Arrancame la vida!

Post N° 582


Oggi evento straordinario: ho portato la macchina a lavare! Piove, è vero, ma non fa nulla. Quando vengo preso da questo raptus devo assecondare il momento: un moto del genere lo provo sì e no una volta l’anno, meglio approfittarne, dunque. Ho sempre avuto un rapporto strano con le auto che ho posseduto, due sole e in due tempi diversi, a dire il vero. Per un verso mi ci affezionavo come ad una persona, per l’altro l’auto era ed è sempre stato un semplice mezzo di trasporto. La mia auto deve portarmi da / a, Stop. Essenziali sicurezza e funzionalità. Tutto il resto è inutile. Provo ancora nostalgia per il mio vecchio macinino verde, ogni volta che ci penso. Chissà che fine avrà fatto? Ad essere del tutto sincero non distinguo nemmeno un modello da un altro io. Sì, certo, conosco i marchi famosi, per stazza, dimensioni e prestigio, ma di certo non ne conosco le caratteristiche né saprei dire la differenza che c’è fra un tipo ed un altro. E’ come per i vestiti. Non mi accorgo nemmeno di averli addosso. A volte capita che si parli con la Silvia di un’amica comune che abbiamo incontrato da qualche parte “ E com’era vestita?” chiede lei, ingenua e vezzosa. Ecco, per quanto mi sforzi proprio non ce la faccio a ricordare. Eppure qualcosa addosso l’amica in questione deve avere pur avuto! Nulla, zero assoluto. Davide, da questo punto di vista è uguale uguale e me. Ricordo che una volta passeggiavamo con Paolo per le vie del centro con alcuni amici. Ad un certo punto lui, tutto eccitato, prese a esclamare “ Guardate! La Ferrari!” Davide ed io ci voltammo alle nostre spalle e vedemmo una coppia, lei bionda procace e sinuosa, che si allontanava di buon passo. Ci guardammo in faccia, cercammo di mettere bene a fuoco la fanciulla da dietro,restammo in silenzio per un attimo, poi Davide, interpretando il pensiero di tutti e due, chiese a Paolo stupito: “ Ma scusa, Lorena Ferrari non era mora una volta?” Paolo ci ha preso in giro fino al giorno della sua morte per questa faccenda. Comunque, oggi è stato il gran giorno, dicevo. La mia auto non è sporca, è un bazar. E’ diverso, molto diverso. Anche quando la porto a lavare, perfino quando pulisco gli interni io stesso, mica butto via nulla, no no, sposto semplicemente le cose, le spolvero addirittura, se ritengo che la loro presenza sia utile o bella là sopra. Ciò che in realtà sia utile e/o bello è soltanto a mio insindacabile giudizio. Ho un numero imprecisato di cartine stradali e di mappe. In realtà non le ho mai usate, non saprei nemmeno da dove incominciare a leggere una cartina io, ma piace averle con me, non si sa mai. Ho un certo numero di riviste, di quotidiani dimenticati sui sedili da anni e pur da tenere perché sono sicuro che riportassero articoli di straordinario interesse, il cui contenuto, per ovvie ragioni, non ricordo assolutamente più, C’è sempre qualche libro sparso qua e là che leggo quando aspetto che Silvia o mia sorella escano dal supermercato e non mancano certamente una decina di post it disseminati ovunque che dovrebbero ricordarmi cose importantissime che dimentico regolarmente.  Ci sono un sacco di cd e molti spartiti di Davide. Da quando c’è Lia, poi, nel baule e sul sedile posteriore ci sono bambolotti, quaderni, pezzetti di Lego, vestiti delle bambole e mollette, cerchietti ed elastici per capelli. Ci sono bottigliette d’acqua, cannucce da bibite, pezzetti di pane raffermo, biscotti, caramelle e gomme da masticare. Nel bagagliaio ho sempre un plaid anche se non vado in camporella da un bel pezzo e non faccio nemmeno mai un pic nic. Chissà perché lo tengo lì? Boh, mi piace. E’ un plaid da auto, come aveva mio padre sulla sua 600. Forse per quello lo tengo lì. Ho uno zaino, dei rullini, delle barrette al sesamo, dei campioncini di cosmetici che ogni tanto mi da la Silvia e che io dimentico regolarmente di portare in casa. Fin quando c’è stata la nostra Lea avevo anche delle lattine di cibo per cani, caso mai avesse avuto fame, una ciotola per l’acqua, due o tre guinzagli e una museruola, che la mia bellissima cagnolina odiava a morte. Ho sempre delle monete a disposizione per i lavavetri, qualche multa presa qua e là, qualche fattura e, da qualche parte,  perfino il libretto di circolazione. Una volta che mi fermarono i carabinieri consigliai loro di andarsi a prendere un caffè; nel frattempo avrei cercato il libretto. Non capirono il senso della cosa. Peggio per loro: gli toccò di aspettare una mezz’oretta prima che lo trovassi nel mio bazar. Ho anche un tagliaunghie, un cacciavite, un paio di accendini, una scatola di preservativi intonsi dell'era preistorica, una cravatta e un paio di scarponcini da montagna, anche se la montagna la odio e non ci vado mai. Un giorno comparvero anche un paio di calzini blu che non erano né miei né di Davide. Chissà di chi erano? La verità è che la mia auto viene usata da più persone e ognuno di loro lascia dietro un pezzettino di sé. Ultimamente ho preso l’abitudine di ripulirla un po’ prima di portarla dal ragazzotto del distributore. Non lo faccio per vergogna, è che voglio solo alleggerirgli la vita. “ Non butti nulla, mi raccomando” gli dico ogni volta. Lui mi guarda basito, ma esegue alla lettera. E’ un bravo ragazzo, dopo tutto, nonostante vesta da fotomodello più che da benzinaio. Quando fumavo lo facevo regolarmente anche in auto e l’odore ristagnava in maniera tremenda dappertutto. Per ovviare a quest’inconveniente spruzzavo un deodorante che sapeva di pino. Il risultato era un odore di foresta in fiamme, un disastro. Ora va un po’ meglio. Una volta diedi un passaggio ad una  mia compagna di università, incontrata per caso ad una mostra di un collega, una di quelle ragazze Chanel che sognano la villa in collina, il marito al posto giusto, frequentano regolarmente l’estetista e il centro di meditazione zen, una gallina un po’ puttana e furba come una faina, come ce ne sono tante in giro. Montò sulla mia auto con supremo schifo, poggiando con cautela le sue natiche  rotonde e sode sul sedile anteriore, guardandosi intorno come se si fosse trovata nel porcile di un extracomunitario. Mi sorrise e mi disse. “ si vede che frequenti molto i paesi arabi, eh?” Io le sorrisi a mia volta. “ Sì –dissi-è vero. Anzi, ti consiglio di metterti dietro. Sai, di fianco a me ci sta di solito un mio amico negro che ha le pulci”. Scese immediatamente. Non l’ho mai più rivista. Per mia immensa fortuna.http://www.youtube.com/watch?v=bb0kVV6Ee2U&feature=relateddedicata al nostro Paolino: " si tu no vuelves no quedaran mas que desiertos...."