La Ciaci

non sei solo...


Sono passati 20 anni. Erano gli inizi di novembre.Mi sembra ieri quando, tornata da Zagabria per un viaggio di piacere con la mia amica del cuore, in casa vi ho trovato solo mio padre...."Dov'è la mamma??" ho chiesto con immenso stupore."Dalla nonna, non stava bene, ma non preoccuparti, non è niente di grave" mi ha risposto lui serafico.Non mi sono posta altre domande. Mio padre è sempre serafico, calmo, tranquillo.Mia nonna aveva 67 anni ed era in splendida forma. Non poteva essere nulla di grave."Ahh, domani alzati presto che devi venire con me..." mi dice mio padre prima di andare a letto."Dove dobbiamo andare al 2 di novembre? A lavorare?" chiedo io."Sì, da un cliente" risponde."OK, svegliami tu alle 7 per favore".Vado a letto, ancora col lo strascico della gioia, dell'euforia dei 4 giorni passati a Zagabria con amici.Sono serena, il mondo mi sembra piu' bello, nonostante la stanchezza del viaggio, la nebbia e la pioggerellina fine, che non ci da' tregua da diversi giorni.A 21 anni sì è giovani. Il futuro appare sempre lontano, non ci si accorge del tempo che scorre.Non ci si pensa. Di tempo ne si ha tanto, per fare tutto quando ci pare e piace. Ho sempre avuto tanti desideri, sogni, facevo progetti per il futuro, ma con la consapevolezza che non dovevo farlo per forza subito. Il subito esisteva solo per cio' che desideravo fare ottenere in quel preciso momento. Son cresciuta in una famiglia fantastica, che mi ha sempre dato tanto amore.Tante cure. Tante attenzioni. Non ho mai desiderato altro.Loro c'erano, sempre. Con queste certezze nel cuore, ho cercato sempre di non accontentarmi di briciole di amore del primo uomo incontrato. Ho sempre scelto, scremato, valutato e poi deciso.Serenamente. Non avevo bisogno di niente in particolare. Gli affetti che avevo per me erano il massimo.Per te non è stato cosi', piccolo mio.A 4 anni sei stato messo a dura prova dalla vita e a 19 anni ancora una volta hai dovuto affrontare un'altra durissima prova. In più con tuo fratello non vai d'accordo da anni, non avete rapporti.Ti ho perso quel giorno ai primi di novembre, di 20 anni fa.Ti ho ritrovato a 19 anni, 4 anni fa. Tua madre se lo sentiva che non stava bene e voleva affidarti proprio a me e alla mia famiglia, alla quale ti ha strappato con violenza 15 anni prima.15 anni di rancori, di rimorsi, di incertezze, di sofferenze.Poi una telefonata. Poi l'incontro. Non volevi vedermi.Eri pieno di rabbia. Avevi ragione. Ci siamo arresi davanti agli ostacoli posti da tua madre.Non abbiamo lottato a sufficienza, forse.Poi, ci siamo conosciuti, scoperti, trovati e ritrovati. Un mese dopo il nostro incontro, tua madre ti ha abbandonato. Tu e tuo fratello l'avete trovata addormentata per sempre nel letto.Aveva 48 anni. Non mi hai mai voluto dire la causa della morte. Non ne abbiamo mai parlato.Ti faceva troppo male e non volevi piangere davanti a me. Tu sei forte, indipendente e tanto responsabile.Anche fisicamente sei un ragazzo davvero splendido. Alto quasi due metri, scuro di capelli e gli occhi azzurri.Hai tante ragazzine che ti corteggiano. Ma tu hai la tua ragazza, di 3 anni piu' grande di te. La classica brava ragazza molto pacata, educata e con un forte senso materno.Quando ci siamo visti, un mese dopo la scomparsa di tua mamma, siamo andati a casa di mio fratello e abbiamo passato la serata in spensieratezza. Tipico della mia famiglia fare finta che... tutto va bene.Hai voluto solo parlare dello sport - il tuo lavoro -, dei tuoi amici, della tua fidanzata.Ti ho osservato tutta la sera. Cercavo di leggere nel tuo cuore, nella tua anima.Ci vedevo tanto dolore.Non lasciavi trasparire nulla. Non volevi piangere davanti a me.E così quella sera ridevi sempre. La tua ironia era ed è travolgente, esagerata, pungente e a tratti devastante come quella di tuo padre, mio zio. Da piccola mi faceva piangere da tanto che era spietato nel prendermi in giro.Ci siamo fermati lì a dormire, da mio fratello. Non hai voluto dormire nella stanzetta da solo.Hai chiesto di dormire nel lettòne con me.Ti sei spogliato con naturalezza, senza vergogna e ti sei infilato il pigiama.Abbiamo chiacchierato per quasi due ore seduti sul letto. Mi ha chiesto di raccontarti chi era tuo padre.Avevi solo 4 anni quando ha lasciato parte del suo cervello in autostrada sul cartello "fine Marche/Inizio Abruzzo". Era fine ottobre e c'era quella pioggerellina fine. Guidava veloce, come sempre. Tua madre non si è fatta niente, per fortuna.Di lui, tu conoscevi solo le parole, i sentimenti, le emozioni che ti ha tramandato tua madre.Quella nostra chiacchierata per te era importante. E anche per me.Mi son sentita parte di te. Il tuo passato. La tua memoria. Responsabile del tuo futuro.Ci sono delle verità però che non ho potuto raccontarti, perchè avrei dovuto anche dire "chi" erano in realtà tuo padre e tua madre. Cosa avevano fatto e detto.Il vero motivo della mia latitanza per ben 15 anni.Il tuo ricordo di lei si deve limitare a cio' che tu hai vissuto in prima persona con lei.E l'immagine che hai nel cuore di tuo padre deve restare cosi' come ti è stato dipinto da tua madre.Mi son limitata a raccontarti degli episodi divertenti, che riguardavano la mia famiglia e delle situazioni vissute insieme a mio zio.Che strana la vita. Io a 20 anni non avevo problemi. Non dovevo preoccuparmi di elemosinare amore, affetto.Non avevo conosciuto la crudeltà della vita. Non fino a quel punto.Lui aveva già vissuto quanto di più orribile possa capitare: rimanere soli al mondo, senza genitori e con un fratello "inesistente".E sentirsi impotenti davanti al destino.Dormiamo?Abbiamo spento la luce. Ci siamo infilati sotto il piumone. Mi son girata sul fianco e ho sentito la tua grande mano che si posava delicatamente sulla mia spalla. Ho sentito che ti avvicinavi.Mi hai sussurrato nell'orecchio: "Anto, posso abbracciarti forte...?"Era la voce del cuore di un bimbo, che si trova solo al mondo, supplicare briciole di amore.Un uomo, ancora bimbo che ha bisogno del calore di un abbraccio materno. Quell'abbraccio che gli è stato strappato prematuramente.E che cerca nella sua giovane fidanzata... ma che non avrà mai. Non sarà mai come quello della sua mamma.Hai passato tutta la notte a stringermi forte e ad accarezzarmi il braccio. Quando mi giravo, cercavi la mia mano. Non mi hai lasciata un attimo. Ti ho sentito piangere.Per una notte sono stata la sua mamma. Il calore che ti ha scaldato il cuore.La certezza di non essere solo al mondo.Anche se non ci sentiamo di frequente. Anche se ci vediamo raramente.Anche se le nostre vite percorrono strade diverse.Tu lo sai che non sei solo.