Il mio salario lo percepisco dal quotidiano per cui lavoro. Mi basta. E’ un scelta la mia. Un scelta etica e anche politica. Spero sia chiaro per tutti. Costruire la pace, dicevo. Anche questa è una scelta, una scelta che richiede molta disciplina e molto esercizio. Spesso fallisco, ma cerco di rialzarmi e di andare avanti. Costruire la pace con consapevolezza, con piccoli gesti d’amore quotidiani. E’ importante, credo.  Bisogna lottare per la pace. E per la giustizia. Le due cose sono spesso legate l’una all’altra. Non credo più molto nella politica. Non possiamo aspettare che le cose cambino politicamente. Dobbiamo cambiare noi. Quando sento i vari politici, Papa compreso, parlare di pace, di povertà e di miseria mi viene da ridere. Sarebbe un bel gesto, molto significativo, se il governo  ci dicesse che ha ridotto lo stipendio a ministri, segretari e sotto segretari. Tutti d’accordo. Si prendono solo più diecimila euro al mese. Il resto lo diamo a chi ne ha bisogno. Famiglie numerose, disoccupati, cassaintegrati. Con diecimila euro al mese si vivrebbe benissimo no?  Ugualmente bello e davvero rivoluzionario se il Papa decidesse di farsi un giro in Vaticano e di vendere qualche calice d’oro massiccio, qualche crocefisso, qualche monile prezioso. Il ricavato a chi crepa di fame, ai bimbi malati di AIDS in Africa, a chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese. Impossibile. Sarebbe troppo semplice, quasi infantile ed ebete una soluzione del genere. Eppure sarebbe realizzabile, se solo si volesse. Ci sono persone di pace, ce ne sono in giro, questo è certo. Ieri mi è giunta la voce che il parroco della nostra parrocchia, che per altro non ho mai frequentato, era deceduto nella notte. Mi è dispiaciuta molto questa morte così ho deciso di andare al rosario insieme a mia madre. Non abbiamo pregato. Abbiamo pensato al brav’uomo, che era amico di mio padre ai tempi della Fiat. Quando mio padre morì venne da mamma a consolarla. Non parlava mai di religione con noi, mai una sola volta. Non cercò nemmeno mai di convertirci, cosa che ho sempre apprezzato moltissimo. Lo ricordo che correva su e giù a benedire le case, ormai anziano e zoppicante. Si fermava da noi per un caffè. Non gli è mia venuto in mente di benedircela la casa. Era simpatico e portava la pace. Ricordo i discorsi che faceva con  mio padre relativi ai salari e agli scioperi in fabbrica. Stava infallibilmente dalla parte dei poveri. Se l’è portato via un cancro ai polmoni, lui che non ha mai fumato nemmeno una sigaretta. Ci sono persone di pace, dicevo. La pace non ha razza né bandiera, anche se dubito che una destra arrogante ed arraffona si muova per costruirne una di pace, anche se piccolissima. Sì, ne dubito molto.Sono i bambini quelli che ci impartiscono le lezioni più importanti. Sia a Kabul che a Gaza come a Bagdad, ho visto dei bambini poverissimi dividere una mela in tante sottilissime fette quanti erano loro. Non importava se nessuno si saziava: quella mela era per tutti e tutti dovevano averne, anche se solo una fettina piccolissima. A volte,quando mettiamo in ordine la casa, ci sorprendiamo nel  vedere come le cose di Lia spariscano talvolta. Bambole che prima occupavano il loro posto sul lettuccio o sul passeggino, giochi che l’avevano divertita fino al giorno prima spariscono come d’incanto. Una volta le abbiamo chiesto che fine avessero fatto delle bambole che aveva desiderato disperatamente, con le quali aveva giocato con tanto entusiasmo e passione. Lei ci rispose che le aveva date via. “ A Lucia la mia Arianna piaceva moltissimo. Io l’ho avuta per tanto tempo. Ora è giusto che ci giochi anche lei, Gliel’ho regalata.” Questo mi pare un atteggiamento molto molto vicino alla giustizia. Basta poco, in fondo.http://www.youtube.com/watch?v=w7wu0cPpLrE&feature=relatedCanzone quasi d'amore. Francesco Guccini