Arrancame la vida!

nebbia


Non so cosa sia questo periodo che sto attraversando adesso.Se sia nebbia. Se sia confusione o cosa sia. Se sia forse solo il lento e inesorabile trascorrere del tempo attraverso la mia vita, attraverso la vita di tutti. O forse è solo questa pioggia fredda che cade da giorni e che ha trasformato in poche ore una rigogliosa primavera in un autunno grigio, tristissimo e lento. Ed è in giornate come queste che indulgo in ricordi lontani ed inutili, ricordi di una vita precedente, lontani, in fondo, e inutili, dal momento che non mi servono a nulla, se non ad accarezzare ancora una volta il ragazzo e che ero e che a stento oggi riconosco essere stato. Tutta la vita così, a chiedere la luna, anche nei momenti in cui non c’era nessuna possibilità di averla fra le mani, graziosa luna pallida del più radioso plenilunio. Ed è in queste giornate che mi sento invadere da una stanchezza infinta, una stanchezza che non mi spiego, proprio adesso che la salute pare procedere bene e che il lavoro c’è ancora, come ci sono, solidi, affetti e famiglia. Di notte sogno la mia cagnetta Lea. Mi capita di sognarla quando sono inquieto o triste. Lei compare nei miei sogni,sfrega il suo muso color del miele contro la mia guancia e mi guarda con i suoi occhi dolcissimi. Questo mi basta per provare una sensazione di totale sollievo che dura fino a metà giornata. Come un contatto fisico fortissimo, come se lei fosse ancora qui, con me. L’ultima volta a Kabul ès tata dura, troppo dura perfino per me. Sono stanco delle stesse cose. Sonos tanco perché nulla cambia. E questo non lo reggo più. Perfino uno come me ha bisogno di avere qualche riscontro. Non fotografo quasi più, dicevo una di queste volte. Faccio molta fatica a scattare le foto, a mettere a fuoco, faccio molta fatica perfino a pensarla una fotografia. Tanti anni di guerra hanno deformato la mia visione delle cose. Mi pare di non saper fare altro che guardare la guerra ormai. E so perfettamente che non serve a nulla, purtroppo.Quando bevevo avevo questa identica visione delle cose, forse l’unica possibile di fronte al dolore umano. L’alcol mi sollevava dall’angoscia, era un potente anestetico. Oggi che non bevo più, nonostante l’orrore e la nausea fisica che provo al solo pensiero di farmi un bicchiere, so che quella era una scelta logica, l’unica possibile. L’unica possibile di fronte all’orrore. E l’orrore è tante cose. L’orrore è l’ingiustizia, i ricchi che calpestano i deboli, l’orrore sono i bambini che soffrono, che soffrono senza capire. L’orrore non è solo la guerra, l’orrore è la gente che non comprende, che non capisce, che fa finta di non capire. L’orrore è l’urlo senza fine dei poveri del pianeta, di coloro che sono sfruttati, usati, abusati. L’orrore è questa mancanza di amore e di solidarietà che pervade tutto e tutti come un gas malefico che s’insinua ovunque sottile. L’orrore sono gli anni che passano, i migliori anni della nostra vita, senza che si metta un punto fermo alle guerre, alle ingiustizie,alle infamie, al terrore, alla povertà e alla fame. Trent’anni a lavorare con la guerra senza aver percepito alcun cambiamento. Una bella frustrazione, devo dire.  Avrei fatto meglio ad immortalare matrimoni o prime comunioni. Vorrei saper suonare come Davide e sollevarmi la  vita. Tu si che hai costruito qualcosa attraverso le tue note.