Petali di parole

Zena Cosini


E non capisci, non capisci. Ti arrabbi e non capisci. Mi dispiace, scusa, per tutto quel che vorrei fare, per tutto quello che penso, per questo mio essere inadeguata ad ogni situazione, per voler essere il meglio rimanendo nullità. Perdona i miei sforzi, perdona i miei consigli, le mie piccole attenzioni, e le lacrime di gioia e di dolore. Dimentica le mie fragilità e i miei pregi, e lasciami nella mediocrità del limbo, degli ignavi. Lasciami, ti prego, al mio terrore, alle mie infinite paure, lasciami piangere in silenzio, nel letto, di notte, quando tutto è buio e sento che non è quello il mio posto, visto che io posto non ce l'ho. Lascia che tremi come una foglia, lasciami alle mie ansie, ai miei disagi, alle mie malattie. Lasciami al fumo di quella sigaretta che non ho il coraggio di accendere. Non salvarmi, salvati tu, tu che devi, lascia affondare me che potrei tornare a galla, ma non so farlo. E non mutilarti, non proteggermi: non serve a nulla. Non è nelle tue parole, il male, nei tuoi gesti o nei tuoi sentimenti. Il male ce l'ho dentro, e si chiama Nulla: è una macchia grigia e odora di muffa. Non avvicinarti, non allontanarti: lasciami a me, chè la solitudine è l'unico modo in cui sono capace di essere. E non chiedermi di aiutarti, perchè proverei in tutti i modi, venderei il sangue, ma non servirebbe a nulla. Vano ogni mio sforzo, perchè è sforzo incapace, inutile, inetto. Fai di me una bambola: un qualcosa con cui giochi quando la tua fantasia m'accarezza. Muovi le mie braccia, le mie mani, dì parole al mio posto, fingendo di avere una voce di bambina, pettinami i capelli con una spazzola rosa. Ma non farmi essere, chè non ne sono capace.