Arrancame la vida!

Post N° 680


“Lo sa che lei ha la patente scaduta?” mi dice la ragazzina  brunetta e bellina dell’assicurazione dove sono andato a pagare la rata semestrale dell’auto. “ Scaduta?” dico io, come se non sapessi che i documenti non hanno una validità eterna. “ Sì, legga qua. È scaduta il 17 maggio del 2007!” Dal maggio del 2007 ad oggi avrò fatto almeno 20.000 km fra Torino e Treviso, più le puntate a Milano per il giornale, le corse in aeroporto e le mille giravolte qui in città, più tutte le volte che ho guidato io a Madrid. Morale: siccome domani dobbiamo andare a buttare un occhio alla nuova casa, oggi pomeriggio ho fissato la visita medica d’urgenza. Urgenza, già. Come se fossi un caso grave. Oddio, forse un po’ grave lo sono davvero. Il fatto è che l’unico documento che mi serve sul serio per lavoro, l’unico da cui io dipenda veramente, per visti, permessi e quant’altro, è il passaporto, che controllo come se fosse un neonato. Se è in regola quello sono mentalmente a posto. Strana faccenda. Non sono nuovo a questo genere di cose, purtroppo. Lo scorso anno, quando raggiungemmo Alonso in Grecia per una breve vacanza, prenotai un charter a buon prezzo da Malpensa. Come sempre ruppi le palle a Davide per accertarmi che avesse i documenti in regola, i biglietti del volo, tutte le sue cose ecc.ecc. “ Ho tutto Alex, basta rompere i coglioni!” Siccome il mio passaporto si trovava al Consolato indiano per ottenere il visto  di rito, per poi passare dall’India a Kabul  dopo qualche giorno, non mi preoccupai minimamente, giacchè sapevo che per la Grecia era sufficiente la carta d’identità. Arrivammo stranamente in aeroporto con largo anticipo, ci avviammo al check-in, consegnammo i bagagli, e fummo fermati dall’addetta all’imbarco, la quale, con fare normativo e sgridatorio prese a dire: “ Chi dei due è il Signor Padovan?”  Come un bambino colto in flagrante alzai la mia mano. “La sua carta d’identità è scaduta, lo sa?” Cazzo, cazzo, cazzo ,cazzo. E adesso come faccio a partire? Farfugliai qualche scusa, mentre alla mie spalle sentivo Davide che recitava: “sei un asino, un coglione, una bestia! Vacanze saltate per colpa tua, testa di cazzo che non sei altro! Ma dove minchia vivi? Imbecille ecc. ecc. ecc. “ Si vede che la fanciulla si mosse a pena, perché mi disse che se correvo come un pazzo al terminal 1 avrei trovato un ufficio del Comune che, previo benestare dell’Anagrafe di Torino, mi avrebbe rilasciato un documento. Presi un taxi dal terminal 2 al terminal 1, sì e no 3 km che mi costarono 70 euro perchè il taxista era un figlio di puttana, gli intimai di aspettarmi, mi precipitai nel piccolo ufficio e spiegai concitato la situazione all’impiegata assonnata e confusa. “ Devo chiedere a Torino” mi disse mentre placida si beveva un caffè. “ E che cazzo aspetta, allora? Lo chieda subitoooo!” urlai senza ritegno. La povera comunale si guardò intorno spaventata, inghiottì il caffè e si mise all’opera. “ Ha con sé le fototessere?” mi chiese guardinga. “ Vacca, le foto, cazzo, cazzo ,cazzo, cazzo!”. Feci una corsa al primo piano, infilai 5 euro nella macchinetta, sorrisi all’obiettivo, presi le 4 foto dove apparivo come un terrorista musulmano stralunato e le portai alla ragazza.  “ Da Torino non hanno ancora mandato il fax” mi disse lei desolata. “ Cazzo, manca un’ora al decollo, non ho i documenti e devo ancora fare il check.in!!!! La prego!!!” dissi quasi piangendoDrinnnn “ Dove cazzo seiii? Cosa  cazzo fai?????? Ormai ci lasciano a terra, stanno per chiudere il volo, deficiente, imbecille, scimmione lobotomizzato!” era Davide “ Cazzo amore, fai qualcosa, blocca il volo, parla con la ragazza, chiama il pilota, intrattienili in qualche modo tu che io arrivo!!!”  “ E’ arrivato il fax da Torino!” disse la povera esultando come una bambina “cinque minuti e le preparo tutto”. Vidi da dentro un arabo che vendeva fiori, corsi fuori, gli comprai 3 rose, corsi dentro, gliele diedi a Manuela, presi il mio documento, salii sul taxi e arrivai al check-in. Davide era solo in compagnia della ragazza. “ Eccomi!” dissi raggiante “ tutto fatto, sono o non sono stato bravo!” La ragazza mi guardò con odio feroce, svolse i suoi compiti, ci diede le carte d’imbarco e disse “ ora correte, non so come io abbia fatto a farvi partire”. Al controllo bagagli c’era una coda chilometrica. Contento, ma non pago cominciai a dire: “permesso, permesso, ci fate passare? Abbiamo un volo in partenza  e siamo in ritardo!” Una donna cattiva e perfida mi guardò con disprezzo “ siete voi i due deficienti che hanno fatto slittare il volo per la Grecia di un’ora?”  Davide divenne pallidissimo e stava per incominciare a scusarsi, quando io presi in mano la situazione. Mai arrendersi, mai,mai, mai. “ Cara la mia signora, sapesse che cosa ci è successo! Ho ancora le gambe che tremano. Un pauroso incidente, siamo vivi per miracolo, guardi.  Beati voi che andate in vacanza, sapesse a noi cosa ci aspetta in Grecia!” Finì che si offersero pure  di pagarci un caffè al bar prima dell’imbarco. Un volta a bordo scoprimmo che il volo faceva scalo a Roma e di conseguenza anche quei passeggeri sarebbero  partiti in ritardo per colpa mia. Dopo il decollo mi addormentai come un angioletto. Davide non mi parlò per due giorni di fila. C’est la vie.