fasce marginali

Post N° 49


break the night with colours
Aveva chiuso le pagine. Linkow aveva guardato da sopra Hauftlinger strasse e mangiato una delle dita di Lena. Poi s'era piegato alla scrivania come faceva lui quando era troppo stanco, aveva messo la testa fra le mani lasciando la luce dell'abat-jour succhiargli i pensieri. Un infinito di Pashken gli aveva attraversato le pupille e s'era conficcato appena dietro il bulbo oculare, nella zona che chiamano globo pallido. Troppe cose schiamazzavano l'una contro l'altra e il pasticcio che si chiamava "organizzazione dei propri giorni" andava ingarbugliandosi progressivamente. Mise un solco fra sè e la comprensione e prese a fottersene delle panacee. Aveva indubbiamente bisogno di stare male perchè solo nelle situazioni estreme ritrovava una linea da seguire, precisa, ben stagliata, disegnata con cura e dai colori vivaci. Necessitava di un taglio di vita come quando prendeva una delle sue lame preferite e seguiva il solco che tracciava sulla sua pelle. Dall'inizio alla fine, come fosse un elegante borbottare di un rococò satanista, i bordi si arricciavano, spuntava la sottile linea rossa, l'iniziale fastidio si trasformava in un piacere sommesso, lasciava filtrare dalle labbra un sospiro come uno sfiato di pernod e poi tornava a osservare quando l'incisione cominciava a spargere un'alone rosato tutto intorno al punto preciso. Era una scena da incantare e da sedurre con il tocco violento ma raffinato dell'automutilazione. Tutto poteva sembrare una catena di percalle.Scese in strada e avvicinò Flexible Fromm per farsi dire quanto stava bene con il nuovo taglio. Fromm aveva già abbastanza cazzi per la testa e in più stava masticando del Placidyl da. 7.50 quindi,davvero, non c'era da sperare molto in un suo parere totalmente disinteressato. Fece un'altro centinaio di passi e scese nel basement del Lola Preaks ma la scena era scarna come quando i gatti sono satolli e si mettono a ronfare con la pancia leggermente allungata e le zampe contratte. Tommy il Modulo contrattava un parcheggio fuori dal locale, Mareeena ballava da sola abbracciandosi,solo saltuariamente, a uno sgabello di materiale gelatinoso, qualcosa che poteva ricordare la superficie di Aglaja. Mirko, il suo pappone fumava delle foglie arrotolate di Germander corretto con alcune scale di paulin e della placenta mista Lampard. Tutta la sala si avvolgeva in pochi istanti come un party di vigili del fuoco impegnati a scherzare con decristallizzatori e abitazioni bruciate e subito condotte allo stato gassoso. Non c'era granchè da divertirsi. Sì, c'era sempre Ogro, il ritardato che strisciava sul terreno morsicandosi ogni cinque minuti la coda e risalendo lungo il soffitto come un paradigma di latte condensato e minutaglia compressa, talmente fottuto da essere aderente alle superfici senza che nessuno ci facesse caso. Potevi trovarlo lungo la Torre Dirge così come avvoltolato al monumento alla Loggia, era un Pichichi dalle posture inattese, un profeta dalla coda di paglia o semplicemente un fenomeno da esibizione. Però bisognava credergli, ed esattamente come quando parlava con Gomitolo, Linkow gli credeva. Era una questione di fiducia a prima pelle, quando accettavi i sogni ne prendevi anche tutto il cocuzzaro e potevi vivere felice, semplicemente apprezzando le strade e lasciandoti menare dagli incroci come fossero un tapis roulant a a palline rosa e rombi gialli.4:13