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ALDA MERINI
E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
« Messaggio #555 | Messaggio #557 » |
Post n°556 pubblicato il 27 Novembre 2007 da alexisdg10
Credo di avere delle doti di preveggenza. Stavo per scrivere qualcosa sull’argomento quando, sintonizzandomi per sbaglio su Rai1 ( a dire il vero accendendo il televisore per sbaglio ) ho visto Bruno Vespa, l’uomo dalle mille e una occasione, dissertare con dovizia e dedizione su uno degli argomenti più scottanti e coinvolgenti della settimana, quello che ci toglie sonno e respiro, quello che ci provoca incubi e ci fa correre a quattro zampe dall’analista: la lettera inoltrata da Casa Savoia alla Repubblica italiana con una richiesta di risarcimento danni pari a duecentosessanta milioni di euro. Imperdibile il servizio di estrema utilità pubblica. A dire il vero mi aspettavo un commovente ricordo del milite morto in Afganistan nell’esercizio del suo lavoro, farcito, magari, con la solita apologia della pace che le mie orecchie stanche si rifiutano di ascoltare ormai da moltissimo tempo. Ma forse ci sarà ancora il tempo e l’occasione per parlare della pace, della guerra e del soldato, magari durante la serata nel giorno in cui si terranno i funerali, chi lo sa? Bel colpo quello di Vespa. Perché, sebbene ci sia qualcosa di estremamente vizioso e patologico, di bieco e tutto democristiano in questa maniera di confrontarsi con la realtà, nell’affrontare un argomento così banale in un momento storico come questo, con la destra che non si ama più, la sinistra che ci ama poco e la gente che si è rotta i coglioni dell’una e dell’altra, bisogna riconoscere al buon Vespa un'arte della manipolazione che con lui raggiunge livelli di perfezione inusitata. Perché, in tutto questo marasma, in questo clima nebuloso e strano, soffocante e confuso, malefico e velenoso, parlare dei Savoia in una trasmissione finanziata con i soldi pubblici, cioè con i nostri, è come friggere l’aria, è come salvare il gel per capelli o lo scopino del cesso firmato Pier Cardin quando ti scoppia un incendio in casa, è come pensare a non macchiare di sangue la tappezzeria dell’auto nel caso facessi un incidente grave, è come indossare la mascherina mentre passeggi in città e poi spararsi 50 Marlboro tutti i giorni nei polmoni, è come giocare alla guerra e poi stupirsi se ci si fa male, è come prendere 10 caffè belli forti prima andare a letto e poi sorprendersi se il sonno non viene più. Insomma, è assolutamente inutile e fuorviante. Quello che mi avvilisce, nonostante io non sia più di primo pelo e pertanto la cosa non mi stupisca nel modo più assoluto, è la presenza inevitabile e costante dei politici di casa nostra, qualunque sia l'argomento trattato. Politici e politicanti, che, dalla notte dei tempi, hanno preso il gustoso siparietto di Vespa come una rampa di lancio, come un’operazione di marketing, come un salotto dove si discutono le stesse cose che si discutono ( o che si dovrebbero discutere ) in Parlamento, in una confusione di ruoli , di tempi e di modi davanti alla quale dovrebbe impallidire perfino la velina o la starletta più scafata, quella che ha appena aggiunto alla sua cintura la tacca del milionesimo pompino, quella che l’ha data via deliberatamente al personaggio giusto al momento giusto, ma che mai e poi mai si sognerebbe di raggiungere il livello di finezza sottile di Vespa ( e quello dei suoi ospiti ). Un vero maestro del genere, lui. Dobbiamo ammetterlo. Duole, in tutto questo, che le questioni veramente importanti per la gente vengano solo minimamente sfiorate. Di Casa Savoia, francamente, non potrebbe importarcene di meno. Andate a cagare. |
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Questo blog è nato come luogo di svago, come luogo di scambio di opinioni e di idee, come luogo di confronto, un posto dove ascoltare un pò di musica e leggere qualcosa . Magari, a volte, qualcosa di stimolante e persino d' interessante.
E non necessariamente perchè lo scrivo io.
Un luogo dove poter interagire liberamente. Tutti possono entrare, leggere e commentare purchè si esprima un 'opinione senza offendere chi la pensa diversamente. La libertà di ognuno di noi cessa nel momento in cui lede quella di un altro. La maggior parte delle foto e degli scritti in questo blog sono miei, ma alcuni sono anche tratti dal web. Dove possibile sono citati gli autori e le fonti. Se per disattenzione o perchè non disponibili, accadesse che in qualche modo qualcuno di sentisse leso, può tranquillamente scrivermi e la foto o il post verranno rimossi. In questo blog è lecito parlare di tutto. Ed è lecito dissentire. Come è pure lecito e auspicabile costruire. Il dissenso è legittimo quando è finalizzato alla costruzione e non alla mera distruzione fine a se stessa. Nessun commento sarà mai rimosso o censurato.
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PER I VOSTRI VIAGGI CONSAPEVOLI
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle.
Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche.
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro.
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.
Federico Garcia Lorca
sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)
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