Petali di parole

...alla fine arrivo io!


Prima lavatrice pre-partenza oggi. La mia transumanza mi riporta alle pendici del monte. Siamo alle solite: sbrigare le ultime incombenze (vale a dire intervistare degli Indiani), salutare gli amici, dispiacersi di non poter essere da qualche parte in qualche momento perchè "proprio devo partire". Non che me l'abbia prescritto il medico, bene inteso. E' solo che è difficile far abituare le persone al fatto che io non vivo più quì. Che Francoforte, per Heidi, è un dovere. Come se i tuoi colleghi ti chiedessero perchè non dormi in ufficio, di notte. Ovviamente c'è sempre qualcuno che rimane deluso. Qualcuno che proprio non riesco a salutare, a vedere, ad aiutare... Mi dispiace davvero tanto, ma devo andare.  C'era una canzone che mia madre cantava per me quando ero piccola, a mò di ninna-nanna:Addio, Mamma!Io vado a scuola,nella casetta, tu resti sola,ma verso sera farò ritornoaddio Mamma,Felice giorno!Io, puntualmente, scoppiavo in lacrime. Piangevo perchè mi sembrava una canzone tristissima, e anche adesso se provo a cantarla, o solo ci penso, due grosse, enormi lacrime, mi si gonfiano negli occhi.  Come posso spiegare agli altri queste lacrime? Come posso pensare di attardarmi a scuola, se la mia mamma è rimasta sola nella casetta? Come posso cantare quella canzone e piangere disperata senza farmi deridere?Come posso partire, ogni volta, e lasciarmi alle spalle gli occhi della mamma e di M. , senza girarmi e cantare quella crudele canzoncina?Ma alla fine torno sempre. Per loro e per me. "Ma verso sera farò ritorno"