Arrancame la vida!

Post N° 703


Per anni il mercoledì sera, durante la mia prima gioventù e più avanti nella vita adulta, è stato il momento di noi KK. Che cosa sono le KK? Le Cule Comuniste, perdio! Noi, amici da sempre ( maschietti con la vocazione per il pisello altrui, veneratissme bellezze algide e altere, checchine sull'orlo di una crisi di nervi o veri uomini tutti d'un pezzo, con nel mezzo tutti gli altri un poco più semplici,  come me e Paolino o Davide, ad esempio, ma per questo non meno incazzati, indignati e un po' smarriti) ci siamo trovati il mercoledì sera per anni a discutere di politica e omosessualità negli scantinati di una Torino notturna e complice. Le nostre discussioni, iniziate sul finire degli anni '70 e protrattesi fino a qualche anno fa e poi esauritesi per morte naturale, potevano andare avanti all'infinito, fra panini al formaggio che appartenevano all'infanzia e cuba libre da giovani emancipati, immersi noi nelle parole, sempre in fermento per qualche cosa, così tenere in fondo, noi, le Cule Comuniste, che ancora mi commuovo quando ci penso. Mi commuovono la tenerezza, le illusioni che coltivavamo con dovizia e dedizione, la forza e il coraggio che ci animavano allora. Noi, le Cule Comuniste, eravamo un popolo variegato ed etrerogeneo. Alle nostre riunioni carbonare partecipavano operai, impiegati, intellettuali, docenti universitari, commessi di supermercato,  divine d'altri tempi e la festa vera iniziava quando arrivava Lorenzo, che il mercoledì sera lasciava i viali del Valentino per unirsi al nostro gruppo. Naturalmente non bastava essere cule, bisognava essere comuniste, cule e vere comuniste. C'è stato un periodo in cui il nostro circolo è stato frequentato anche da cule cristiane e perfino da alcune cule di destra, ma l'idillio è durato pochissimo. Nessuno di noi aveva il tempo di occuparsi del senso di colpa di alcuni cattolici. Tanto meno dai rigurgiti fascisti di alcuni scriteriati. Noi cule eravamo sollecite, accorte, premurose,  un po' mamme buone, ma eravamo soprattuto comuniste. Perlomeno di quel comunismo che nelle nostre teste è sempre stato sinonimo di uguaglianza e condivisione, lo stesso comunismo che pratico adesso nella mia vita. C'è stato il periodo in cui noi Cule Comuniste siamo state delle crocerossine indefesse, quando Roby stava morendo di AIDS, per esempio, o quando Enrico si fratturò tutte e due le gambe cadendo dalla sua Vespa. Le Molinette erano allora tutto un via vai di Cule Comuniste che andavano e venivano per i reparti ortopedia e infettivi, un via vai che durava giorno e notte, grazie alla complicità di un medico culo e comunista che ci faceva entrare di straforo anche quando le visite non erano permesse. Ed era tutto un piangere di dolore, un abbraccarsi l'una con l'altra ( noi, le Cule Comuniste ), un bestemmiare il Cielo, le madonne e i santi, un soccorrerci fra di noi, con turni organizzati a dovere finchè Roby non tirò le cuoia ed Enrico fu dimesso con la carrozzina. E anche allora noi, lei Cule Comuniste, ci alternavamo per fargli da mangiare e portarlo al cesso a fare i suoi bisogni, finchè non si rimise in piedi nell'arco di due anni. Quando smisi di bere le Cule Comuniste stapparono solo acqua minerale per un anno di seguito, per non indurmi in tentazione e quando morì mio padre e dopo Paolino, nel camposanto pieno di niente alle porte della città, anonimo e severo, triste e desolato, le Cule Comuniste portarono le loro lacrime, la loro compassione, il loro colore e la loro rabbia. Ieri sera c'è stato l'addio alle Cule Comuniste, in un locale del centro storico. Siamo andati a prendere Lorenzo, che la festa senza di lui non poteva neanche incominciare. Lui è entrato nel locale con il suo vestito rosso fuoco, la sua parrucca biondisima e i suoi tacchi a spillo, fra gli applausi fragorosi di tutte noi, le Cule Comuniste. Noi, le uniche, le autentiche, le sole, le Cule Comuniste più belle di Torino, un po' invecchiate, con qualche ruga in più, con qualche capello in meno, ma sempre noi,  come ai vecchi tempi. E' stato bello. Grazie, amici miei. Se a volte avrò un po' di nostalgia di Torino sarà solo per voi.
Non amo Renato Zero, soprattutto da quando è diventato una cula cattolica a timorata, ma questa mi rappresenta bene Foto ( di Davide... buuuuu): il festeggiato, Lorenzo ( la bionda in rosso) e le altre Cule Comuniste.