Al bar con gli amici

TU PUOI SALVARMI PRIMA PUNTATA SECONDA PARTE


seconda parte Regolarizzò la sua posizione da passeggera con il controllore quindi si recarono al ristorante e ordinarono. Cinzia, ora che aveva il biglietto era più tranquilla, per lo meno poteva muoversi sul treno senza dover far nascondino. Era piuttosto affamata. Si sedettero e decisero di rifocillarsi. - un brunch eh?-propose. - già un mini pranzo-- cosi' lo chiamano i giovani ora..brunch- ironizzò lui e ordinarono. Lui però pensò che fosse ora di presentarsi e le tese la mano.-Diego Ambrosi-Lei assaporò mentalmente il nome di lui. Era un nome decisamente maschio. Molto virile. Deciso. -Cinzia Lazzari- rispose lei. Anche Diego assaggiò il nome di lei, come fosse una dolce fragola. Come ilsapore delle labbra di lei. Delizioso e perfettamente appropriato alla persona che lo portava. -incantato- -grazie signor Ambrosi, ma non sono certo un incanto. Specialmente dopo la corsa che ho fatto, devo aver un' aspetto tutt'altro che piacevole. -Cinzia non capiva come poteva trovarla piacevole, aveva un aspetto orribile. Sentiva infatti di esser in disordine dalla testa ai piedi. I suoi riccioli sfuggire dalla crocchia che si era fatta. I suoi abiti sporchi dopo esser caduta due volte, prima a terra e poi in un prato. Già il terrore di esser agguantata dai due gorilla del suo amante, l'aveva fatta incespicare più volte, era caduta ma si era alzata subito, troppo ansiosa di allontanarsi da lui. Da quell'orrore. Disgustata : doveva aver anche un odore non piacevole. Se lo sentiva. Lui l'osservò era affascinante anche se così in disordine.Diego era terribilmente curioso di sapere di quella donna così partì subito all'attacco. -allora che mi dice di lei, oltre ad essere nei guai- l'interrogò l'uomo davanti a lei.Cinzia si sentì stringere lo stomaco. Cosa dirgli? Dirgli che era stata l'amante di un un politico non la metteva in buona luce. Cosa raccontargli ? Diego la vide tormentata. Cosa le accadeva? Doveva aver capito che poteva star tranquilla. Cinzia decise di dirgli il suo lavoro. Era un modo per sorvolare sul suo passato poco edificante. -Sono interprete e lavoro nelle ambasciate....- spiegò con orgoglio. Il suo lavoro le piaceva. -interessante, davvero. --sì, e lei cosa fa di interessante?-Anche lei era molto curiosa di sapere di quell'uomo così enigmatico. -Le loro mani sul tavolo si sfiorarono nell'afferrare il bicchiere d'acqua. I loro gesti erano quasi studiati. Si osservavano a vicenda. Quasi analizzandosi. Sforzandosi di comprendere i loro caratteri attraverso i gesti. Semplici di ogni giorno. -veterinario. --deve essere un lavoro molto intenso a livello emotivo- Cinzia sperò di non aver detto una frase banale. Ma Diego stava pensando invece che quella donna fosse una persona molto sensibile. Aveva centrato appiena l'essenza del suo lavoro di medico.-decisamente. - Quel sorriso amaro di lui, le fece ben comprendere che aveva apprezzato il commento sul suo lavoro ma quell'amarezza non la comprese. Lo studiò attentamente ancora una volta. La luce degli occhi di lui, quella linea amara che attraversava le labbra indicava infelicità. Ecco il sorriso amaro. Un lavoro soddisfacente ma tanta solitudine quando invece non lavorava. -lei e' un uomo molto solo...- le scappò di dichiarare. Sperò di non esser stata troppo sfrontata, come se volesse psicanalizzarlo. Diego fu sbalordito dell'analisi precisa di lei solo guardandolo negli occhi. Certo era una donna sensibile ma ...legger così bene dentro di lui era notevole. Aveva decifrato bene i suoi tormenti, aveva compreso che nella sua vita c'era solitudine e irrequietudine. Ma non meritava completamente la comprensione di lei, della sua dolcezza. - Mi scusi, non volevo...analizzarla- sussurrò lei imbarazzata. Chissà che pensava di lei, della sua invadenza. -No, non si preoccupi. Mi trovo in questa situazione unicamente per colpa mia. Non deve esser così comprensiva con me. Sono divorziato. Tre volte ho commesso questo errore. Sono recidivo come si dice. Ma non sono capace di esser fedele-Tre mogli? Era stato sposato ben tre volte. Ne fu impressionata. Era un incallito donnaiolo. Aveva già intuito la sua indole da esperto seduttore. Ma che questo 'vizio' li avesse rovinato ben tre matrimoni, non le era passato dalla testa. -ahi ahi....- lo ammonì dolcemente. -se trovassi finalmente la persona giusta, forse, non guarderai altre donne. Non lo so. Forse-Diego doveva farle capire forse non aveva ancora trovato la persona giusta e gli facesse totalmente dimenticare le altre. La guardò intensamente. Lei era impressionata del suo 'stato civile'. -Forse - replicò lei. -Già. Mi dica del suo uomo. Perché è da lui che scappa no? -Non ce la faceva più a contenere la curiosità. Spero che lei non andasse di nuovo in panico.Cinzia ingoiò a vuoto. Ecco la domanda. Che si aspettava da venti minuti ma ancora non trovava le parole giuste per non apparire una donna da poco. Diego la vide di nuovo impallidire. Cosa aveva commesso quell'uomo per terrorizzarla così, lei contorse il tovaglioso fra le mani. Era in affanno. Prese tempo sorseggiando l'acqua. Poi di nuovo quella vocina interiore ' perché mai ti interessa che lui non abbia una cattiva opinione di te? ' si domandò con ansia. Era confusa. Sentiva caldo e freddo. Prese fiato e iniziò a parlare di lui, come se avesse preso una 'rincorsa'. Scacciando però l'ultima immagine di lui che ammazzava un uomo. Doveva esser distaccata a raccontargli di lui. O sarebbe crollata. -Oh...lui all'apparenza è come si dice, un buon esempio per la società, apparentemente meno disonesto degli altri. Ma è solo una facciata. Ha nelle mani il potere di un boss, un malavitoso della peggior specie. Ha le mani insozzate di molti affari illegali-spiegò la donna. Cercando di non pensare a ciò che aveva visto. -come si chiama questo modello di rettitudine?-Lei se ne vergognava di aver vissuto con quell'uomo, era lampante. Ecco perchè era titubante a raccontare, a parlare. Ma lui non la giudicava affatto! Ai suoi occhi, Cinzia era una ragazza per bene che si era lasciata sedurre da un uomo con molto potere e magari molto affascinante. Probabilmente si era innamorata di lui prima di scoprire che razza di individuo fosse. Cinzia ascoltò la domandà di Diego, intrisa di aperto sarcasmo. -l'onorevole Augusto Sciacca- proferì quel nome. Sospirando. Ce l'aveva fatta. -mhm....- e voltò di colpo il capo guardando fuori dal finestrino. Maledizione, no, non proprio quell'uomo! imprecò Diego mentalmente. Sciacca era un uomo molto attraente e desiderato da molte italiane, ma aveva un cuore marcio, senza peli sullo stomaco se voleva qualcosa. Sopratutto se era di un'altra persona. Come una ragazza così sensibile aveva potuto aver a che fare con lui? Cercò di non mostrarle il suo tormento nell'udire quel nome. Una tortura infernale che lo univa da otto anni a quell'uomo. Cinzia non potè non notare il volto angosciato di Diego, appena aveva udito il nome di Sciacca. Chiedergli se lo conosceva fu una conseguenza del tutto naturale. -Lo conosce?--di nome. Solo di nome- si affrettò a rispondere, tornando a guardarlaMentiva. Le stava mentendo. Si chiese allora come mai. Lo conosceva ma come era avvenuto l'incontro? Che avevano da spartire un veterinario e un politico? Poi pensò ai cani di Augusto. Aveva cinque dobermann. Forse Diego gliel'aveva curati. Si convinse di quella possibilità. Non le veniva in mente altro di plausibile. Diego la vide pensare freneticamente. Aveva capito che le stava mentendo e si stava chiedendo invece dove lui aveva conosciuto Sciacca. Poi la vide sospirare e annuire. -E' anche un uomo maschilista, possessivo a livelli a dir poco ossessivi- aggiunse. -un rapporto quindi davvero turbolento fra voi due-Se quel mostro era un violento, lei aveva pensato bene a scappare. Nessuna donna per quanto innamorata, deve subire tanto! -turbolento? Un inferno-Augusto sapeva esser molto generoso ma in cambio voleva tutta la tua vita a sua disposizione. Cinzia aveva provato più volte di pensare di testa propria ma aveva ricevuto in cambio severe punizioni. -e così è scappata da lui--sì...--del tutto comprensibile-Cinzia ancora non poteva raccontargli cosa sapeva, cosa aveva visto. Un omicidio era davvero una faccenda troppo delicata. Non conosceva ancora l'uomo che le stava seduto davanti, da confidarsi a tal punto.Diego la vide di nuovo meditare. Non era per quel che lui pretendeva da lei che era dovuta scappare. Lei sapeva qualcosa di terribile ma non era ancora pronta a dirglielo. Per il resto del pomeriggio, in uno scompartimento, lessero e discorsero di argomenti superficiali come i viaggi che avevano fatto. Poi dopo cena, mentre gustavano il dolce, lui la vide sbadigliare. Era molto stanca. -dovrebbe dormire --ho solo il posto a sedere- rispose lei, scrollando le spalle. Si sarebbe accontentata. Era già contenta di esser fuggita. Lui scosse il capo. Pagò quindi si alzò. Lei lasciò cadere il cucchiaino nella ciotola e si alzò per seguirlo