Arrancame la vida!

Post N° 737


Oggi è una domenica di quelle strane, con questa luce che sa già di primavera e il sole tiepido nel cuore dell’inverno, una di quelle giornate dove, anziché sentirmi meglio per la nuova stagione che avanza, mi sento come smarrito e malinconico, con la testa piena di pensieri come ho in questo momento, l’anima in subbuglio e il presagio che questo tepore preluda soltanto ad una brutta ricaduta nel gelo e nel rigore spento di gennaio. Ho passeggiato un po’ lungo le mura, il luogo più vicino a casa che fosse illuminato e riscaldato dal sole. C’è la stessa identica scena tutte le sante domeniche ed ogni volta mi si stringe il cuore in un brivido d’inquietudine che nemmeno io riesco a capire da dove arrivi. Il crocchio della badanti straniere si dà appuntamento la domenica per fare una passeggiata e due chiacchiere là, proprio sulle mura della città. Ed è tutto un parlottare fitto, un ridere sommesso, un raccontare la propria vita in una lingua che non capisco. Mostrano le foto dei parenti lontani alle altre amiche, le mie donne delle mura, forse mostrano i propri figli al paese o i cugini o gli anziani del loro cuore, chi lo sa. Non mi sono mai avvicinato così tanto da scoprirlo. L’unica giornata libera la passano così: là sopra, al tepore del sole pallido, a raccontarsi la vita e le cose. Oggi, mentre le guardavo, pensavo che tutti sprechiamo tanti pezzi di vita. Per poco coraggio, per paura, per via delle poche possibilità che ci sono state offerte, per mala sorte o per viltà. Tanti pezzettini di vita che se ne vanno ogni momento. Un tempo che non torna più. Presi come siamo tutti dalle  nostre piccole vite, dalle angosce quotidiane, dalle bollette da pagare, dalla scadenze, dalla vita, insomma. Quando sono tornato a casa ho visto la mail di una conoscente, una di quelle persone a cui per sbaglio e non ricordo più perché, ho dato il mio indirizzo di posta, una di quelle persone  che ogni tanto, benché mai richiesto, si sentono in dovere di aggiornarti periodicamente sulle loro esistenze e sulle loro splendide vite. Elena, ricchissima nullafacente dalle mille attività, quella che crede agli oroscopi e ai sogni premonitori, quella che crede ai segni del destino e rincorre la vita, senza per altro afferrarla mai, per i quattro angoli del globo, ha trovato l’amore, finalmente. “Sono felice Alex! Ora ho davvero tutto!” E il mio pensiero corre alle mie badanti delle mura, alle loro e alle nostre bollette da pagare, alla vita che scorre come un fiume in piena, al tempo che non mi basta mai, a questo tempo che mi sfugge e che non torna indietro, alla mia gente di Gaza, alla storia di tutti. E mentre prego tutti i miei dei pagani che mi trattengano dal maledire Elena e la sua razza infame, clicco, con mio grande stupore, con infinita rassegnazione, con  tanta pena, più per me che per lei, ma soprattutto con un disgusto indicibile ( è incredibile la quantità di stupidaggini che si dicono così, tanto per dire ), sulla funzione “rispondi” e digito come malato le parole assurde, ridicole e idiote “ E io sono felice per te.”. e invio, entrando definitivamente e per sempre nel girone dei bugiardi. Domenica strana, dicevo, questa.John Denver