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Citazioni nei Blog Amici: 17
Ultimi Commenti
fraeduardo il 16/03/15 alle 19:34 via WEB
Oggi possiamo passare ore e ore seduti dinanzi allo scherme del PC. La finestra è FB e la nuova epidemia il MI PIACE. Si condividono miliardi di foto e quando camminiamo per strada non condividiamo nemmeno un sorriso con gli altri. Sedersi di fronte al silenzio? Siamo storditi da infiniti rumori, persi in una galassia di suoni, smarriti in un fiume di chiacchere… Sedersi di fronte al silenzio non significa dimenticar il mondo, abbandonarlo, anzi, è la possibilità di scoprire il senso de tutte le parole, le parole autentiche che nascono e se nutrono dalla parola dell’Altro. Lei ha lasciato un bellissimo commento nel mio blog. La ringrazio tanto. Lei non è un passeggero distratto, ossessionato dai suoi affari, La sua sensibilità coglie le sfumature essenziali del tessuto quotidiano. Indice che non è fagocitata dal cellulare, dai suoi problemi… ma che è attenta alla vita degli altri. Forse poiché lei si “crea” il tempo per sedersi, quotidianamente, dinanzi al silenzio. La testimonianza del suo padre spirituale l'ha segnata profondamente. Grazie. Pace e bene.
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gioiaamore il 15/03/15 alle 21:30 via WEB
Io sono oriunda argentina mio padre mi parlava sempre di quei tempi, grazie a lei fraeduardo...la vita sarebbe vuota e senza senso se non ci stupiremmo a volte...provare ad uscire dalle propie sicurezze e' impresa ardua ma ci stupira'...vale la pena di provare aprendo il cancello delle paure...grazie fraeduardo come sempre e' speciale...:)
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gioiaamore il 15/03/15 alle 21:26 via WEB
Il tutto nell'Uno...
non l'avevo pensata mai che noi siamo il tempo....una considerazione vera pensandoci siamo dentro il tempo quindi siamo il Tempo anche...grazie fraeduardo come sempre mi stupisce e fa pensare ancora di piu'...Un sorriso e tanta gioia e pace :)
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fraeduardo il 09/03/15 alle 09:38 via WEB
Cosa è il tempo? E’ come la “catena di montaggio”? Il futuro non è ancora arrivato, il passato se ne è andato e il presente è il montaggio? Il fatto è che, come testimonia l'esperienza, il tempo esistenziale non si identifica con il tempo “cronologico”. Il tempo vissuto da una mamma seduta nel pronto soccorso aspettando che il medico dica se la vita della sua figliola non è più a rischio, non ha la stessa intensità, densità che il tempo vissuto nel supermercato. Il tempo esistenziale segna fortemente la vita e dà senso al tempo “cronologico”. La domanda che dobbiamo porre rispetto al passato – e che mi sembra pertinente con l’argomento del post – è questa: Il passato è “determinante” o “condizionante”? Se è vissuto come determinante ecco che il presente non sarà che una ripetizione di ciò che è già accaduto; il presente non sarà un “novum”, piuttosto sarà l’eterno ritorno di ciò che fu. Il passato non è “determinante”; la sua funzione è di essere “condizionante” poiché aiuta a comprendere da dove si viene e dovrebbe illuminare le scelte del presente in modo che la libertà –che sappiamo non è mai assoluta – possa decidere dove andare, cioè costruire il futuro. Ecco che il passato non è morto poiché agisce nel presente orientandolo verso sentieri migliori. Ed il mistero fondamentale è che noi stessi “siamo tempo”. Siamo il tempo che gli altri ci hanno dedicato, dato, donato. “Non ho tempo” per aiutare mia figlia a fare i compiti” – dice la mamma o il babbo alla maestra. Il tempo dedicato, donato all'altro è o forma parte della sua identità, della percezione di sé, del suo desiderio di vivere autenticamente la vita e non sprecare il tempo per poi finire persi nel tempo. I suoi post sono sempre uno stimolo a pensare temi non banali. Buona giornata. Pace e bene.
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fraeduardo il 01/03/15 alle 19:27 via WEB
La prima cosa che dobbiamo sottolineare è che senza stupore l'uomo cadrebbe nella ripetitività, nell'"eterno ritorno" del sempre eguale, sempre identico, dunque una vita appiattita o schiacciata dalla logica del produrre e consumare, fagocitata dalla logica del "divertissement". Senza stupore saremmo incapaci di un'esistenza veramente personale". Espresso un pensiero che già è patrimonio di tutti, almeno di coloro che non si lasciano trascinare dal caotico flusso della postmodernità. Poi, il cambiamento implica rischi perché si tratta di uscire dalla tana che abbiamo costruito per sicurezza e rischiare sentieri nuovi esercitando la libertà, dono che ci imparenta con Dio. Grazie della sua visita e del bel ricordo che lei ha di Eva Peròn. Pace e bene.
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gioiaamore il 25/02/15 alle 06:16 via WEB
tartaruga ben ampliato hai descritto il post grazie e buon dondolamento di vita anche a te :)
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gioiaamore il 25/02/15 alle 06:14 via WEB
Giorno bello Anastasia! :)
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gioiaamore il 25/02/15 alle 06:12 via WEB
Infatti Maurizio mi mette paura questo lungo immobilismo...un sorriso a te grazie :)
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gioiaamore il 25/02/15 alle 06:11 via WEB
Grazie Caterina la penso come te...giorno bello! :)
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mauriziocamagna il 24/02/15 alle 22:51 via WEB
altro che cambiamento... siamo condannati all'immobilismo.
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Sia così, però per ora non se ne vedono i segni...buona...
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