Al bar con gli amici

NON GIOCARE CON ME 5 PUNT SECONDA PARTE


QUINTA PUNTATA SECONDA PARTE- Notte!- e rapidamente entrai nella mia stanza e mi chiusi la porta alle spalle. Passargli vicino di nuovo, sentire il suo calore invadermi, era praticamente impossibile rimanere indifferenti. Ero scossa da brividi Avrei voluto che mi mettesse una mano sul polso per fermarmi, per girarmi verso di sè, io avrei risposto al bacio che lui di certo mi avrebbe dato...avrei sfiorato la sua pelle calda e bagnata. Gemetti perche' purtroppo non mi aveva fermato. Ricacciai con forza l'immagine di lui che si strappava di dosso l'asciugamano per rivestirsi. Che mi succedeva? Da quando avevo questi pensieri roventi?Semplice, da quando avevo incontrato Xavier! Cercai la camicia da notte e la misi sul letto, quindi andai sotto la doccia, cercando di gettarmi addosso del buon senso non solo acqua. Il giorno seguente, indossai dei pantaloni alla pescatora color pesca e una camicia in tinta, comode scarpe e scesi in sala da pranzo. Un ricco buffet era disposto per la colazione. Mi servii delle crepes dolci ai frutti di bosco e una tazza di tè quindi andai a sedermi. Ero la prima? Non avevo molta fame, dopo una notte tormentata da sogni ardenti ma poi la vista di quelle deliziose crepes farcite ai frutti di bosco mi fece venire l'acquolina in bocca e cedetti alla golosità. Poco dopo scesero i Velados al completo con le loro deliziose bambine.- buongiorno-- buongiorno Cristina...-- che belle che sono...-- sì...due piccole deliziose pesti...tutte suo padre- replicò lei ridendo e guardando con amore figlie e marito che si stava riempiendo il piatto. Poi ne preparò uno per la moglie Irene.- come hai conosciuto Xavier?- mi domandò lei mentre suo marito mangiava rapidamente come se non buttasse giù cibo da un mese. Aveva due piatti colmidi cibo. Lei sembrava molto incuriosita. Non avevo certo problemi a rispondere. Non avevo nulla da nascondere. - ho conosciuto prima sua madre poi Alisa...e poi Xavier. -- capisco, pensavo fosse...foste insieme-commentò con una nota di delusione. Ne fui stupita.- no, pur…pure la cameriera l'ha pensato infatti ha portato in camera di Xavier la mia borsa...- stavo per dire 'purtroppo non è il mio uomo, ma mi ero salvata "in corner". Misi una nota divertita nel raccontare l'episodio anche se dentro di me una vocina mi diceva che Xavier era un uomo desiderabile. Ancora una volta cacciai la vocina e ricorsi al buon senso... Anche se l'immagine di lui con indosso solo l'asciugamano venne a fiaccare la mia razionalità. - no, dai!- replicò divertito Diego. - già...e Xavier ...beh lasciamo stare. Ma gli altri dove sono?-- in giardino o a dormire. Come Xavier-spiegò Diego.- no, sono qua- ribattè l'amico entrando in sala e avvicinandosi al buffèt. Lui si servì solo della macedonia e un succo d'arancia. - mangi solo quello ragazzo mio?- notò Diego. C'era una bell'amicizia fra di loro. Diego amava comportarsi in modo paterno con Xavier che non sembrava affattto infastidito ma anzi, rispose con divertita ironia.- sì, Diego. Tu piuttosto da quando è che non mangi?- e indicò il secondo piatto zeppo di cibo. - Uh, cominciano...- sospirò ridendo Irene. - esco per una passeggiata...- decisi. - vengo anch'io...lasciamoli soli ...- Così uscii a passeggio con Irene e le due bambine sui passeggino doppio.- vanno molto d'accordo lui e Diego, Xavier va d'accordo con tutti ma loro due si divertono un mondo a punzecchiarsi-- sono molto schietti-- eccome! oh guarda chi è arrivato!-Vedemmo Pascal, Adriàn, Carlos salutare con pacche decise il talento colombiano Luis Angel Munoz. Era un fenomeno estava seguendo le orme dell'argentino del Barcellona in quanto a gol e fantasia erano inarrestabili.Come l'argentino, Luis era un ragazzo semplice modesto, timido e dall'aspetto assai esile. Mi avvicinai al gruppetto. Diego e Xavier erano alle nostre spalle.- eccolo il nostro piccolo Luis! - Quindi visitammo prima il vigneto poi tutta la proprietà. Ci fu spiegato tutto il processo dalla raccolta all'imbottigliamento. Anche se di alcuni passaggi, ne ero al corrente già visto il mio romanzo sul tema. - è un posto stupendo...- enunciai sospirando.- sì, sai ho letto Settembre toscano ...me l'ha prestato Alisa. Molto interessante. Parla di vigneti ...sembrava di esser qua mentre lo leggevo- dichiarò Irene. Era bello conoscere persone che leggevano i miei romanzi e li gradivano per ciò che trasmettevano loro. Io sorrisi. - ti è piaciuto?-- sì, voglio leggerli tutti! Mi piace il tuo stile. Poi Alisa mi ha detto che hai vinto un premio di recente-- sì...il premio Esquinoz...- mormorai.- sei una ragazza semplice e modesta. Non ti vanti eppure ne avresti ragione visto il successo che hai.- Sono anche molto timida e insicura. Quindi trovarmi su quel red carpet...è stato per me quasi imbarazzante-Lei mi sorrise dolcemente. La giornata proseguì, piacevolmente, Xavier parlava in continuazione con tutti. Era un gruppo molto affiatato. Ma i caratteri di quei ragazzi, la loro mentalità li accomunava per creare qualcosa di molto valido. Xavier era un uomo con doti innegabili da leader. Tutti avevano molta fiducia in lui. Che sapeva consigliarli come un bravo fratello maggiore. - penso che l'unità di spogliatoio sia essenziale per una squadra.- commentai io. Eravamo tutti in giardino, era quasi il tramonto. - è vero. Molte squadre a volte compromettono il risultato semplicemente per un problema interno. Noi ci conosciamo da ragazzini, come il Barcellona, siamo cresciuti nella cantera. La 'cantera' era il vivaio dei giocatori catalani. Dove da piccoli imparavano non solo il gioco e la disciplina, ma anche principi molto importanti fra cui il rispetto per gli avversari e una visione diversa di gioco che era possesso palla e attacco. Mai mettersi in difesa, era per loro 'anticalcio' e per niente spettacolare. Si conoscevano tutti da ragazzini quindi ecco il motivo di tanta familiarità fra di loro. - Ecco perchè questo feeling, questa armonia. Si discute a volte, normale ma è tale l'affetto che proviamo uno per l'altro che poi si soffre, come in una famiglia così ammettiamo i nostri errori e...pace.-concluse Adriàn. - che meraviglia...ma mi sembra di aver letto che qualcuno non la ragionava come voi...-- ah sì. Storensen, il danese. Che caratteraccio. Da noi non ci sono prime donne. Ognuno si sacrifica in qualsiasi parte del campo. Arnlet no, voleva la pappa pronta- spiegò Pascal che per tutto il giorno mi aveva simpaticamente corteggiata. Mentre Ricardo mi spogliava con gli occhi, più di una volta aveva trovato il modo di toccarmi in modo troppo audace. Xavier continuava a 'ignorarmi' a tal senso. Io ero però ormai ubriaca di lui. I suoi occhi mi stregavano. Xavier era ormai iniettato dentro di me. Ero persa di lui. Era sbagliato ma ormai il mio cuore non ragionava più. - assurdo-risposi debolmente.- esatto...-Quindi entrammo tutti a cambiarci per la cena che si sarebbe svolta nella taverna che era stata sistemata in modo squisito. C'erano due lunghi tavoli disposti ad elle, lunghissime panche dove accomodarsi. Poi uno spiazzo libero con una pedana e l'attrezzatura per il karaoke. Poi degli scaffali con vari passatempi. Era tutto ben combinato. E io, quella sera, volevo apparire affascinante per attirare l'attenzione di quell'uomo non solo come amica.