Nuovi Inizi

Esterno notte


Siamo di nuovo seduti qui fuori, Lei dorme al piano di sopra e le candele illumiano il volto chi colui che quasi dieci anni fa ho sposato. Stasera si deve parlare, cercare di sbloccare un ingranaggio arrugginito e infettato di ogni batterio possibile, oliare una ruota che forse ci salverà tutti. Guardo le finestre da cui occhieggia la luce della TV, so che Lui è li, seduto sul divano, attende con pazienza l’esito di questo incontro, mi sostiene con un po’ di apprensione, è preoccupato ma è con me. Per un minuto mi allontano dalle parole dell’ex, mi perdo nella meraviglia di questo Amore che mi riscalda nonostante la frescura di questa sera primaverile. Tutta la rabbia e il rancore degli ultimi anni viene vomitata sul tavolo, reggerà? Mi chiedo stupidamente…Ex parla parla e parla, si arrabbia mi fanculizza senza troppa delicatezza, mi accusa e fa leva su sensi di colpa che sa essere ben radicati in me, rivanga il passato remoto della nostra unione, i miei errori, i miei errori, i miei errori. Ascolto, assorta, e immagino una frana di sassi e fango che cerca di travolgermi e ferirmi ma non ce la fa. Ho camminato troppo e troppo a lungo, ho scavato troppo in profondità dentro di me, tutto ciò che sento non fa più male perché è stato sradicato dal più potente degli antibiotici, me stessa. Ho fatto i conti con tutto ciò che lui sta sciorinando, la mia unica preoccupazione è che i vicini siano involontari spettatori di questo circo, lui non mi fa più paura. Lascio che si sfoghi, che capisca da solo che anche lui deve venire a patti con se stesso, che anche lui deve risolvere le sue questioni sospese, affrontando e accettando tutto il male che ha fatto alla nostra famiglia, lottando contro il dolore che la consapevolezza di aver sbagliato inevitabilmente porta. E’ quasi mezzanotte quando la sua carica si esaurisce, gli sorrido perché in fondo gli voglio bene, poche parole le mie, forse taglienti, forse troppo vere per ricevere una risposta subito, una mano, la sua, che si allunga sul tavolo, penso di prenderla ma non è ancora il momento. Lui deve tornare a se stesso e io non posso aiutarlo. Nostra figlia è ignara di quanto sta accadendo, riposa serena, sa che domani compirà sei anni e ci saranno dolci e regali, mamma e papà l’accompagneranno a scuola con le caramelle per i compagni e lei potrà sfoggiare la gonnellina nuova. Se ne va ex, triste come quando è entrato, però più leggero, ora non c’è altro da aggiungere agli insulti e alle rivalse, ha capito, forse, che io non sono più io, che la ragazzina che ha sposato non esiste più, che la donna che lui sperava io fossi è svanita insieme ai suoi sogni, che la nuova realtà è quella in cui deve trovare il modo di vivere. Una storia in divenire che non si è conclusa. Chiudo la porta e mi stendo sul divano, la testa sul petto di Lui che ascolta immobile, mi stringe, mi soleva e mi accompagna a letto, bacia i miei occhi stanchi, la testa dolente, i capelli che non ho la forza di pettinare sparsi sul cuscino. Mi addormento accanto a Lui, domani c’è un compleanno da festeggiare.