Al bar con gli amici
... quattro chiacchiere in compagnia
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SESTA PUNTATA SECONDA PARTE
Il mattino seguente, dopo una notte insonne,
mi alzai e indossai dei pantaloni alla
cavallerizza, stivali e un maglione e
un'alta cintura in vita. Uscii dalla mia
stanza e mentre la chiudevo, vidi Elena
uscire di soppiatto dalla stanza di Xavier.
Lei entrò nella sua, con fare misterioso.
Mi sentii travolgere dalla furia verso
me stessa per esser stata tanto stupida.
Perchè poi mi sorprendevo? Il modo
affettuoso con cui si erano comportati
era solo un accenno di quel che sarebbe
accaduto poi più tardi.
Volevo tanto andarmene. Il dolore mi
stava affliggendo. Troppo. Come al solito
mi lasciai guidare dal mio impulso, dal
mio cuore.
Mi versai solo del succo d'arancia quindi
andai in giardino.
- ehi, come mai quel faccino triste?- mi
domandò Pascal. Lui era un ragazzo
premuroso e affettuoso, veniva voglia
di confidarti con lui. - vorrei tanto
andarmene in questo momento...-
- è successo qualcosa?-
- sì, ho scoperto che nonostante i miei
39 anni, sono ancora tanto stupida di
innamorarmi come una quindicenne. -
rivelai senza però sbilanciarmi troppo.
Lui e Xavier erano molto amici. Un
amicizia solida, profonda quasi quanto
quella fra Xavier ed Adrian. Dovevo
dosare le parole.
- ah, l'amore rende stupidi a volte...
vedi Xavier. Insomma, come può
rimanere amico di una persona che
gli ha spezzato il cuore? - e gettò con
rabbia della ghiaia contro un cespuglio.
Sembrava soffrire lui per Xavier.
Non voleva vedere di nuovo il suo
amico soffrire dopo che lui stesso e
Diego l'avevano 'ammonito'.
Cercai di non mostrargli il mio turbamento.
Non volevo sguardi di compatimento.
- come posso andarmene?-
- Alisa ne rimarrà ferita-
Mi fece ben presente. Io così capii e
dovetti desistere. Non potevo andarmene.
Era davvero un atto di ingratitudine.
Poi come la sera prima, andarmene
significava attirare l'attenzione su di
me. Sul motivo della mia fuga. No,
non volevo ferire Alisa. - hai ragione...
è vero...son stati così gentili.-
- coraggio. Stasera si torna a casa...-
- già...sei un tesoro, Pascal-
- Pascal è troppo grande per te, fai
posto ad un vero uomo-
- non credo che sei il suo tipo. Merita
di meglio di un donnaiolo come te-
Sperai che Riccardo non avesse udito
la nostra breve conversazione.
Pascal era accorso subito in mia difesa.
Fra il messicano e lo spagnolo non
correva del buon sangueda molto
tempo. Del resto, Riccardo con il
suo atteggiamento arrogante non
incontrava grandi consensi. Mi domandai
come mai Adrian l'aveva invitato.
- Ricardo, mi sembra che sei anche
sordo. Non mi interessi. Intesi? Pascal
è un ragazzo molto dolce. Un buon amico.
Mi fido di lui, non di te- replicai duramente.
Ma perché non capiva che non mi
interessavano i tipi come lui?
- credi che non l'abbia capito che sei
innamorata di ...-
Ma vide arrivare Xavier, così sospirò
e si allontanò.
Mi domandai come mai non aveva detto
il nome.
- di chi?- mi domandò Pascal.
Sussurrando quasi. Ma non potevo
dirglielo, non in quel momento.
- lasciamo stare-
- buon giorno, tutto bene?-
- sì, Ricardo come al solito crede di
esser il più bello del mondo... ma
Cristina non è interessata-
Xavier annuì comprensivo.
Mi sentivo tremare interiormente.
Lui aveva il volto contratto, come
se cercasse di controllarsi. Ma con
molto sforzo.
- Cristina è una donna intelligente.
Pascal, hai visto Diego o Adriàn?-
- sono andati alla cantina-
- vieni ? Cristina, a dopo.... -
Io annuii. "Intelligente solo quando
non ti vedo, tesoro". Rimuginai fra
me e me. Li guardai allontanarsi.
Xavier indossava dei jeans stinti,
una camicia blu attillata e fuori dai
pantaloni. Era terribilmente attraente.
Anche se ero delusa ma lui non
aveva colpa per la mia stupidità.
Volevo sapere cosa lo stavo angustiando
visto la sua espressione cupa.
Cosa c'era di peggio che vedere la
persona che si ama soffrire e non
poter far niente? Mi stropicciai le mani.
Irene, con le bambine, seguita da
Alisa e Perla mi raggiunsero in
giardino e chiacchierammo a lungo.
Con la loro simpatia e loquacità mi
stavano aiutando a scacciare il mio
malumore e le pene d'amore.
Stavo raccontando a Irene della mia
esperienza all'Emmy Award, dove
aveva vinto un film tv tratto dal mio
primo romanzo, e in cui avevo
partecipato come co-sceneggiatrice
vincendo cosi’ il premio, quando
Elena ci raggiunse e si avvicinò
ad Alisa.
- potrei parlarti due minuti?-
- ma certo, Elena...scusate...-
Si allontanarono. Io proseguii a
raccontare dei mie progetti futuri.
Le loro domande erano moltointeressanti.
Alisa tornò senza Elena.
- dove è andata?-
- via. Dice che è stato un errore venire
qua. -
- meno male che l'ha capito finalmente.-
commentò Irene con stizza spingendo
il passeggino. Era evidente che Irene
e Diego affezionati a Xavier non
volevano vederlo soffrire di nuovo.
Io non avevo idea di cosa fosse
accaduto. Ma se andava via, voleva
significare che non era tornata con lui.
Un errore? Erano andati a letto
insieme...o no?.
La confusione regnava sovrana
nella mia testa già affollata di pensieri.
Il loro contegno era stato molto
equivoco la sera prima. Che era
accaduto? Se da una parte ero
sollevata che lei se ne fosse andata,
dall'altra avevo compreso che aveva
di nuovo ferito Xavier. Elena aveva
uno sguardo così duro, gelido. Non
ferito.
- Irene...- l'ammonì Alisa.
La mattina proseguì in modo
piacevole poi nel pomeriggio
andammo in paese per una
rappresentazione mediovale
davvero suggestiva. Xavier si
comportò come sempre con
cortesia, gentilezza ma niente
di più. Non si era rasato quella
mattina, sembrava aver dormito
poco. Era come intontito. Avrei
voluto accarezzare il suo volto.
Avrei tanto voluto prenderlo fra
le braccia, dargli il mio appoggio,
dargli il calore che non gli aveva
dato lei.
Ma ancora una volta, dovevo
soffocare la passione e il forte
sentimento che provavo per lui.
Volevo stargli vicino, stare fra le
sue braccia, fargli capire che a
me importava di lui, dei suoi
sentimenti. Che io non 'giocavo'
con lui. Con il suo cuore. Sperando
che anche lui non avrebbe fatto
così con me.
Senza contare la passione che
provavo per lui. Che mi lasciava
senza fiato.
A LUNEDI PROSSIMO CON LA SETTIMA PUNTATA (PRIMA PARTE)
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