Petali di parole

In limbo


Giornate strane quelle che precedono il ritorno all'ovile. Girovaga, sotto un sole generoso e sospinta dalla brezza dell'Adriatico, del mio caro e amato Adriatico, limbeggio in questa città che un po' m'allontana e un po' m'attira a sè. Attendo febbrile la partenza d'un treno carico di ricordi e di presente, ma sono consapevole della nostalgia che m'attanaglierà le viscere la sera prima della partenza.Tanto, ritorno. "L'eterno ritorno dona loro, Signore"...E da dove si parte, prima o poi si torna, e più si parte e più si torna. E più porti e più case e più vite e più mondi. E una sola persona. Una e una sola.Una sola ragazza, con una valigia in mano, sospesa nel tempo e nello spazio. Quando l'attesa è piacevole, ma la meta ambita e il ricordo vicino. Una ragazza e la sua valigia sul binario vuoto di una stazione. Eccomi. Sì, in limbo.[...e correrò su chilometri di rotaie e vedrò lepri e fagiani nei campi, dal finestrino, parlerò con strani ceffi e sorriderò complice a qualche avventuriero. M'affannerò con la mia pesante valigia e mi sporcherò di polvere, mi muoverò tarantolata fino a trovare la posizione giusta e subito la perderò. E verrà il buio e i finestrini saranno inutili, e spegnerò le luci e starò con me stessa. E Trieste, in questo addio io m'innamorerò di te]