La Ciaci

eterna presenza


Non importa che non ti abbia,non importa che non ti veda.Prima ti abbracciavo,prima ti guardavo,ti cercavo tutta,ti desideravo intera.Oggi non chiedo piùné alle mani, né agli occhi,le ultime prove.Di starmi accantoti chiedevo prima,sì, vicino a me, sì,sì, però lì fuori.E mi accontentavodi sentire che le tue manimi davano le tue mani,che ai miei occhiassicuravano presenza.Quello che ti chiedo adessoè di più, molto di più,che bacio o sguardo:è che tu stia più vicinaa me, dentro.Come il vento è invisibile, pur dandola sua vita alla candela.Come la luce èquieta, fissa, immobile,fungendo da centroche non vacilla maial tremulo corpodi fiamma che trema.Come è la stella,presente e sicura,senza voce e senza tatto,nel cuore aperto,sereno, del lago.Quello che ti chiedoè solo che tu siaanima della mia anima,sangue del mio sanguedentro le vene.Che tu stia in me come il cuoremio che maivedrò, toccheròe i cui battitinon si stancano maidi darmi la mia vitafino a quando morirò.Come lo scheletro,il segreto profondodel mio essere, che solomi vedrà la terra,però che in vitaè quello che si incaricadi sostenere il mio peso,di carne e di sogno,di gioia e di doloremisteriosamentesenza che ci siano occhiche mai lo vedano.Quello che ti chiedoè che la corporeapasseggera assenza,non sia per noi dimenticanza,né fuga, né mancanza:ma che sia per mepossessione totaledell'anima lontana,eterna presenza.(Pedro Salinas)