Arrancame la vida!

Post N° 686


C'è una notte buia e senza tregua. Una notte che non finisce nel deserto attorno a Gaza. Alonso viene a prendermi ad Amman, all'aeroporto. E' arrivato prima di me. Qualche giorno prima.  Non mi chiede di Bagdad. Alonso non mi chiede niente. Sa già tutto lui. "Stasera passiamo da Gerusalemme" mi dice " so che non ti va, ma ho prenotato al King David, che almeno dormi una notte fra un paio di lenzuola pulite, che mica ti fanno schifo no? Ho sentito  Chen Fen ieri sera, deve parlare con noi. So che il King David ti fa vomitare, lo so, ma è importante Alex, sembra che lo sia, almeno. Se non è là la troveremo a Gaza, sai com'è lei. Comunque a Gerusalemme ci dobbiamo andare". Al check point fra la Giordania e  Israrele mi saltano i nervi. Un poliziotto mi smonta la Canon in tanti piccoli pezzi. Avrà sì e no vent'anni. Dopo essersi divertito a lungo col mio materiale mi chiede come mai io sia così spesso da quelle parti. " Sarà che mi piace il vostro bel mare e la tranquillità dei vostri posti" gli dico. E' troppo per lui. Mi porta dal suo capitano, mi trattengono per due ore. " Quelli come lei dovrebbero essere interdetti da questi posti" mi dice lui con fare irritato. " Lei fa un lavoro di merda". " Ho un visto  che mi ha rilasciato la vostra Ambasciata, anche il suo è un lavoro di merda" gli dico. Non trova  nulla che non vada fra le mie carte e deve per forza lasciarmi andare. Perdiamo anche l'ultimo autobus per Gerusalemme. La mattina successiva ci alziamo all'alba e partiamo. La città santa, la chiamano. Non conosco posto più orribile in tutto il pianeta. Provo sempre la stessa repulsione ogni volta che vedo le masse di pellegrini, cristiani, ebrei o musulmani  che siano fra le strade di questa città terribile e piena di sangue. " Se il Medio Oriente fosse sprofondato duemila anni fa, Alex, oggi saremmo al Caraibi a fotografare la figa e saremmo tutti più liberi e sereni" dice Alonso ridendo.La sera del massacro eravamo seduti ad un tavolino sul ciglio della strada. Venne Chen Fen a comunicarci la notizia. Nessuno di noi tre corse sul posto. Ci pensarono quelli del Post a precipitarsi. La mattina seguente Chen Fen ed io andammo a vedere. La bambina senza un braccio ce la caricammo sulle spalle. Nessuno la voleva. Nessun ospedale. Che Fen entrava nei pronto soccorso e si metteva a gridare con la voce interrotta dal pianto. Urlava senza fine, un grido feroce che ancora oggi, a distanza di anni, mi fa accapponare la pelle. Un medico infine  prese a schiaffi a piene mani il suo bel viso d'Oriente " Portatela voi al vostro paese, razza di stronzi! " Chen gridava e piangeva. Il medico le diede un ultimo pugno in mezzo alla schiena. La bambina morì dissanguata  sul pavimento di un pronto soccorso che non l'aveva voluta, fra l'indifferenza di tutti. Chen ritornò in Cina il giorno dopo. All'aeroporto zoppicava, aveva il viso tumefatto per le botte ricevute, le labbra secche, gli occhi ancora pieni di pianto."Ti ricordi dieci anni fa Alex?" Chen Fen abbassa gli occhi e mi sfiora la mano. "Sei bellissima Chen, bellissima. E forte, sei la donna migliore che io conosca Chen". lei mi sorride piano. " Non so come abbiamo fatto a resistere tutti questi anni Alex, non lo so proprio" dice lei perdendo per un  attimo il suo coraggio. " Io lo so" dice Alonso con un grande sorriso. Noi ci voltiamo a guardarlo " Voi siete diversi da tutti. Avete un cuore. E' così. Io vi amo" Ci stringiamo tutti e due fra le sue braccia.La mattina seguente andiamo al campo profughi a portare le cose. " Volete vedere i bambini?" ci chiede il direttore del campo. " No, basta che stiano bene. Basta che stiano bene; questo solo conta" La sera vediamo insieme le foto. " Sto lavorando ad un progetto qui a Gaza" mi dice Chen Fen "Una mostra... ci stai?" "Devi essere impazzita Chen. non ci daranno mai il permesso, mai" dico io rassegnato " Dunque non vuoi nemmeno provarci. Ti facevo diverso Alex" Alonso emette un lungo fischio pieno di significati." Uhhhh, toccato sul vivo, cazzo!" Lei mi guarda e attende. " Sei una puttana Chen Fen. Una puttana! E vada per sta mostra, che mica posso tirarmi indietro adesso no?" Lei mi abbraccia e mi bacia sul collo. " Visto come reagisce se lo tocchi nel punto giusto? Alonso scoppia a ridere " Puttana!" le dico io ancora una volta. " Magari Alex, passati i bei tempi anche per me, purtoppo!" Scuote i capelli striati d'argento e sorride. "Alex?" "che cazzo vuoi ancora Chen?" " Lavati per favore: puzzi di capra!" Io mi annuso le ascelle. Tutti ridiamo di gusto. Si odono gli scoppi dei mortai provenire dalla zona est. Il cielo ogni tanto si schiarisce. Sospiriamo e ci guardiamo impotenti le mani. Come un tempo. Come tanti anni fa. Come all'inizio della nostra storia, insieme.Ivano Fossati- La volpe