Al bar con gli amici

TU PUOI SALVARMI PRIMA PUNTATA TERZA PARTE


Uscirono dalla carrozza ristorante. -Dove sta andando? Il mio scompartimento è dalla parte opposta-gli fece notare lei. se lo scordi -ribatte Diego. Dormire in uno scompartimento con altre persone? No, era impensabile. Non avrebbe dormito sereno sapendola in balia di chissà qualche malintenzionato. - come sarebbe a dire?-- che dormirà nella mia cuccetta. Ci sono due letti a castello- no-replicò Cinzia scuotendo il capo. - coraggio. Non la tocco con un dito-Certo, Diego comprendeva i dubbi di lei, ammetteva che era una proposta a dir poco azzardata ma lei doveva fidarsi di lui. Anche se la desiderava ma lungi da approfittarsene. Cinzia meditò che in fondo poteva accettare. Del resto era stata l'amante di un politico. Era scampata a un suo tentato omicidio quindi che altro poteva accaderle ? Doveva pur fidarsi di qualcuno. La sgomentava dormire nello scompartimento in compagnia di tre uomini. Dormire? Non ci sarebbe riuscita di certo. Diego le pareva un brav'uomo e pensò che un uomo come lui non avesse bisogno di ricorrere alla violenza per avere una donna. - va...bene- balbettò. Anche se avvertiva una strana tensione fra loro. Dovuta ad una latente attrazione fisica.Così, lo seguì nella sua cabina. Era decisamente alquanto spaziosa.Era grande almeno tre metri per tre. Due comodi letti a castello, due sedie, un piccolo divano un tavolino e un bagno con tanto di angolo doccia. - se la cava bene con il suo lavoro...-notò lei guardandosi intorno. - sì, ma sono piuttosto benestante...ecco perché posso permettermi una cuccetta letto così- spiegò lui. Diego sperò di non apparirle troppo snob.Non voleva sbatterle in faccia la sua ricchezza. Del resto lei aveva vissuto con un uomo altrettanto facoltoso e che non le aveva fatto mancare niente. Eppure sembrava una donna non abituata agli agi, al lusso sfrenato. - Capisco...- sospirò. - coraggio, tenga la giacca del mio pigiama. E' tutto quel che posso darle.-e speròche lei accettasse. Lei non poteva dormire con indosso solo gli intimi. Sarebbe stata una tentazione vivente troppo intensa. Lei era piccola di statura, la giacca del pigiama le sarebbe arrivata a metà coscia. - No, grazie. Dormirò con la sottoveste che ho su- spiegò . Insomma va benedormire con lui, nella sua cuccetta. Ma indossare anche i suoi indumenti, era troppo! Anche se ovviamente il pigiama era pulito era pur sempre un indumento intimo di lui, troppo intimo. - capisco...- la scimmiottò divertito. Quindi si sedette su uno sgabello e iniziò a sbottonarsi la camicia. - Perché sorride ?- notò infastidita nel sentirsi sentirsi osservata cercando di non guardarlo. Quel gesto di lui nel sbottonarsi la camicia era terribilmente sensualperò doveva smetterla di guardarla in quel modo canzonatorio la irritò. Cosa c'era di tanto buffo? Quell'uomo sapeva esser molto indisponente. - Ha la sottoveste sotto i jeans?- domandò lui. - sì, non ho avuto il tempo di toglierla quando ho infilato i jeans. - spiegòpazientemente. - ah, già era in fuga-- esatto. So che la diverte molto la cosa ma non ho avuto scelta-- ci mancherebbe. Mi scusi- Il fatto che con quella sottoveste di raso e pizzo color indaco, lei era ancor più seducente che se fosse stata nuda. Da una parte l'aveva invitata nella sua cuccetta per proteggerla, dall'altra era una vera tortura non farle capire quanto la trovava desiderabile. Cinzia entrò in bagno chiuse la porta a scomparsa, si sciacquò il volto, e dato che c'era, rinfrescò anche la parte superiore del corpo accaldato. Dopo si sentì già molto meglio. - cosa si è fatta! - sbottò Diego alle sue spalle. Lei fu certa di aver chiuso la porta ma probabilmente il treno aveva fatto una curva così si era riaperta la porta. Cinziaabbassò il capo e si accorse così di avere le ginocchia arrossate. Vi erano delle escoriazioni ma era stata troppo presa a scappare per darci peso. - Sono...caduta-ammise imbarazzatissima. - ovvio...-Diego uscì dal bagno e dopo pochi secondi rientrò con una valigetta da medico. - sono innanzitutto un medico.- e iniziò a disinfettarla. Lei strinse le labbra. Bruciava molto quel che aveva imbevuto nel cotone e ora le stava tamponando.- Su, è solo disinfettante, non faccia la bambina-Diego la guardò, era delizioso il modo di arricciare il naso di Cinzia, ed emetteva piccoli piagnucolii per il bruciore. Come una bambina. O gemeva perché la stava toccando? - brucia maledettamente-protestò Cinzia offesa perché l'aveva definita una bambina. - non bruciava prima la ferita?-- no...- mentì. Lui scosse il capo. - Ecco qua...La ferita deve restare pulita- e le chiuse la bendatura sull'escoriazione più grave. - sì...grazie- Le sue mani grandi e delicate sulle sue gambe nude le fecero venire i brividi. Era stato un tocco il suo, estremamente piacevole. Augusto era un uomo attraente ma non quanto Diego che, dopo una prima occhiata, notavi quanto fosse attraente e maschio. - su, ora salga sopra -Diego aveva sovente sogni inquieti, non voleva svegliarla a causa del suo rigirarsi inquieto nel letto. - sopra?-- vuole stare sotto? E' più sicura sopra, mi creda-- sicura da che cosa?- Cinzia voleva capire perché lui insistesse nel farla dormire sopra. - oh, Cielo, ma è proprio ingenua lei! Sicura da cosa? Vorrà dire da chi. Sono un uomo pericoloso a volte-Lei non gli credette affatto. Oh, sì era pericolosamente attraente ma sarebbe riuscita a resistergli. Era molto stanca, non ebbe la forza di insistere. Diego la vide mordersi le labbra confusa quindi il suo sguardo cambiò, e la vide scuotere il capo divertita. Non gli credeva affatto, ecco il messaggio. Cinzia scosse il capo quindi salì la scaletta e s'infilò fra le lenzuola. Diego, rimase a torso nudo, e si sdraiò sul suo letto.Ma lei faticò ad addormentarsi. Quando riuscì, il suo sonno fu tormentato da incubi. Augusto la trovava e sivendicava torturando Diego trapassandolo con delle spade che teneva dentro a delle vetrine appese alle pareti della casa di Roma.Così Cinzia si svegliò scossa da una mano. Sobbalzò con un piccolo grido. Pensando fosse quella di Augusto.- ehi ...tranquilla...- L'avevano svegliato i singhiozzi, piangeva e la sentiva persino tremare. Doveva svegliarla prima che urlasse. - io...ho avuto un incubo- sussurrò. Un orrendo incubo da cui aveva faticatosvegliarsi. Perchè aveva temuto la morte di Diego? Come poteva esserne coinvolto? Solo perchè durante il pranzo, lui le aveva dato l'impressione di conoscere Augusto?- Aspetti...-Gli fu istintivo prenderla fra le braccia e farla sdraiare sul proprio letto. Voleva rassicurarla. La prese fra le braccia con tenerezza. La baciò sulla fronte. - Dorma tranquilla-bisbigliò. Cinzia era troppo sfinita e assonnata perprotestare. Stare fra le sue braccia sicure d'improvviso le parve naturale. Ma si rese conto che stava giocando con il fuoco concedendogli troppa confidenza. Lui era stato tenero, voleva solo rassicurarla che era stato solo un brutto sogno. Era lontana da Augusto ora. Inoltre, nonostante quella promiscuità, le dava del lei. Sembrava aver del rispetto nei suoi confronti..Verso l'alba, però, Cinzia si destò trovandosi sotto il corpo possente di Diego. Non si aspettava di trovarsi in quella situazione imbarazzante. Come era accaduto che lui era riuscito a farla scivolare sotto di sé? Il suo corpo formoso aderiva a quello di Diego in modo eccessivamente intimo. Le mancava il respiro e doveva sgusciare via. Diego dormiva profondamente, con la testa nell'incavo fra il collo e spalla di Cinzia, il suo respiro regolare le rimbombava nell'orecchio. Le sue mani erano sui suoi fianchi. Si mosse un poco. Doveva andare alla toilette. Diego si sollevò e la guardò. I suoi capelli erano arruffati e ondulati sul capo, e cortissimi sulle tempie, leggermente brizzolati. Cinzia si mosse di nuovo, per sgusciare via.- Mhm, la supplico, non si muova, mi sta eccitando follemente-farfugliò lui. Ed era vero. Svegliarsi su quel corpo morbido e caldo era un dolce risveglio ma acutizzava la sua brama di possederla.- mi lasci andare , allora-Cinzia temeva di avvertire la reazione di quell'uomo dalle parti 'basse'. Quella posizione così inequivocabile poteva sfociare in qualcosa per cui non era pronta. Diego percepì il disagio della donna visto che cercava di sfuggire via e quel strusciare di lei lo stava mettendo a dura prova. Era ancora intorpidito dalla posizione in cui aveva dormito a lungo e faticava quindi a muoversi.- Cinzia...- mormorò e si chinò per cercare la sua bocca. Moriva dalla voglia di assaggiare di nuovo la bocca di quella donna. Lei teneva le labbra semiaperte.Erano tumide. Irresistibili. Cinzia era stordita, dalla sua sensualità. Quel bacio divorante non se l'aspettava come non si aspettava la propria reazione assecondando quel bacio sensuale, possessivo. Gli accarezzò il volto, la sua barba era lunga di un paio di giorni. Il suo corpo si tese. Lui l'accarezzò. Il corpo di Cinzia non ragionava come lei voleva. Diego la sentiva molto arrendevole. Un richiamo dalla sua coscienza gli trapassò il cervello ' fermati mascalzione,ti stai approfittando di lei! Ma sentendola fremere di piacere non riuscì a fermarsi. Cinzia si sentì bruciare tutta quando avvertì le mani di Diego sfiorarla lentamente, una vera doccia di sensazioni le scivolò addosso d'improvviso, lasciandola senza respiro. Dentro di sé due voci rimbombavano nel suo cervello. Quella maliziosa e insidiosa la pungolava a lasciarsi andare alla passione sfrenata, quella della coscienza la frenava bruscamente, di reagire fermando quel comportamento lussurioso. Ma che cosa stavo facendo? Mi stavo cacciando in altri guai? Come potevo donarmi a lui? Solo perché mi aveva aiutata, non potevo concedermi così! Stare con Augusto, che pareva sempre essere insaziabile di sesso, ha reso anche me una donna viziosa? Furono questi i tormentosi pensieri di Cinzia che respirava ormai in modo spasmodico per le sensazioni e per lo sforzo di opporsi e andarsene. Afferrò la testa di Diego, la sua bocca stava per raggiungere i seni. Finalmente il suo buon senso vinse e proruppe con un:- No!-Ma lui sembrò non udirla. La voleva. Con decisione le aprì le gambe con il ginocchio e le afferrò il pizzo degli slip. - Ti voglio...- sussurrò lui, ansimando. Era quasi al limite della sopportazione. Aveva perso il controllo di sé ed era pronto a possederla totalmente.- No! Non posso! -e finalmente Cinzia riuscì a sgusciare fuori dal letto. Senza pensarci, si avvicinò alla porta della cuccetta. Diego fu stupito della capacità in cui si era divincolata ed era fuggita via. Ma lui, si alzò e rapidamente la bloccò. Doveva pensava di scappare? - Dove pensi di andare con solo una sottoveste addosso? -- io....-e si rese effettivamente conto di esser ben poco vestita. Non poteva davvero uscire così. - Cinzia, avevo avuto la sensazione che mi volevi. - insomma, che le prendeva? Non aveva sbagliato a interpretare la reazione di lei, il suo corpo diceva : prendimi! Il corpo di Cinzia rispondeva alle sue carezze quindi perché d'improvviso...quel no, secco deciso. Quel fuggir via? - mi dispiace, tu sei attraente ma io non posso!- e iniziò a piangere. Ripensando allviolenza che aveva subito da Augusto, che era un uomo violento, brutale, l'aveva costretta il più delle volte a concedersi a lui anche se non si sentiva bene dopo averla picchiata per avergli detto un no di troppo.Ma la cosa peggiore, quando Augusto l'aveva costretta a congiungersi a dei suoi amici, uomini d'affari. L'incubo doveva finire ora. Voleva esser libera di decidere. Diego aveva approfittato della situazione ed era fiera di sé per averlo respinto. Basta cedere il proprio corpo per non subire ulteriori violenze. Certo, Diego non sarebbe arrivato a tanto, ma non poteva donarsi a lui con tanta superficialità. Diego la guardò e capì finalmente. Negli occhi di lei c'era ancora paura, angoscia. Aveva subito la violenza ingiustificata di Augusto chissà quante volte. Probabilmente era stata costretta a soggiacere con lui anche se non voleva. E lui come si era comportato ? Era stato brutale. Insensibile. - No, piccola ...scusami ti supplico ! Oddio, che mostro sono stato. Vieni qua. Non tifarò più del male. Ti avevo promesso che non ti avrei toccata e poi mi vado a comportare peggio di quel bastardo-Cinzia lo guardò. Era afflitto ora. Finalmente le chiedeva scusa. Era una novità, nessuno l'aveva mai fatto e 'apprezzò molto. Diego sembrava aver compreso che aveva esagerato dopo averla rassicurata del contrario. Non volle mostrargli il suo tormento, così iniziò a raccogliere i propri abiti e parlò senza guardarlo. Rapida e secca. Incolore.- mancherà poco all'arrivo. Mi vesto. Ho bisogno di mangiare qualcosa- rispose lei, come se dettasse un telegramma. Aveva lo stomaco sottosopra. - Cinzia...- lei finalmente riuscì a guardarlo. Le lacrime di nuovo le salirono agli occhi.Le respinse subito indietro. Diego si sentì lo stomaco stringersi in una morsa, nel vederla affranta. Lei cercava di non piangere, di esser forte e quello sforzo la rendeva ancor più dolce. Acutizzando la voglia di proteggerla. - Sei così vulnerabile...- e cercò di attrarla a sé, di fra le braccia. Ma lei si ritrasse. Cinzia si vestì e lo guardò. Va bene, accettava le sue scuse ma doveva lasciarla in pace in modo da poter respirare, riflettere.Diego capì che si stava auto-proteggendo respingendolo, voleva di nuovo riconquistare la sua fiducia. - ti proteggerò ovunque andrai. Il solo pensiero che qualcuno ti faccia del male mi fa perdere la ragione- le comunicò per tranquillizzarla. Cinzia apprezzò e fu commossa di quelle parole dette con il cuore in mano, sincere. Era sicura che in futuro si sarebbe comportato diversamente con lei. Lei non riuscì a rispondere.